Cap 7

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Tony

Mi alzo presto per andare a correre.
Passando lungo il corridoio mi soffermo davanti la porta di casa di Bea.

Merda.
Ieri c'è stato un momento in cui ho creduto di volerla baciare.

Così non va.
Se continuo a vederla finirò per cadere come una pera cotta.
Io sono convinto di non provare niente per lei.
..Si.
Questo lo so, però ogni volta che la vedo, quando la guardo, quando sento il suo delizioso odore, porca puttana, impazzisco!

Per questo devo stare lontano da lei.

Metto gli auriculari e accendo il mio lettore mp3 facendo partire i Muse.
Faccio una corsa lungo il viale alberato, entro dentro al parco,  passo dalle strade principali ed è bellissimo correre immerso nel silenzio della città che si sta svegliando.

Sono già le sette, ho il tempo di una doccia e poi vado in azienda.
Rallento davanti casa riconoscendo l' esile e sottile figura dai capelli color miele.

Strabuzzo gli occhi quando la vedo... fumare?
Indossa il giubbotto nero ed il solito cappuccio bianco, in più ha il grembiule da lavoro che le fascia i fianchi.

Mi fermo per prendere fiato e scorgo la sua espressione stranita; è sorpresa quanto me di vedermi.
-Ehi!-
-Ciao.- Dico col respiro affannato, mentre mi svincolo dalle cuffie.
-Corsetta mattutina?-
Chiede sorridendo.
Ha il naso arrossato e gli occhi cristallini del mattino.

Cazzo, che bella.

-Sì.  Mi piace l'aria fresca del primo mattino.-
-Tra qualche giorno sarà così fresca che non credo potrai uscire di casa a quest'ora.-
Sorride di nuovo.
E provo gioia vedendola così.

-Niente programma di allenamento oggi?-

Stavolta scappa a me un sorriso. 
-No. Temevo di svegliarti, però, certo, se avessi saputo che eri già attiva a quest'ora...-
-Oh! Certo!- Sghignazza e lo fa in modo naturale, producendo un suono piacevole.

È infreddolita, si accarezza il braccio sinistro con la mano destra, mentre con l'altra mano regge la sigaretta.
Fa un tiro, poi butta il fumo dall'altra pare.

-Da quanto tempo fumi?-
Indico la cicca accesa facendo un cenno col capo e metto le mani in tasca. Stando fermi l'aria fresca pizzica.

-Da un paio di mesi.- Risponde lei mentre fa un altro tiro.
-Non lo sapevo.-
-Ci sono tante cose che non sai di me.-
Ribatte subito. Rendendosi conto si aver alluso a qualcosa, abbassa la testa e si fissa i piedi.
-Vuoi?-
Chiede dopo qualche secondo offrendomi il pacchetto, ma io scuoto la testa.
-No grazie, io non fumo. E non dovresti farlo nemmeno tu.-
Lei solleva le sopracciglia per lo stupore.
-Vuoi farmi credere che ti preoccupi per me?-

Minchia,  certo che mi preoccupo per te Bea! Vorrei urlarle, ma mi limito a sorridere.
-Fumare fa molto male alla salute.-
-Si muore di cancro anche senza fumare. Si muore e basta. Perché privarsi?-

Che razza di ragionamento.
Che stupida quando dice queste cose.

È sempre la solita, cinica e scettica Bea.

-Fa come credi. Devo...andare adesso o farò tardi.-
-Sì,  anche io.-
-Ci si vede.-Dico senza pesare troppo le parole, cosa che invece a quanto pare fa Bea, perché credo che abbia intravisto una promessa ed una luce di speranza nel mio saluto.
-Buona giornata.-  Sorride ed entra nel locale di Massimo.

Faccio una doccia, prendo il portatile e la cartelletta e raggiungo Salvo per andare in azienda.

Il corso che sto facendo insieme  Salvo é davvero interessante, alcuni colleghi sono un po' antipatici,  credo che lo facciano di proposito a snobbarmi,  perché sono siciliano.
Sono proprio delle teste di minchia.

Come sole & neve 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora