Capitolo 36.

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Finalmente era giunto il fine settimana, era venerdì ed era per me un giorno speciale: il mio diciottesimo compleanno. Quella mattina a scuola tutti i miei compagni si erano ricordati dell'evento e ne ero molto felice, persino Susanna si era avvicinata con un falsissimo sorriso per augurarmi buon compleanno e, nonostante tutto, mi aveva fatto piacere. Jes era stata la prima a scrivermi gli auguri appena scoccata la mezzanotte, mi aveva anche aspettata fuori casa per offrirmi la colazione prima di andare a scuola. I miei mi avevano svegliato con un bacio, permettendomi almeno quel giorno, di alzarmi un po' più tranquilla senza l'aiuto della sveglia. In cucina avevo poi trovato i loro regali: un nuovo paio di punte e due libri della mia autrice preferita.

Poi c'era Alex. Mi aveva fatto trovare sul banco una rosa rossa e un muffin al cioccolato insieme ad una candelina accesa. Quel compleanno si prospettava tra i migliori di sempre.

Per la giornata non avevo organizzato nulla di speciale, nel pomeriggio avevo lezione di danza mentre la sera dovevo accudire Luca, però avevo invitato qualche amico l'indomani sera per una pizza e per passare del tempo insieme. Non ero una grande amanti di gigantesche feste in discoteca con un numero spropositato di invitati, giunti a festeggiarti soltanto per un ingresso gratuito nel locale.

"ragazze, manca praticamente un mese allo spettacolo di Alice in Wonderland nel nostro specialissimo teatro. Io non vedo l'ora! Con i vestiti siamo leggermente in ritardo, l'atelier non ci ha ancora fatto sapere nulla ma state tranquille che arriveranno in tempo. Settimana prossima sarà l'ultima di prove qui a scuola, poi cominceremo con le mie, e le vostre, preferite: quelle in teatro!" Tutte esultammo felicissime. 

"ma maestra, faremo le prove con quelli di hip-hop quindi?" chiese civettuola Giorgia che non avrebbe voluto perdere un'occasione simile

"no Giorgia, ognuno farà le prove per conto proprio, soltanto durante le prove generali ci uniremo e potrete incontrare anche i ragazzi e le ragazze di hip-hop" come se lei non li conoscesse già tutti.

"se non avete altre domande io vi saluterei. Alla prossima settimana! Elisa puoi fermarti un attimo?" chiese poi la Dobois. Mi avvicinai a lei e, dopo che tutte se ne furono andate, cominciò a parlare: "so di chiederti molto e se non te la senti dimmelo subito!" cominciò "mercoledì si sposa mia nipote e dovrei partire la mattina presto per la Sardegna. Però, come ben sai, il mercoledì pomeriggio c'è la lezione delle bimbe e non vorrei far loro saltare l'unico giorno di danza alla settimana quindi volevo chiederti se ti andava di stare sola con loro, sì insomma farete lezione come ogni mercoledì ma senza di me." Concluse sorridendo fiduciosa. 

"io? Sei sicura?" lei annuì energicamente. 

"sicurissima. La coreografia la sai benissimo, le bambine le conosci quindi non vedo dove sia il problema. Fai loro fare un quarto d'ora di gioco danza come sempre e nel tempo rimanente vi dedicate al balletto. Ti va?" mi sorrise. 

"certo che mi va! Adoro quelle piccole pesti. Non vedo l'ora anche se non nascondo di essere un po' preoccupata"

"andrà tutto al meglio, non ti preoccupare di nulla. Ora ti saluto che ho un altro corso" mi diede un bacio sulla guancia e mi volatilizzai nello spogliatoio.

Mentre indossavo le scarpe mi squillò il telefono: era Caterina.

"ciao Eli! Spero di non aver disturbato la tua lezione" mi salutò la mamma di Luca. 

"no Caterina tranquilla, ho appena finito. Avevi bisogno?" appoggiai il telefono tra l'orecchio e la spalla per allacciare la scarpa destra.

"so che oggi è il tuo compleanno! Volevo chiederti se ti andava di venire qua un po' prima così ti offriamo una pizza."

"se non è un disturbo vengo più che volentieri. Grazie"

"ma che disturbo, altrimenti non te l'avrei chiesto!"

Uscii dalla scuola di danza e presi il pullman per casa di Luca, mi sedetti nel primo posto libero ed estrassi il cellulare dalla tasca del giubbino per avvertire mia mamma: scrissi velocemente e inviai. Poi fu il turno di Alex che mi avrebbe aspettato alla fermata del bus dopo l'allenamento per tornare insieme a casa ciao, sto andando subito da Luca, Caterina mi ha invitato per una pizza dato che è il mio compleanno. Ci vediamo domani. Baci

Mi rispose immediatamente ehi, volevo darti il mio regalo, mi sento in imbarazzo a dovertelo dare domani in mezzo agli altri. Fa nulla, supererò anche questa. 

Appena lessi il messaggio il pullman si fermò davanti alla casa di Luca e Caterina così scesi e suonai il campanello. Mi venne ad aprire un topino senza il dente davanti. 

"ehi ranocchia! Da quanto tempo non ci vediamo!" lo salutai abbassandomi alla sua altezza e scompigliandogli i capelli. 

"buon compleanno Elisa! Ti ho fatto un disegno!" gridò trascinandomi in salotto a prendere il mio regalo. Rappresentava noi due che guardavamo Masha e Orso alla tv seduti sul divano.

"ma è bellissimo Luca! Sei proprio bravo"

"me lo dice sempre anche papà" proprio in quel momento entrò nella stanza un uomo alto e robusto che lo prese in braccio e gli fece fare una capriola. 

"papà! Lei è una mia amica, anche se è grande. Mi fa fare i compiti, giochiamo, guardiamo i cartoni e mi racconta anche le favole!"

"wow! È un'amica proprio speciale allora! Piacere, io sono Daniele, il papà di Luca."

"piacere mio, io sono Elisa" risposi un po' confusa dalla situazione. Daniele approfittò del fatto che il bambino si fosse allontanato per giocare per spiegarmi ciò che stava succedendo.

"io e Cat stiamo cercando di fare funzionare ancora le cose per il bene di Luca. Sono circa due settimane che abito qui con loro è per questo che ti abbiamo chiamato così poco ultimamente, quando non c'è Caterina ci sono io e viceversa. Oggi però abbiamo l'inaugurazione del locale di mio cugino..."

L'amore trionfava anche questa volta.

Il cestista e la ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora