XI - Parte 2

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La prima cosa che aveva fatto una volta messo piedi di nuovo a Boston era stato mandare un messaggio a Raven chiedendole di vedersi per fare colazione il giorno seguente.
Era stato un gesto istintivo, voleva parlare con qualcuno in grado di capire alcune dinamiche, soprattutto quelle relative a Finn ma che allo stesso tempo non avesse quella confidenza tale da farle una predica o darle un consiglio di vita, non aveva bisogno di quelle stronzate, voleva solo un po' di sincerità e schiettezza e si era resa conto che quella ragazza era decisamente la più adatta.

"Non mi sarei mai aspettata di vederci di nuovo sedute in un bar così presto."
Clarke la guardò dubbiosa, a volte non capiva se la moretta la prendesse in giro o fosse seria.
"Te l'ho detto, non così presto. Ma non mi dispiace Clarke, non sono il tipo di persona contornata da amiche ventiquattro ore su ventiquattro e la possibilità di poter fare una chiacchierata a volte mi manca."
"Ho pensato a te perché al matrimonio di mia madre ho incontrato Finn."
Raven diede vita ad un'espressione colma di stupore
"Che diamine ci faceva lì?"
"Si occupava del catering a quanto pare..."
"E?"
"E ha cercato di parlarmi, di scusarsi, credo."
"Credi?"
"Temo che la pressione mi abbia indotto a bere qualche bicchiere di troppo."
"Cosa stai cercando di dirmi Griffin? Quello che fai con lui non mi riguarda."
Disse sulla difensiva l'altra.
Clarke scosse la testa, la ragazza stava decisamente fraintendendo.
"Ferma Rav' tra me e Finn non è successo nulla, né succederà mai nulla, ho già sofferto troppo gli ho già permesso di ferirmi e non capiterà nuovamente, non voglio più essere debole."
"Quindi cosa hai fatto?"
"Me ne sono liberata, in realtà Bell mi ha aiutata... E credo di poter dire di essermi lasciata tutto alle spalle, sai forse era necessario rivederlo per capirlo definitivamente"
Un ghigno si dipinse sulle labbra della giovane Reyes.
"Che buffo, Blake sembra averla presa davvero a cuore questa cosa."
Fece con un tono abbastanza ironico che incuriosì Clarke.
"Non riesco a seguirti, a che ti riferisci?"
"Bhè diciamo che ha provato ad aiutare anche me dopo la storia di Finn..."
La bionda aggrottò le sopracciglia, nonostante fosse sempre stata piuttosto sveglia e scaltra non riusciva, o forse non voleva, capire esattamente cosa Raven volesse dire.
"Davvero non hai capito?"
La ragazza scosse la testa.
"Come sei ingenua Griffin. Diciamo che io e Bell ci siamo frequentati per un periodo."
"Cioè uscivate insieme tipo... una coppia?"
"No Clarke, decisamente no, più che altro direi che ce ne stavamo rintanati sotto le lenzuola stando attenti a non farci scoprire da nessuno."
Aprì la bocca inconsciamente mentre un dolore dal petto si diradava in tutte le direzioni lasciandola incapace di reagire, non riusciva a fermarlo in alcun modo.
"Dio che liberazione. E' stato orribile non poterne parlare con nessuno ma dopo tutto avevamo fatto un patto e con tutti gli amici in comune che abbiamo è stato meglio così. Sono così contenta che tu sia fuori da tutto questo e sia soltanto la sua coinquilina, sono sicura che a te non farà storie anche se dovesse scoprire che ne sei a conoscenza."
Clarke non rispose, non aveva ascoltato nemmeno una parola che velocemente era uscita dalla bocca dell'amica, era come se il suo udito fosse ostacolato, attorno a lei qualsiasi rumore, qualsiasi voce erano ovattati.
Se quello che sentiva era dovuto ai suoi stupidi sentimenti per Bellamy, avrebbe dovuto difendersi prima che fosse troppo tardi. Si sentiva strana anche solo a pensare che potesse sentirsi in quel modo per il più grande dei Blake... Come aveva potuto sfuggirle? Perché se n'era accorta solo adesso? Ma poi accorta di cosa? Poteva dirsi infatuata in base a che? Al fatto che avrebbe voluto ricordare qualcosa che nemmeno era accaduto durante una sera di confusione ed ubriachezza generale?
"Hei, va tutto bene?"
Raven le stava scuotendo una spalla e la guardava dritta negli occhi.
"S-si, è solo che, ho realizzato che è tardissimo, devo fare una miriade di cose."
"Mmh. Non ti trattengo se devi andare, tranquilla, pensavo avessi la mattinata libera..."
"Già anche io."
E si alzò rumorosamente per evitare che la mancanza di risposte chiare facesse sentire più pesantemente il suo eco.
"Ci sentiamo presto, te lo prometto."
Ed in cuor suo Clarke avrebbe voluto non averla mai conosciuta. Con il suo sorriso limpido e sbarazzino ed i suoi occhi grandi e quasi a mandorla le sembrava solo una ragazza gentile e determinata al tempo stesso ma troppo bella e diversa da lei, non provava ribrezzo o astio nei suoi confronti eppure immaginarla affianco di Bell le dava delle terribili fitte allo stomaco. Uscì in fretta dalla caffetteria, annaspava e cercava disperatamente un po' d'aria, aveva bisogno di non pensare e quindi di tenersi occupata, lo stesso Blake gliel'aveva detto che funzionava quasi sempre.

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