Cap 30

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Bea

Non credo ai miei occhi, ma la corsa impazzita che il mio cuore ha intrapreso mi convince a farlo.

Tony è qui; se ne sta seduto, con la schiena contro il muro e le ginocchia alzate, sulle quali poggia le braccia incrociate  e affonda la testa.

Il mio Tony...è qui.

-Tony?-  Domando stupita attirando la sua attenzione.
Mi indirizza i suoi occhi e solleva le labbra da un lato in quello che sembra un sorrisetto compiaciuto.
-Sì.  Sono proprio io.-
Fa per alzarsi ma non ci riesce. Barcolla e si risiede a peso morto a terra. Impreca qualcosa poi si trascina in una risata lenta e allungata.

Merda è ubriaco.

Gli corro incontro e mi abbasso al suo fianco.

-Tony hai bevuto ancora? Perché?-
Chiedo spostando il ciuffo scuro ribelle e disordinato che continua a coprire i suoi stupendi occhi stanchi e lucidi.

-Perché voglio...dimenticare...-

Oh.
Che significa?
Dimenticare? Cosa?

Sento un tuffo al cuore per lo stupore di quella risposta.

-Che ci fai qui Tony? Non sei partito?-
-No..- Dice strofinandosi la faccia con le mani per poi infilarle tra i capelli e lasciar crollare la testa giù tra le gambe.

-Perché? Cosa è successo?-
-Perché...-

Solleva il volto e immerge i suoi occhi verde smeraldo nei miei.
Ha la bocca leggermente schiusa e la sua espressione dolce è leggermente indurita da un'ombra di preoccupazione.
Mi fissa ammaliato, incantato,  come se fosse ipotizzato.
Un piccolo ciuffo sfugge di nuovo alla sua folta chioma, accarezzando la fronte appena umida per il sudore.

È bellissimo.

Senza mai smettere di guardarmi allunga goffamente una mano e fa scivolare lentamente le nocche sulla mia guancia.

Un fremito improvviso mi assale.
Quel lieve contatto ha il potere di sconvolgere il mio respiro e i battiti del mio povero cuore.
E i suoi occhi.. continuano a leggermi dentro, a scrutarmi fino in fondo all'anima, rendendomi completamente inerme, esposta, sua.
Credo vogliano dirmi molto più di quello che le sue labbra riescano a lasciarsi scappare.

-Perché il mio posto è qui: con te.-

Oddio...
Quanto è dolce...

-Ti aiuto a metterti a letto.-
Interrompe quel momento quasi magico e lo faccio più per me che per lui. Ho paura di non riuscire a controllare ciò che sento.

-Con piacere...- Cantilena con enfasi, mentre mi tiro su.
-Vieni qui.  Aggrappati a me.-
-Molto volentieri piccola.- Dice con un ghigno sulla faccia mentre prova a mettersi in piedi col mio aiuto.
Mi passa un braccio attorno al collo e finalmente, dopo qualche tentativo fallito, si tira su.

Puzza maledettamente di alcol.
Perché mai si è ridotto così?

-Dove hai le chiavi Tony?-
-Oh. Le chiavi...- Mi guarda corrucciato e confuso, come se gli avessi fatto una domanda esistenziale.
-Sono nella casta...cioè..nella tasca, credo.- Ride e per poco non perde l'equilibrio.
Provo a sostenerlo, ma cavolo pesa tantissimo.
È... massiccio. Forte. Duro.
È così piacevole sentire il suo corpo contro il mio.
Accidenti..
Anche da ubriaco il suo corpo è un richiamo naturale per me.

Metto la mano nelle tasche esterne del giubbotto di pelle, poi apro la cerniera per controllare in quella interna ma niente, così senza lasciarlo, continuando a reggerlo con un braccio, infilo la mano libera dentro la tasca dei jeans.
Gli sfuggono un ghigno ed un sussulto insieme, quando mi allungo per arrivare all'altra tasca.
-Wow! Piccola...non cambi mai.. sai proprio dove mettere le mani eh..-

Come sole & neve 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora