20 ⎸Il clan prima di tutto

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Dopo l'accaduto, ognuno prese la propria strada

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Dopo l'accaduto, ognuno prese la propria strada. Yoongi se ne andò dalla sua stanza, ed io dopo aver recuperato ogni mio indumento, feci lo stesso chiamando un taxi che mi portasse a casa mia.

Era strano come le cose riuscissero a cambiare in così poco tempo. Prima le urla, le minacce, il furore; e poi? Un'alleanza e infine quello che c'era stato tra di noi quella sera.

Soltanto da sobria mi resi realmente conto del guaio in cui mi ero cacciata. Perché non solo ero andata a letto con l'acerrimo nemico della mia famiglia, ma ero stata io stessa a provocarlo. Era partito tutto solo ed esclusivamente da me.

Tra mille pensieri e il post sbornia che iniziava a farsi sentire, scesi dal letto e mi rifugiai in bagno con il necessario per farmi una doccia. Se non potevo svuotare la testa da tutte le paranoie che quella notte si erano appollaiate nel mio cervello, perlomeno potevo tentare di levarmi di dosso la sensazione delle mani di Yoongi e di quello che erano state in grado di farmi provare la sera prima.

Mi infilai dunque sotto al getto della doccia ed appoggiai la nuca contro alle piastrelle alle mie spalle rilasciando un lungo sospiro sofferto.

Era mezzogiorno e Jungkook ancora non si era fatto sentire, dunque le cose potevano essere soltanto due: o aveva avuto una serata movimentata con la ragazzina del terzo anno, o non sapeva nemmeno che in casa ci fossi anche io. D'altronde non sarebbe stato strano, dal momento in cui quando raggiunsi casa quella notte quest'ultima fosse completamente vuota.

Con i capelli legati in una crocchia, mi infilai l'accappatoio e dopo essermi sistemata, mi vestii. Non sapevo esattamente cosa avrei fatto quel mattino, ma a giudicare dall'ora sicuramente appena scesa al piano di sotto avrei pranzato.

Tuttavia, quando raggiunsi la cucina, rimasi vagamente sbalordita dalla scena che mi si presentò davanti.

Jungkook se ne stava lì, seduto sullo sgabello di nostro padre, con un articolo di giornale stretto tra le dita. Non fece caso a me; i suoi occhi erano concentrati su quel pezzo di carta, al che io, consapevole che mio fratello non fosse affatto il tipo da quotidiano e telegiornali, mi alzai sulle punte per sbirciare cosa avesse attirato la sua attenzione.

Quando lessi il mio nome a caratteri cubitali sulla prima pagina del NSP però, mi pentii di averlo fatto.

«Cosa stai leggendo?»

Le parole lasciarono la mia bocca più come un'accusa che come una domanda, tuttavia Jungkook non fiatò e con un gesto meccanico e privo di qualsiasi parvenza d'affetto, mi passò l'articolo. Io ovviamente glielo strappai quasi di mano pur di sapere perché il mio nome fosse in prima pagina anche quella volta.

Iniziavo realmente a pensare che l'autore del NSP ce l'avesse con me. D'altronde non era possibile che con quattro clan e più di una ventina di infrazioni interessanti di cui parlare, ogni prima pagina fosse dedicato al "diamante della corona dei Jeon". Non aveva senso.

Sweet Criminal - [ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora