Cap 24. "Se non riesci ad uscire dal tunnel, arredalo"

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Ero entrata in un centro terapeutico.
Capisci quello che avevi creato dentro di me?
La gente che mi conosceva mi prendeva per matta.
Tutto questo per un ragazzo... per l'uomo della mia vita.
Sono stata un'anno in terapia.
Non so nemmeno cosa era successo, se era cambiato qualcosa o no.
So solo che ho tentato il suicidio svariate volte.
Dopo un'anno di terapia, il mio psichiatra mi ha detto "forse la vita non è per tutti".
Dopo l'ultima mia seduta cambiò mestiere.
Non so cosa facevo alle persone, riuscivo a farle entrare nel mio mondo.
E mi piaceva che fosse così, ma non in questo modo.

Lo sapevo che un giorno avremo smesso di parlarci, me lo aspettavo....

spariscono tutti prima o poi. Anche gli amici più cari. Che sia per un ragazzo, che sia per la distanza, che sia per una litigata. Spariscono tutti. Non contare su nessuno, impara ad alzarti da sola, sempre.
Ed è questo che ho fatto.
Ho imparato a mettermi una maschera di acidità e indifferenza per nascondere le fragilità.
La prima regola è salvarsi da soli.

Adesso nessuno ti può trattare di merda, ora sei tu che tratti di merda gli altri, ripetevo.

Pochi capiscono la differenza tra un cuore di pietra e un cuore di ghiaccio. Il primo sarà sempre duro, nonostante tutto, nonostante le cose belle. Il secondo si scioglie con la dolcezza e l'affetto, ci vuole tempo, ci vuole pazienza, ci vuole amore.
Guardavo le foto e tutte le nostre cazzate fatte insieme tornata a casa.
Poi ho preso il cellulare, l'ho acceso e c'era come sfondo un'altra nostra foto, la più importante, almeno per me.
Tra le ultime chat di whastapp c'erano trenta dei tuoi messaggi

"Hey"
"Hai cambiato numero?"
"Mi manchi"
"Tra poco torno lì"
"Non voglio più tutta questa merda, io voglio te"
"Sono stato un coglione cazzo"
"Che mi manchi e non posso riaverti"

Avevo tutto il diritto di cadere nel vuoto adesso.

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