IX - Parte 1

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Quella mattina O' era piombata in casa prima di quanto si aspettasse, aveva aperto la porta di soppiatto, forse pensava che lui stesse ancora dormendo, quanto a Clarke era uscita presto per continuare il tirocinio.
La sera precedente dopo che lui aveva accettato l'invito al matrimonio erano riusciti a cambiare magicamente discorso e la ragazza finalmente gli era sembrata più rilassata, la lasciò andare solo quando fu certo che i pensieri negativi si fossero allontanati quanto bastava dalla sua mente.
Non si erano messi d'accordo su molto in realtà, si sarebbe dovuto procurare un vestito adeguato e avrebbe dovuto fare un regalo alla madre di Clarke pur non avendola mai vista, si usava così, non voleva arrivare a mani vuote anche se non era di certo molto esperto di quelle grandi e così normali occasioni.
Clarke in realtà gli aveva accennato che avrebbe potuto coprire lei le spese per vestiti e quant'altro, la madre le aveva inviato dei soldi appositamente ma Bellamy non ne voleva approfittare.
"Già in piedi?"
Squillò Octavia con una voce gioiosa.
Lui annuì precisando
"Non sono riuscito a riaddormentarmi."
La piccola Blake lo osservò per bene, intuì che il suo Bell avesse la testa tra le nuvole, stava pensando a qualcosa di preciso, si chiese se la schietta chiacchierata del giorno precedente non avesse sortito i suoi effetti. Nel frattempo si versò un po' di caffè in una tazza e lo raggiunse quasi saltellando.
"Allora... cos'è che ti turba?"
Gli lanciò uno sguardo quasi malizioso
"Non è come pensi."
Disse lui rivolgendo gli occhi al cielo, tutta quella pressione che O' in un certo senso gli riversava contro lo metteva visibilmente a disagio.
"Non ho insinuato nulla infatti."
Disse lei sulla difensiva.
"In realtà..."
S'interruppe, non era molto convinto di come aveva formulato la frase, sembrava che stesse quasi assecondando la follia di Octavia, ormai però ci stava dentro con tutte le scarpe e si vide costretto a continuare
"Diciamo che Clarke mi ha invitato al matrimonio di sua madre."
La ragazza spalancò gli occhi chiarissimi e poi con aria sognante cinguettò
"Oh... Adoro i matrimoni!"
"Credo che tu sia fuori strada, la principessa non la pensa così a quanto pare anzi... era piuttosto seccata."
Minimizzò, Clarke era decisamente molto più che seccata, era distrutta ma decise che non voleva fornirle dettagli particolari, si fidava di sua sorella ma non lo fece per rispetto nei confronti della biondissima Griffin.
"E' per quello che ieri sera sembrava così agitata?"
"Esatto."
"In ogni caso è la tua occasione."
Di nuovo Bellamy ebbe l'impressione che O' gli stesse dicendo qualcosa tra le righe ma cercò di ignorarla e di coinvolgerla per qualcosa di molto più urgente rispetto all'analisi dei suoi stupidi sentimenti confusi.
"Devo comprarmi un abito adatto, non ricordo nemmeno l'ultima volta che sono stato ad una cerimonia onestamente."
Gli occhi della sorella s'illuminarono.
"Stai chiedendo consulenza alla persona adatta"
Rispose lei fiera e divertita al tempo stesso.
"Hai da fare?"
"Adesso?"
Annuì.
"No, ho lezione di pomeriggio, quindi se vuoi posso accompagnarti se pensavi di muoverti subito."
"Già, mancano solo sei giorni."
"Wow, non perde tempo la mamma di Clarke eh! Dammi il tempo di cambiarmi e sono da te."

Come previsto Octavia scese dopo una quarantina di minuti tanto che Bell aveva avuto il tempo di andare a piedi alla banca più vicina per prelevare qualche contante.
"Ce l'hai fatta!"
"Sta' zitto e andiamo, non sai cosa ti aspetta."
"Comincio a chiedermi se sia stata una buona idea."
Salirono in macchina e mentre Bell stava mettendo in moto guardò la sorella chiedendole
"Ma dove andiamo?"
"Al centro commerciale idiota. C'è un negozio italiano che ha dei vestiti di manifattura incredibili e troveremo anche un negozio di scarpe, così facciamo tutto insieme, no?"
"Ma ci metteremo una vita per arrivare!"
"Perché avevi impegni?"
Sbuffò arrendevole.
Stettero un po' senza parlare, l'aria della macchina pian piano si scaldava, liberando un tepore confortevole, O' guardava fuori il finestrino che si appannava sempre di più, mentre Bell cercava di mantenere la concentrazione nonostante i suoi pensieri volassero altrove.
"Insomma come te la passi?"
Il più grande dei Blake ruppe quella strana quiete
"Bene ma che diavolo di domanda è?"
"Scusa se mi preoccupo per te, è da un bel po' che io e te non parliamo di noi, di quello che passiamo, ti ricordi? Lo facevamo spesso un tempo."
"Ieri ci ho provato, sai?"
"Andiamo... parlare di me è sopravvalutato."
"Quando ti pare Bell..."
O' non era stizzita, lo stava semplicemente prendendo in giro. Il loro rapporto era così, altalenante, erano in grado di scherzare, sostenersi, incazzarsi e poi tornare ad amarsi incondizionatamente nell'arco anche di una sola giornata. In realtà sapevano portarsi anche rancore per molto tempo ma dentro, erano consci che ci sarebbero sempre stati l'uno per l'altra. In particolare Bellamy sentiva il bisogno spesso di capire fino in fondo la piccola O', doveva proteggerla, era una sua responsabilità, dopo tutto si era fatto una promessa e lui non era il tipo da infrangere un giuramento tanto facilmente.
"Suvvia, qualcosa da raccontare ce l'avrai."
Lei lo guardò di traverso
"Avanti, chiedimelo, so perfettamente dove vuoi arrivare."
Bell tossì, avrebbe voluto evitare per una volta di fare la parte del fratello maggiore geloso e bacchettone ma si fece avanti.
"Ti frequenti con il ragazzo di quella mattina?"
"Già proprio così, che perspicacia! E' una brava persona, so che ti riesce difficile fidarti ma provaci, a volte mi ricorda te per quanto è apprensivo nei miei confronti... avete più punti in comune di quanto tu possa immaginare."
Bellamy annuì, senza riuscire bene a capire in che modo doveva interpretare quello che la sorellina le aveva detto.

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