«Ricordati quello che ti ho detto, Jeon» sussurrò, e quando alzai gli occhi su di lui mi resi conto di quanto si fosse avvicinato, «Non sei tu ad avere il potere»
«E chi ce l'avrebbe?» sputai inacidita ignorando il suo respiro che s'infrangeva contr...
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I giorni seguenti, furono i più lunghi e difficili della nostra vita.
Tra la gestione degli affari dei nostri genitori, il funerale e la pressione degli articoli continuamente pubblicati dal NSP, io e Jungkook non avevamo avuto un momento per riflettere. Abbiamo discusso molte volte con i ragazzi, ma neanche questo era servito ad arrivare ad una soluzione che non vedesse come perno un'alleanza.
Haneul aveva esposto il problema più e più volte, ma Jungkook l'aveva sempre liquidato dicendo lui che non era il caso di spaventare noi ragazze in quel modo. Tuttavia, più perdevamo tempo a discutere tra noi, più le probabilità che l'amministrazione agisse salivano alle stelle.
Loro stavano solamente aspettando il momento giusto per radere al suolo il nostro quartiere come avevano fatto con quello di Shin Woo e di spezzare le nostre vite come dei ramoscelli di legno sotto alla suola di uno scarpone.
E di questo ero pienamente sicura.
Tuttavia, l'eventualità di un'alleanza non mi piaceva per niente. Sia per gli affari ormai in bilico tra Jeon e Choi, ma soprattutto per l'attrito che c'era tra noi e i Lee. Per non parlare dei Min, i quali pur di stringere un'alleanza darebbero man forte all'amministrazione per sottometterci tutti al loro volere.
O almeno, questo era ciò che pensavo io.
Ad ogni modo, il lunedì seguente fummo costretti a rientrare. Era chiaro che avessimo problemi ben più grandi di cui occuparci che passare l'anno, ma sia io che Jungkook non avevamo affatto intenzione di mandare all'aria ciò per cui i nostri genitori avevano lavorato.
Avremmo finito gli studi e poi dopo aver preso il diploma, avremmo deciso come gestire gli affari e se nominare i genitori di Yun e Taemin, sottosegretari. Avremmo studiato e lavorato duro come avevano fatto loro ed avremmo ridato al nostro quartiere il rispetto e la visibilità che si meritava.
Al suono della campanella, seguii il fiume di studenti diretti verso l'uscita tenendomi ben stretta i libri al petto. Dovevo lasciare alcune cose nel mio armadietto prima di uscire, quindi lasciai passare davanti i miei compagni e con tranquillità sistemai ciò che dovevo sistemare.
Grazie al cielo, non vidi Kai quel mattino. A quanto pare sia lui che Yoongi avevano intenzione di farsi bocciare ancora per il numero delle assenze, ma ad ogni modo ciò non rientrava nei miei affari.
Chiusi l'armadietto con il piccolo lucchetto dato in dotazione dalla scuola e ripresi a camminare lungo il corridoio. Jungkook mi aspettava quasi sicuramente accanto alla sua auto, dunque mi affrettai a raggiungerlo desiderosa di tornare a casa.
«Finalmente,» borbottò una voce mentre mi avvicinavo al veicolo di Kook, «I fratelli Jeon al completo»
«Che cosa vuoi?» tuonai imperiosa sfidando Yoongi con lo sguardo. Contrariamente a come mi aspettavo però, anziché rispondermi a tono il ragazzo pensò fosse divertente indugiare il suo sguardo lascivo sulla scollatura della mia camicetta.