47. Ne tecum possum vivere nec sine te

1.5K 158 20
                                    

I colpi potenti di Liam rimbombavano attutiti tra le pareti della stanza. Stava caricando con tutta la sua forza il sacco, sfogando la frustrazione ed il dispiacere contro la stoffa imbottita.
Zayn, in silenzio, teneva fermo il saccone, mentre Liam si ricopriva di sudore.
-Vuoi farlo tu?- Gli chiese dopo un po'.
-Pare che tu ne abbia più bisogno di me- rispose il ragazzo.
-Forza, Malik. Fatti una bella sequenza di jab fatti bene- replicò Liam, fermando il sacco con le braccia e preparandosi a mantenerlo fermo.
Zayn inizio' a sferrare colpi, riscaldandosi; dopo un po' prese ad aumentare la potenza, caricando pugni sempre più pesanti contro il sacco.
-Proviamo a simulare un incontro?- Propose Liam.
-Anche no. Sei stato tu a dirmi che non avresti combattuto con me-
-Le circostanze sono cambiate. Non sei della mia categoria, ma stai tranquillo, lo scopo è allenarsi, niente altro- lo assicurò Liam, tergendosi il sudore dalla fronte col dorso bendato di una mano.
-Senza guantoni? Senza protezioni?-
-Hai paura che ti faccia del male? Ti ho già detto che non te ne farò. Sono il tuo istruttore- ribadi' Liam.
Zayn annuì, non del tutto convinto.
-Cos'è, hai tanto rotto per farti allenare da me, ed adesso che ti offro la possibilità di caricarmi ti tiri indietro?- Scherzo' Liam, spostandosi dal sacco.
-Non ho paura di te-
Liam tornò serio:
-Dai. Incontro pulito. Fammi vedere come tieni la guardia-
Iniziò a saltellare sul posto, poi gli si avvicinò e carico' senza potenza un diretto, toccando la mandibola di Zayn.
-Sveglia! Devi prevedere i colpi e schivarli- gli rammento' ironicamente.
Zayn non rispose, incupendo lo sguardo. Liam lo attaccò di nuovo, ottenendo una difesa e poi una sequenza di colpi che paro' senza troppe difficoltà.
-Forza. Non risparmiarti. Fatti sotto- lo sprono'. Zayn, provocato, tornò all'attacco sferrando una serie jab ed un montante che andò parzialmente a segno.
-Bravo- fece l'istruttore, sorprendendolo con una carica per fargli alzare la guardia. Incredulo, vide il ragazzo indietreggiare e pararsi il capo, lasciando totalmente scoperto l'addome, di nuovo.
-Ma cosa fai? Proteggiti!- Lo incalzo', portando a segno due colpi leggeri per fargli capire dove stesse sbagliando. Zayn si accuccio' a terra con le mani a pararsi il viso e la testa, lasciandolo sbalordito.
-Ehi. Cosa ti succede?- Esclamò Liam, le braccia improvvisamente lungo il corpo.
-Zayn? Tutto bene?-
Non ottenendo risposta, toccò leggermente la spalla del ragazzo.
-Ehi. Va tutto bene. Ti sei spaventato?- Gli disse, appoggiando un ginocchio a terra e cercando di levargli le mani dal capo. Zayn alzò su di lui uno sguardo da animale in gabbia.
-Stavamo soltanto... cosa ti succede? Cosa ho fatto, che ti ha spaventato così?-
Il ragazzo si riscosse, abbassando le braccia e alzandosi in piedi.
-Zayn?-
-Vaffanculo, Payne- sibilo' tra i denti mentre si voltava per andarsene. Liam lo afferrò per un braccio:
-Eh, no. Ora mi spieghi cos'hai-
-Lasciami andare-
-Rispondi alla mia domanda-
-Ti ho detto di lasciarmi andare!-
-Zayn- lo chiamò Liam, dolcemente. Il ragazzo abbassò le spalle, senza più opporre resistenza.
-Chi ti picchia? È Black?-
Zayn ebbe una risata amara.
-Che cazzo dici. Lui mi ha sempre difeso-
-Parlami. Ho capito cos'hai, ma voglio sapere chi è-
-Payne, non sono cazzi tuoi- si svincolo' Zayn, uscendo frettolosamente dalla palestra.
-Dimmi chi è. Voglio aiutarti- provò ancora Liam.
-Non puoi aiutarmi. Nessuno può aiutarmi- fu la risposta del ragazzo, che sparì velocemente sbattendo la porta.

Qualche stanza più in là, Louis era in lacrime.
Harry era appoggiato con le mani al davanzale della finestra; la rigidità delle spalle era l'unico segnale del fatto che fosse in tensione.
-Harry, io non ho chissà quali grandi aspirazioni. A me basta stare vicino a te... non ho altre pretese-
La manata che Harry diede con forza sul marmo lo fece sobbalzare sul letto su cui era seduto.
-Perché ti ostini a sminuirti? Non pensi che un domani potresti stancarti di star dietro alle mie stranezze? E sai cosa succederebbe? Te lo dico io. Proveresti rancore nei miei confronti, perché ti avrei tarpato le ali e ti troveresti con un pugno di niente in mano-
-Harry... non arrabbiarti-
Harry si girò, cambiando espressione all'improvviso e avvicinandosi al letto.
-Non volevo farti piangere. Mi dispiace, piccolo-
-Mi fai paura. Non riesco a starti dietro, quando fai così- rivelò il ragazzo, appoggiandosi stancamente al fianco del pianista, che lo abbraccio' incurvandosi in avanti.
-Scusami, non me ne rendo conto. Ma davvero, Louis. Devi pensare a cosa vuoi fare dopo il diploma. Non voglio e non posso essere la causa della tua inerzia-
-Sarebbe così terribile, per te, se io volessi semplicemente lavorare? O il problema è avere un compagno che non è del tuo stesso livello?- Disse improvvisamente il ragazzo staccandosi.
-È questo il problema, Harry? Non sono abbastanza per te. Hai ragione. Veniamo da due mondi completamente diversi. Uno del tuo ceto sociale non può accontentarsi. Non so come ho fatto a non capirlo- disse tra se e sé, alzandosi ed allontanandosi dal pianista.
-Ma cosa dici, Louis? Sei impazzito? Non ho mai pensato niente del genere. Io lo dico per te. Non voglio guardarti mentre butti via la tua vita, accontentandoti-
-Mi sono illuso di essere abbastanza, che scemo. Eppure lo sapevo  dall'inizio. Sei fuori dalla mia portata...-
-Smettila!- Gridò Harry, afferrandolo per le braccia e stringendogliele. -Smettila di dire queste cattiverie su di te!-
-Mi fai male-
Harry lo lasciò andare all'improvviso, come se si fosse scottato.
-Scusami. Non volevo alzare la voce con te, né, tantomeno, farti male- affermò, in tono talmente sconcertato che Louis lo abbraccio'.
-Non fa niente. Non è successo niente- lo consolo', asciugandosi le lacrime con la manica.
-Davvero, Louis. Tuo padre la pensa come me. Potresti tranquillamente frequentare qualsiasi università, coi tuoi voti. Riflettici su un po'-
Louis annuì contro la sua camicia, sospirando.
-Mi dispiace tanto. Non volevo farti piangere. Perdonami- disse teneramente Harry, passandogli le mani tra i capelli.
-Non preoccuparti. Non è successo niente. Dobbiamo soltanto imparare a confrontarci serenamente; devi imparare a sostenere le tue opinioni senza questi sbalzi d' umore...-
-Mi dispiace, Louis. Hai ragione. Mi dispiace- affermò Harry, ed accarezzandolo in viso si allontanò, uscendo dalla stanza.

Con la coda dell'occhio vide Zayn andarsene; lui proseguì e si rifugiò in studio, per chiamare sua madre.
-Harry, caro. Come stai?-
-Ciao, mamma. Ho un problema-
-Dimmi tutto, tesoro-
-Non so più come comportarmi con Louis. Le emozioni con lui sono centuplicate. Mi arrabbio e gli grido contro; non sono capace di dominarmi. È come se ogni cosa mi arrivasse dritta come un pugno in faccia-
-Ne hai parlato col dott. Morgesten?-
-No; lo vedo una volta al mese soltanto, adesso. Ma lui non capirebbe- mormorò tristemente Harry.
-Amore mio, secondo me tutto quello che ti succede con Louis è perché sei innamorato. Louis ti destabilizza; dovete trovare un nuovo equilibrio-
-Ho paura, mamma-
-Di cosa?-
-Di farlo stancare di me. Di non riuscire a trovare un equilibrio. Di venirne fuori completamente stravolto; di andar fuori di testa. Già vedo molti più fili e note del solito; faccio veramente fatica a ignorarle. Vicino a Louis, poi, le note sono moltissime...e vorrei soltanto suonarle-
-Harry, tesoro, poi chiamerò Niall e gli chiederò di allentare gli impegni: sei stressato, e non va bene. A me importa solo che tu sia felice-
-Mi sento così idiota... così stupido. Perché non posso essere come tutti gli altri?- Si lamento' Harry. Anne, dall'altro capo del telefono, si allarmo'. Harry era sempre molto riservato; quelle esternazioni erano insolite e preoccupanti.
-Harry, ma cosa dici? Tu sei perfetto così come sei, amore mio. Non credere mai al contrario. Liam è lì con te?-
-No. Non chiamarlo, non serve- replicò Harry, spostando una cortina di fili da davanti agli occhi.
-Amore, vorrei che sentissi il dottor Morgesten. Magari la terapia è da correggere. Come ti senti? Soffri ancora molto di insonnia?-
-Sì, ma vicino a Louis riesco a dormire un po'. Non credo sia un fatto di terapia: mi rendo conto delle note, e mi rendo conto che sono aumentate. Era quello il criterio, no? Il contatto con la realtà-
-La settimana prossima vengo a trovarti, Harry. Così parliamo un po' di persona. Finisco questo impegno e poi mi dedicherò a te. Intanto cerca di stare tranquillo, amore-
-Sono contento. Così magari riuscirai a far ragionare Louis sulll'iscriversi all'università-
-A presto, Harry-
Salutata sua madre, Harry si sentì vagamente più tranquillo. Uscì dallo studio e si incammino' verso la biblioteca; vide Liam e Louis parlare a bassa voce, cosa che lo rese assurdamente inquieto di nuovo, tanto più che i due smisero quando arrivò loro vicino.
-Cosa succede?-
-Si tratta di Zayn- affermò Liam, chiarendo ogni minimo dubbio di Harry. Louis si avvicino' e lo abbraccio', mentre il pianista gli baciava la testa, pensando a quanto fosse diverso il suo mondo, adesso che Louis era entrato a farne parte.

27/02/2017 Traduzione titolo: "Non posso vivere con te né senza di te" (Marziale)

Ad astraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora