Cap 22. "Non tutti quelli che vagano si sono persi"

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Ti ricordi quando non volevo che partissi?
Facevo di tutto per farti perdere il treno e tu, come Tuo solito, ti incazzavi.
Odiavo quando eri incazzato con me, cercavi qualcosa che ti facesse passare l'incazzatura, come io cerco le sigarette tu cerchi me.
A differenza che le sigarette dopo un po' finiscono, io non finisco mai.

Ti portavo in tanto negozi in stazione, per non comprare nulla, ma solo per farti perdere tempo.

Le persone ci guardavano, i bambini, gli anziani, i negozianti, i turisti...
facevamo l'amore, noi eravamo la dimostrazione che l'amore esisteva.
L'amore non si faceva solo a letto, tra baci, tra brividi, tra le lenzuola fino alla testa. L'amore lo facevamo noi per strada, tra le nostre risate e tra il nostro essere fidanzati.
Facevamo l'amore con i sorrisi.
Facevamo l'amore con gli sguardi.
Facevamo l'amore con le lacrime.
Facevamo l'amore con i baci.
Facevamo l'amore mentre mi stringevi i fianchi, mi tenevi per mano, mi dai i tuoi piccoli baci sul collo che mi facevano impazzire.
L'amore eravamo noi.

Ogni volta che andavamo in giro era come se la
Gente ci scambiasse come migliori amici.
Noi come prima cosa eravamo fidanzati. Per seconda cosa siamo migliori amici.
Perché se non c'è prima il volere bene non si può amare.
Amare per prima cosa significa volere il bene, o semplicemente bene ad una persona.
Ho sempre amato i "Ti voglio bene" li trovo più veri dei "ti amo".
ti voglio bene. Sta anche come a dire io
Voglio il tuo bene, voglio che tu stia bene.
Ormai la gente non ha più pietà per i ti amo.
I ti amo si gridano alle persone sbagliate.
Alle persone che se ne fottono del tuo ti amo.
Il ti voglio bene si dice ad una persona vera, e sopratutto quando il sentimento è vero.

Ma poi il treno parte.
Tu mi dai un'abbraccio da dietro.
Ti amo cucciola ci vediamo presto.
E così te ne vai.
Un'altro giorno è passato.
E te, te ne sei andato.

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