Prologo

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C’è stato un periodo in cui mi arrabbiavo un sacco; un periodo fatto in cui pretendevo le cose giuste, quelle fatte bene.
Mi si accartocciava lo stomaco e diventavo tutt’uno coi singhiozzi. Poi, crescendo, ho imparato che il tempo restituisce il conto a tutti.
Che non si può fare finta per sempre. Che prima o poi, la natura, l’indole, la vera essenza di quel che siamo, viene fuori. E a quel punto, poi, la maschera non si appiccica più.
Ci si può riempire la bocca di mille parole; ma, quando quelle parole non sono le tue, poi, la vita le riconduce al mittente. Non porto rancore e non nutro vendette: non sarei la persona che sono, altrimenti. Lascio che la vita faccia il suo. Che il tempo metta tutto in ordine. E nel mentre vado avanti, senza stancarmi di cercare il mio meglio. Quello autentico. Non costruito. Quello per cui ho continuato a fare del bene, anche quando ricevevo mancanze. Ho messo sempre il cuore dalla parte giusta, e questo, prima o poi, la vita se lo ricorderà.
Tutto arriva per chi sa aspettare.

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