II

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Bellamy guardava la sorella sconcertato, d'altro canto lei si era precipitata sulla "scena del crimine" per fermare il fratello, aveva dimenticato di scrivergli un messaggio per avvertirlo che la ragazza era arrivata e lui avrebbe potuto disturbarla in modo inopportuno mentre la malcapitata si stava solo facendo una doccia.
"Principessa? Questa devi proprio spiegarmela!"  
Octavia ridacchiava guardando il fratello che se ne stava lì sull'uscio del bagno ancora piuttosto confuso.
Il ragazzo si riprese lentamente scuotendo la testa e passandosi una mano tra i capelli
Non penso di aver voglia di spiegare proprio un bel niente.
"Santo cielo Bellamy, cerca di essere meno severo con chi ti circonda, non ti sei nemmeno presentato! Clarke ha fatto 3 ore di macchina per arrivare fin qui e tu le dai quel benvenuto? Non mi stupirei se scendesse a momenti con le valigie pronte per tornarsene a New York..."
Era la prima volta che Octavia rimproverava così ragionevolmente il fratello e in un certo senso si sentì bene per averlo fatto, avevano sempre avuto un rapporto conflittuale, dovuto forse al legame ossessivo che i due conservavano, erano soli al mondo e si erano sempre sostenuti a vicenda ma proprio per questo spesso si trovavano a scontrarsi, Bellamy era solitamente il fautore delle infinite ramanzine alla sorella e questa inaspettata inversione di ruoli non dispiaceva minimamente ad Octavia, si sentì adulta, sentì di ricambiare concretamente la protezione che il fratello non le aveva mai fatto mancare, era come se in quel momento fosse lei a contenerlo ad indicargli la strada da seguire e tutto per quella nuova biondina che gironzolava per la loro casa.
Bellamy la guardava dritta negli occhi, le labbra serrate, il suo sguardo era ostacolato da qualche ricciolo scuro che gli ricadeva in modo disordinato sul viso ma stava fissando la sorella e per la prima volta cercava una giustificazione da presentarle per quel suo comportamento forse un po' troppo impulsivo.
Optò, in ogni caso, per l'evidenza
"Dovresti affacciarti alla finestra e vedere com'è ridotto il retro della mia auto, poi se ti riesce dovresti guardare il suo cofano e allora capiresti il perché della mia reazione."
"Io penso solo che dovresti chiederle scusa..." La ragazza spostò il suo sguardo verso le scale e riprese "...e ribadisco che forse anche presentarti."
Il ragazzo scrollo le spalle, non sostenne più lo sguardo severo di Octavia, le ricordava quello della madre e non poteva sopportarlo, apparteneva ad un passato logoro e offuscato che voleva solo continuare a mettere da parte.
Le voltò le spalle senza ribattere, salì le scale e andò dritto in camera sua, passando velocemente davanti a quella porta socchiusa che ora, dopo anni, ospitava di nuovo qualcuno.
Si sentiva inquieto, essere rimproverato da Octavia gli aveva fatto uno strano effetto, era cresciuta, non c'era dubbio, di lì a un paio di settimane avrebbe iniziato l'università, aveva quasi diciannove anni eppure per lui il tempo si era fermato a quando la sorellina di anni ne aveva appena tredici ed i due erano rimasti completamente soli, da quel momento Bellamy si era ripromesso che non le avrebbe fatto mancare nulla, che l'avrebbe protetta da un mondo che con loro era stato fin troppo crudele. Lui aveva sei anni più di lei e aveva abbandonato tutti i suoi progetti, si era rimboccato le maniche: lavorava come addetto alla security in un pub non troppo lontano da casa, dopo aver ottenuto chiaramente la tutela legale della sorella.
Era passato parecchio tempo non c'era dubbio eppure al ragazzo non era sembrato così, almeno fino a quel momento.
Si buttò sul letto, affondando il viso sul cuscino ed espirando profondamente, una piccola parte di lui in un certo senso dava ragione ad Octavia, non poteva permettersi di portare astio nei confronti della novellina per sempre, avevano bisogno dannatamente della sua quota di affitto, le cose non andavano per nulla bene al pub e sapeva che i primi tagli avrebbero riguardato la sicurezza se le cose fossero peggiorate, era fortunato che Octavia fosse riuscita ad entrare all'università con una borsa di studio ma non vi era dubbio che le spese per mantenerla e non farle mancare nulla gravassero non poco sul loro esiguo bilancio mensile. Decise di scusarsi quantomeno con sua sorella, non poteva mandare a puttane tutto quanto, scese giù in tutta fretta, passando distrattamente e nuovamente di fronte quella stanza occupata da una totale sconosciuta che per giunta lo aveva tamponato.

Did I say that I need you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora