26. Ad impossibilia nemo tenetur

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Tornarono in biblioteca a malincuore: Louis aveva una montagna di compiti da fare, e suo malgrado doveva farvi fronte.
-Uffa, starei così per sempre- si lamento', coinvolto di nuovo in un abbraccio da Harry.
-Anch'io ho da fare; tra l'altro, Niall mi deve chiamare per programmare una serie di impegni- lo consolo' il pianista.
-Che tipo di impegni?- Si allarmo' lui.
-Una intervista radiofonica, dei concerti a Londra, cose così- rivelò Harry. Cogliendo lo sguardo preoccupato del ragazzo, aggiunse:
-Niente di ingestibile, Louis. Sono abituato a ben altri ritmi. Questo fermo forzato mi sta opprimendo, sono felice di poter lavorare-
Louis, memore di quello che era accaduto a seguito della mostra d'arte, annuì e si fece vedere sorridente.
Harry si rinchiuse nello studio, e Louis affrontò la mole di compiti.

Verso le quattro il ragazzo uscì per dare una mano al signor Morris; svolse le mansioni con sollievo, soprattutto agli occhi, sotto sforzo per essere stati concentrati sui libri.
Alle sei rientrò in casa e tornò a studiare con un sandwich in una mano e del the nell'altra; Harry era al piano, e non lo disturbo'.
Si ritrovarono all'ora di cena. Harry aveva avvertito Louis che avrebbero avuto ospiti Niall e Liam, per parlare di lavoro. Louis aveva obiettato di essere d'intralcio, ma il pianista non aveva voluto sentir ragioni, e quindi era stato incluso nell'invito.

La signora Moreau aveva preparato tutto, bastava scaldarlo; le pentole ed i vassoi erano disposti sull'isola della cucina.
-Come mai hai deciso di usare questo posto?- Chiese Niall. Solitamente quelle cene venivano consumate in sala da pranzo.
-È un'atmosfera più informale; ho voglia di tranquillità- spiegò Harry, mentre arrivava anche Liam.
-Wow. Era un secolo che non entravo qui dentro- commentò l'autista.
-Prima che arrivi Louis: gli hai accennato degli impegni che hai? Sono compatibili con la scuola?- Disse Niall, sedendosi al bancone per spiluccare qualche patatina.
-Gliel'ho detto di sfuggita; vedremo cosa riusciamo a fare- rispose Harry, e non ci fu tempo per dire altro, perché arrivò il diretto interessato.
Aveva indossato i suoi soliti jeans neri stretti, e per una volta le sue forme non erano nascoste da una felpa. Aveva addosso, infatti, una semplice maglia bianca, quella che aveva messo sotto alla giacca del completo. Il colore chiaro faceva risaltare il celeste dei suoi occhi, ed Harry pensò che fosse bellissimo. Il suo torace, che finora aveva soltanto potuto intuire sotto ai vestiti, era solido, ed i muscoli dovuti al lavoro di fatica in giardino riempivano la stoffa nei punti giusti.
In poche parole, era uno schianto.
Harry gli andò incontro e lo prese per mano; le guance di Louis si colorarono un pochino, ma il ragazzo salutò Liam e Niall senza imbarazzo.
-Ciao Tomlinson. Come stai?- Gli sorrise Niall.
-Bene, grazie. Un po' stanco per lo studio; il diploma si avvicina...- rispose il ragazzo, guardando Harry alle prese con il forno.
-Vuoi una mano?- Gli chiese.
-Sai cucinare?-
-No, ma penso di saper riscaldare- rispose Louis, affiancandoglisi per aiutarlo.
-Suzanne ha scritto i tempi e le temperature per tutto. Donna di poca fede- rise Harry.
-In realtà, mi sa che questo foglio è per me...una volta l'ho aiutata in cucina- ammise Louis, divertendo gli altri tre.
-È cos'è successo?-
-È successo pizza d'asporto- rispose il ragazzo, mentre gli altri ridevano.

Mezz'ora dopo erano a tavola; Louis aiutò Harry a preparare i piatti, per una volta senza l'ausilio di personale di servizio, e la cena si trasformò in un incontro rilassato e piacevole, mentre chiacchieravano del più e del meno.
-Allora, Louis, Harry ti ha parlato dei suoi impegni?- Disse ad un certo punto Niall, introducendo l'argomento.
-Mi ha accennato a qualcosa; non so nulla di preciso-
-Bene. Se la situazione lo consente, Harry ha una serie di impegni fissati per il mese di maggio. È un'agenda non troppo fitta, ma abbastanza consistente. La maggior parte degli impegni sono nel fine settimana, tra il venerdì ed il sabato, tranne un'intervista radiofonica. La mia domanda è questa: quanto puoi assentarti da scuola senza intaccare il tuo rendimento?-
Louis spalanco' impercettibilmente gli occhi, ma cercò di non darlo a vedere.
-Perché vorresti che ti accompagnassi, giusto?- Chiese rivolto ad Harry. Il pianista annuì, mentre Liam intercettava lo sguardo preoccupato dell'agente.
-Solo se non ti mette in difficoltà con la scuola- aggiunse Harry. -Un po' come se facessi parte dell'entourage, come Niall e Liam-
-La cosa mi lusinga. Grazie, Harry. Parlerò col preside e valuterò il da farsi; posso avere un calendario di date?- Li stupì il ragazzo.
-Beh... certo. Ti stampo tutto domani- rispose l'agente.

Poco più tardi, mentre Harry parlava con Niall, seduti a tavola, Liam raggiunse Louis alla macchinetta del caffè.
-Louis... mi raccomando. Non prendere decisioni affrettate- si raccomando' a bassa voce.
-Stai tranquillo; so quello che faccio. Posso farcela a gestire tutto. Non preoccuparti- lo tranquillizzo' Louis, guardando Harry da distante.
-Sei sicuro? Prima di ogni altra cosa devi pensare a te stesso. Il tuo diploma è importante- insistette Liam.
-E cosa devo fare, secondo te? Tirarmi indietro per vederlo riprecipitare in quell'inferno? Mi sono ripromesso di non fare più quell'errore, Liam. E poi...io sono innamorato di lui- mormorò a voce bassa il ragazzo.
Liam sorrise, intenerito, ma allo stesso tempo preoccupato.
-Ok, ma devi promettermi una cosa, Louis-
-Cosa?-
-Prometti che non ti annullerai per lui. Sarebbe deleterio sia per te, che per Harry-
-Va bene, te lo prometto. Non preoccuparti- ripeté il ragazzo, mentre Harry li raggiungeva con un sorriso:
-Cosa tramate alle mie spalle, voi due?-
Louis gli rivolse uno sguardo adorante che scaldo' il cuore del pianista.
-Nulla, Harry. Liam è soltanto preoccupato per il mio rendimento scolastico; in realtà penso di avere abbastanza margine, in quanto la mia media è buona-
-Quello che voglio io è che prima venga la scuola, Louis. In fin dei conti si tratta di pochi mesi ancora- replicò Liam, subito ricalcato da Harry:
-Liam ha ragione, Louis. Questo è sottointeso-
-Non preoccupatevi, d'accordo? Non sarà un problema. Ho fatto pochissimi giorni di assenza, e da adesso in poi il programma è finito, si tratta solo di ripassare e fare prove- li rassicuro' Louis.

L'agente, intanto, aveva aperto il portatile su una pagina di calendario dove erano segnati luoghi ed eventi.
-Louis, questa è l'agenda di Harry. Parlane col preside e fammi sapere in quali date sarai con noi, in modo da poter organizzare tutto. Calcola che, quando Harry ha qualche concerto a Londra, si alloggia in hotel per la notte. Qui è segnato tutto- disse Niall, girando il computer verso di lui.
Louis rimase impassibile; avrebbe fatto di tutto per poter seguire Harry ovunque.
-Ok. Vedrò cosa posso fare- commentò.

2/01/2017 In bocca al lupo a quanti stanno tentando di acquistare un biglietto per la seconda data italiana del Divide tour... sperando non vada come stamattina...🤐

Trad. titolo: "Nessuno è tenuto a fare l'impossibile"

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