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Se non fosse stato per Bellamy non avrebbe mai messo piede in quella chiesa si ritrovò a pensare mentre tutti aspettavano ordinatamente il loro turno per uscire.
E ancora, se lo stesso ragazzo non le avesse tenuto nuovamente la mano mentre Abby e Marcus si stavano scambiando la promessa, chissà quale sarebbe potuta essere la sua reazione, per non parlare del momento in cui il prete recitò la classica formula
"Se qualcuno ha qualcosa in contrario a questa unione parli ora o taccia per sempre."
In quel momento la stretta di Bell si fece via, via più forte, tanto che solo per un attimo, Clarke sentì la sua mano indolenzirsi eppure, ancora una volta, non disse nulla.
Più quel contatto era forte, meno avvertiva quella fitta al petto che le faceva venir voglia di urlare a squarciagola e di darsela a gambe.

Furono gli ultimi ad uscire.
C'era riso dappertutto, vide molte persone che non conosceva ridere.
Osservò da lontano il vestito di sua madre, classico e sobrio, diverso da quello che aveva visto nelle fotografie che la ritraevano con suo padre durante il grande giorno.
Abby era stretta in un abito panna e teneva ancora in mano un bouquet di rose bianche, era lontana da lei come forse non lo era mai stata, sovrastata dalla folla che si congratulava e abbracciava i neosposi.
Incontrò il viso di Marcus per un istante, l'uomo le rivolse un sorriso radioso che tentò di ricambiare nel modo più naturale possibile, non era lui il cattivo della storia, era solo una conseguenza... proprio come lei lo era stata per Finn e Raven.
Jasper li raggiunse con il fiatone, seguito a distanza da Monty.
"Pensavamo di avviarci, tua madre e Marcus per il ricevimento hanno affittato una villa sul mare, verso sud e ci vorrà un po' per arrivare."
"Mhh, va bene."
Bofonchiò lei con un filo di voce e d'istinto si tirò Bellamy dietro quasi avesse paura di perderlo in mezzo a tutte quelle persone.
Non credeva potesse vedere così tanti volti sconosciuti ad un evento simile, sua madre si era data un bel da fare e di nuvo quel pensiero fu accompagnato da un filo di amarezza che sentì scorrere nel sangue delle vene sin dentro al cuore.

-


A Bell il mare non piaceva, gli faceva lontanamente tornare in mente suo padre, ovvio, erano ormai ricordi sfocati, non era che un bambino quando quell'uomo di cui non riusciva a pronunciare nemmeno il nome, lo portava in spiaggia nei pomeriggi d'estate.
Mentre lui sguazzava felicemente nell'acqua fredda dell'oceano, l'adulto se ne stava seduto sul suo asciugamano con il giornale davanti gli occhi scuri e la pipa che pendeva dalle labbra sottili e severe.
Vedeva gli altri bambini giocare con i propri genitori: costruivano castelli di sabbia bellissimi, giocavano con palloni colorati, facevano volare aquiloni e si rincorrevano sulla spiaggia.
Bellamy non aveva mai osato nemmeno chiedere nulla di simile al padre, conosceva già la risposta, così nuotava solo nel manto blu ed inventava buffi giochi solitari per passare il tempo, non amava la compagnia degli altri bambini, se non riusciva ad ottenere quella del suo papà per quale motivo avrebbe dovuto desiderare quella di altri?

Perciò quando arrivarono, la tipica brezza che gli scompigliò ulteriormente i capelli, gli fece provare un dolore che cercò di scacciare cercando gli occhi acquamarina di Clarke, il solo oceano in cui riusciva a perdersi senza voler trovare via d'uscita, privo di pena.
La spiaggia era ornata da fiori e lanterne, il sole era quasi tramontato del tutto ed i ragazzi si trovano con i piedi che affondavano nella sabbia fina.
"Non ho capito molto bene l'idea del ricevimento in spiaggia... non siamo un po' fuori stagione?"
Osservò Monty
"Credo sia stata un'idea di Marcus."
Disse Clarke ottenendo in pochi secondi l'attenzione di tutti e tre i ragazzi.
"Che c'è? La prima volta che l'ho conosciuto mi ha detto di amare l'oceano più di ogni altra cosa. E poi Abby non è tipo da mare, odia la sabbia e la salsedine..."
Lo disse con un tono soddisfatto come se avesse svelato la prima incrinatura di quel matrimonio appena celebrato.
Annuirono all'unisono, senza aggiungere nulla al riguardo.
Jasper tentò maldestramente di cambiare discorso facendo banali osservazioni sull'abbigliamento dei vari invitati.
Raggiunsero una sorta di gazebo a vetri dentro al quale c'erano i tavoli per il buffet ed una piccola orchestra che già si prodigava a diffondere una melodia blues.
Bellamy notò che ancora nessuno si era seduto, tutte quelle persone che per lui non erano che comuni volti di completi sconosciuti non facevano altro che scambiarsi calorosi saluti, sorrisetti e superficiali osservazioni.
Esattamente in quell'istante si sentì toccare la spalla, quando si voltò non pensava di trovarsi davanti proprio a quella persona.
Abigail gli stava rivolgendo un sorriso smagliante:
"Tu devi essere Bellamy!"
Già durante la cerimonia il giovane Blake si era stupito: Clarke e la madre non si assomigliavano per nulla. Le morbide linee della giovane Griffin erano secche e rigide sul corpo della donna, la seconda poi invece di una chioma bionda e lucente aveva dei lunghi capelli castani e gli occhi scuri sembravano essere così diversi da quelli così blu della figlia. L'unica cosa che sembrava accumunare le due era l'identica espressione seria e compita che però in quella giornata Abigail aveva mostrato decisamente molto meno della figlia.
"Salve signora Gr... Kane. E' un piacere conoscerla."
Gli porse la mano, non era molto pratico di situazioni così dannatamente formali e lontane dal suo quotidiano.
Con stupore, si ritrovò avvolto da un abbraccio.
"Chiamami Abby."
A quanto pare la donna era anche molto più calorosa della figlia.
Lui annuì ed aggiunse
"Le faccio i miei più cari auguri, spero possiate passare una piacevole vacanza, Clarke mi ha detto che partirete stasera stessa."
"Grazie caro, sì abbiamo l'aereo stanotte alle due. A proposito l'hai vista? Ancora non siamo riuscite ad incrociarci se non da lontano... Sai com'è con tutta questa confusione."
Era convinto che la bionda fosse rimasta al suo fianco mentre erano entrati nella sala a vetri ma si rese subito conto che la ragazza mancava all'appello.
"Potrebbe essere al bagno?"
"Proverò a vedere..."
Fece per andarsene, poi parve ripensarci mentre prendeva da un vassoio che un cameriere le aveva premurosamente avvicinato due bicchieri di prosecco, riprese la parola porgendo l'alcolico a Bell.
"Come ti è sembrata?"
"La cerimonia? Stupenda signora, è tutto molto gradevole."
La donna abbozzò una smorfia soddisfatta sul suo volto poi però decise di correggerlo
"In realtà parlavo di mia figlia... Siete in buoni rapporti, no?
"Beh sì..."
Sentì poca enfasi nella sua risposta, non capiva davvero come affrontare quel discorso così spinoso. Clarke non stava bene ma non era suo il compito di comunicarlo alla madre o almeno non del tutto
"Credo non sia facile per lei accettare tutto questo. Ma sicuramente non è nulla che non si possa risolvere o quantomeno chiarire con una genuina chiacchierata."
Lei tirò fuori un perfetto sorriso materno che il ragazzo faticò a digerire, era pieno di quella tenerezza che solo una madre è capace di esprimere, una di quelle espressioni che non ricordava di aver mai visto sul viso di Aurora.
"Mi piaci Bellamy."
Poi venne accalappiata da una coppia di signore ben vestite e si ritrovò solo nel bel mezzo della stanza, cominciò a guardarsi intorno, senza pensare molto alla conversazione appena terminata con Abigail i suoi occhi cercavano quella ormai familiare chioma bionda e quando finalmente la individuarono, il suo stomaco si chiuse come i pugni lungo il suo profilo snello ed elegante.

Did I say that I need you?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora