Capitolo 39.

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Aspettai Alex fuori da casa di modo che saremmo andati insieme a scuola per quella stupida riunione in teatro. Avevamo finito tutte le repliche in programma, ne avevamo organizzata un'altra per giugno in un piccolo paese vicino alla nostra città ma eravamo rimasti d'accordo che avremmo ricominciato le prove a maggio. Quindi, per cosa era questo incontro? Oltre a mandare all'aria i piani di una trentina di studenti, si intende.

"ciao bellissima" mi salutò Alex dandomi poi un lieve bacio sulle labbra, arrossii di colpo: non ero abituata a ricevere complimenti, non che mi dispiacesse comunque.

"ciao a te. Andiamo?" chiesi cominciando a camminare verso la nostra meta. 

"aspetta, è ancora presto, vieni qui" e mi baciò, un bacio vero, pressò le sue labbra sulle mie e fece scontrare le nostre lingue come in una danza sensuale e magnetica. "okay, ora direi che possiamo andare" disse scompigliandosi i capelli come suo solito.

Con il bacio di Alex avevamo perso un sacco di tempo e quindi entrammo in teatro correndo per cercare di non arrivare in ritardo. Impresa vana dato che erano già tutti seduti in platea, con il professore in piedi di fronte a loro appoggiato con la schiena al palcoscenico.

"vedo che non siete cambiati, sempre gli stessi registi ritardatari" ci sgridò bonariamente Bianchi. 

"sempre noi prof" rispose Alex ridendo per poi prendere posto in una fila dietro a tutti i nostri compagni trascinandomi affianco a lui.

"bene, ora che ci siamo tutti possiamo cominciare. Sicuramente vi starete chiedendo perché vi ho convocato qui oggi che è domenica..."

"si, me lo sto chiedendo. A proposito, oggi avrei dovuto studiare la sua materia, domani sono giustificato all'interrogazione, vero?" chiese Leo interrompendo il professore. 

"domani vedremo, ora Leo sei pregato di non interrompermi più. Avrete sicuramente tutti ricevuto la mail per quanto riguarda la gita. Non siamo impazziti, c'è una ragione se abbiamo anticipato la partenza con così poco preavviso. L'altro ieri è arrivata a scuola una lettera proveniente da Roma. Sapete cosa ha sede a Roma? L'associazione che organizza il concorso a cui abbiamo partecipato con il nostro spettacolo. Vi leggo la lettera" prese un foglio leggermente stropicciato dalla tasca della sua ventiquattrore e iniziò a leggere: "gentilissimo Istituto Superiore M. Montessori volevamo comunicare il risultato del concorso a cui alcune delle vostre classi quarte hanno partecipato. Il vostro liceo si è qualificato quarto e quindi non si è classificato per la finale per un soffio. Però è giunta voce alla nostra sede che un Liceo Scientifico della Lombardia ha messo in scena una storia già esistente e non inventata dagli studenti, Per questo siamo stati costretti, dopo adeguate verifiche, a squalificare questa scuola in vostro favore. Siamo dunque lieti di invitare la vostra scuola alla finale internazionale che si terrà all'Hotel Kensington Garden di Londra il prossimo mercoledì. Vi faremo avere per mail la scaletta degli spettacoli." Terminò di leggere con un sospiro. Seguirono urla di entusiasmo, di soddisfazione, di felicità. Ecco spiegata l'imminente partenza per Londra!

"ma prof! Non si può fare! Io non potrò partecipare alla gita per un'audizione importantissima, chi farà Kate? E poi la classe di Leo aveva deciso di non partecipare alla gita, preferendo andare a Barcellona" parlò Susanna gesticolando come una matta preoccupata che qualcuno potesse rubarle la scena. Però aveva ragione, la classe di Leo quando era stata proposta la gita a Londra aveva rifiutato di partecipare per una questione di budget, anche perché il concorso è stata un'aggiunta, noi saremmo andati comunque in gita in Inghilterra, concorso o no. 

"non è un problema, Alexander ed Elisa faranno i protagonisti" sganciò la bomba il professore. 

"se lo può scordare prof, io non salgo sul palco a fare l'attore. Ho scelto apposta di fare il regista per rimanere dietro le quinte" rispose allarmato Alex al mio fianco. 

"stai tranquillo Butti, per prima cosa modera i toni, secondo avremo tutto il tempo per provare e per cucirti addosso la parte. Guarda Elisa, durante una replica si è trovata a dover salire sul palco con una quindicina di minuti di preavviso. Tu hai più di una settimana, ce la farai" lo incoraggiò Bianchi. Alex tornò a sedersi al mio fianco ma era agitatissimo, non smetteva di muovere la gamba su e giù freneticamente, respirava forte e si passava nervoso la mano tra i capelli ogni quattro secondi. "stai tranquillo Alex, sono agitata anche io ma ce la faremo".

"vi do qualche altra informazione. L'associazione di solito non sceglie più scuole dello stesso indirizzo, per dare a tutti le stesse opportunità. Il nostro sarà quindi l'unico Liceo delle Scienze Umane. Al secondo posto si è classificata una quinta del Liceo Classico e al primo posto una quinta di Meccanica o un indirizzo simile, ora non ricordo. Sarete i più piccoli tra gli italiani, facciamoci valere lo stesso! Non so quanti saranno i partecipanti stranieri, so che mercoledì ci sarà la semifinale e venerdì la finalissima. Sabato nel primo pomeriggio abbiamo il volo per il ritorno. Per oggi è tutto, ci vediamo domai" ci congedò allontanandosi e uscendo dal teatro.

"che ne pensi?" chiesi ad Alex mentre bevevamo una cioccolata al nostro chiosco. 

"penso che non voglio farlo, non sono un attore, sono un cavolo di giocatore di basket" mi rispose mescolando lentamente la sua bevanda. 

"beh prima non eri nemmeno un regista eppure hai fatto un ottimo lavoro. Ce la farai anche questa volta, ce la faremo vedrai" cercai di tranquillizzarlo stringendogli la mano, lui mi sorrise leggermente, fece un respiro profondo e tentò di calmarsi. 

"funzioni meglio della camomilla" mi disse. 

"modestamente ho un potere immenso su di te" risposi ammiccando. 

"ne sono consapevole, usalo bene" rispose ridendo. E in quel momento mi innamorai un pochino di più. 

Il cestista e la ballerinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora