XII

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I momenti dei saluti arrivarono velocemente e Clarke lesse nello sguardo di Wells un'intenzione particolare comunque velata ed imbarazzata ma ben riconoscibile. Cercò di mantenere la calma mentre il ragazzo le si avvicinava titubante, le labbra scure e carnose puntavano le sue ancora più pallide per il freddo.
Non era quello che voleva, non da lui e poi avrebbe portato solo maggiori complicazioni tuttavia allo stesso tempo non voleva ferirlo, le sembrava così fragile ed era stato così dolce nell'architettare nel modo più maniacale un perfetto appuntamento romantico, non mancava davvero nulla e quello sarebbe stato, senza alcun dubbio, l'adeguato epilogo.
Tutto si fece più semplice quando lui ormai ad una distanza più che ridotta chiuse i suoi occhi ed avanzò ancora, adesso un po' più deciso e sicuro, oramai si trattava di istanti ma in pochi secondi, d'istinto, la bionda voltò il capo facendo sì che il bacio di Wells si stampasse direttamente sulla sua guancia.
Tirò un sospiro di sollievo, non era il tipo di persona pronta a concedersi così, non dopo una settimana come quella quantomeno, non ad un ragazzo che di base era il solo vero amico che aveva a Boston, non adesso che i suoi sentimenti confusi aleggiavano insistentemente nella sua testa.
Fu lieta di non doverlo guardare negli occhi, essendosi voltata per tempo riuscì ad evitarlo, non avrebbe sorretto la delusione stampata a caratteri cubitali nel suo sguardo e senza dire nulla, dopo quel lieve contatto, girò sui tacchi e si diresse senza voltarsi verso l'ingresso.
Tenne lo sguardo basso notando che la neve stava già attecchendo al terreno e che l'intensità della precipitazione si faceva man mano più abbondante, non che le importasse fare considerazioni metereologiche ma cercò di distrarsi per non pensare alla figura di Wells che sicuramente stava ancora alle sue spalle aspettando un colpo di scena o probabilmente torturandosi con le più svariate domande.
Non era colpa sua, qualunque ragazza avrebbe potuto trovarlo attraente, qualsiasi ragazza normale si sarebbe sciolta di fronte a quel classico romanticismo da far invidia alla più illustre commedia sul genere, solo non Clarke, lei non era fatta in quel modo, sceglieva la via più difficile, era sempre stato così e per quanto ne sapeva, le cose non sarebbero cambiate quella notte.
Le luci erano spente e un forte odore di popcorn aleggiava nella sala ma la biondissima Griffin non vi badò, non aveva la più pallida idea se ci fosse qualcuno sveglio anche se giurò di aver sentito uno strano rumore sordo provenire dalla camera di Bellamy ma decise di non impicciarsi, la serata era stata già abbastanza densa di eventi, così corse verso la sua stanza.

Si spogliò velocemente guardandosi allo specchio e provando una strana sensazione, si sentiva così lontana dalla figura proiettata sul vetro riflettente, vedeva una giovane donna, un corpo sano e aitante tuttavia si sentiva così distante da quella visione.
Aveva infranto un cuore senza provi rimedio quella sera, senza preoccuparsi di trovare una soluzione ed era scappata prima che qualsiasi senso di colpa potesse assalirla.
Cercò di non pensarci, spegnendo la luce, i suoi piani erano andati in fumo pensò, mentre si lasciava avvolgere dal piumone.
Si era illusa di poter dimenticare facilmente quelle sensazioni contrastanti provate per Bell solo accettando di uscire con il suo collega di tirocinio ma se poteva ancora riconoscere distintamente lo strano sapore che la bile le aveva procurato quando Raven le aveva rivelato l'entità del suo rapporto con il maggiore dei Blake probabilmente tutto quello non era servito a niente.
Cercò con tutta sé stessa di scansare quei pensieri ma le sembrò impossibile soprattutto perché in quel letto si sentì profondamente piccola, il materasso era ancora freddo e la ragazza era rannicchiata in posizione fetale, solo due notti prima senza che potesse davvero realizzarlo aveva dormito il sonno migliore della sua vita e anche se sarebbe stato difficile ammetterlo non era per via dell'alcol o della stanchezza, si era sentita protetta ci avrebbe scommesso, anche se non poteva cercare una conferma nei ricordi annebbiati, sapeva che quella richiesta spudorata e fin troppo trasparente non era stata formulata casualmente.
Adesso, sola nel silenzio più assoluto e nel buio profondo, sentiva disperatamente il bisogno di avere accanto il corpo forte e rassicurante di Bell, avrebbe voluto aggrapparsi alle sue spalle, ai suoi fianchi e non staccarvisi più, ripercorse mentalmente la percezione delle sue gambe intrecciate a quelle del ragazzo, rivide il suo profilo dormiente e si rese conto di aver provato qualcosa di molto simile alla felicità, nonostante tutto.
Ora un muro nemmeno troppo spesso li separava, chissà cosa passava nella mente di Bellamy Blake.

Did I say that I need you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora