Cap 12

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Tony

Sono scappato dalla serata come un folle in preda alla rabbia e al delirio.
Ho salutato i miei amici di corso promettendo loro di farmi sentire spesso, poi sono andato via.
Lontano da lei. Lontano da lui, da loro.

Lei che afferra la sua mano, lui che con fare protettivo le cinge la vita compiaciuto delle attenzioni ricevute...sono nuove immagini che aggiungo alla collezione dei momenti più dolorosi da ricordare.

Scolo una birra, ma non basta per farmi scordare i suoi occhi e le sue parole di ghiaccio quando poneva la parola fine alle mie speranze e alla mia voglia di ricominciare con lei.

Non ci credo.
Non posso credere che lei si sia arresa. Eppure quando l'ho baciata è stato così...così...incredibilmente bello. I nostri corpi sembravano essere in simbiosi e i nostri cuori affini battevano in sincronia perfetta mentre il tempo si fermava e tutto attorno a noi sembrava quasi sfumare.
Sentivo che ogni cosa fosse al proprio posto; il respiro, i battiti, il fluire del sangue, la sua bocca sulla mia.

Non mi arrenderò così facilmente. Conosco Bea e sono certo che anche per lei è stato così.
Ho ancora addosso il cappotto quindi esco e senza rifletterci su troppo faccio la cosa che reputo più giusta.

Busso alla sua porta e aspetto con il cuore in gola.
Cazzo.
Ho paura.
È onesto ammettere di avere paura, giusto?

Bene, io sto morendo di paura.

So che lei mi rifiuterà di nuovo e questo saperlo in anticipo mi ricorda la sensazione che si prova quando si sente l'acquolina in bocca prima di mangiare qualcosa di buono, solo che quello che sento io adesso non è così buono; è il sapore del dolore pregustato prima ancora di ascoltare un'altra volta le parole, taglienti come lame, uscire dalla sua bocca. Da quella bocca perfetta, che dovrebbe donarmi solo parole dolci e baci, come un tempo.

Provo a bussare di nuovo, ma in risposta ricevo solo un'agghiacciante silenzio.

Sarà ancora col dottore.

Non posso pensarci.

Rivedo l'espressione sicura di quel damerino quando stavo quasi per sporcargli di sangue quel suo musetto pulito.
Risento quella fastidiosa spavalderia che inebriava la sua voce quando mi provocava, dicendo che lei non sarebbe stata mai più mia, che mi avrebbe presto dimenticato e si sarebbe lasciata andare, facendosi amare da lui.

Merda.

Giuro che se la tocca, lo ammazzo.

Lo ammazzo.

Scendo per le scale di corsa, colto da un improvviso bisogno di respirare aria fresca.

Il mondo sopravviverà pure con un veterinario in meno.

Ma che dico?
Sono pazzo.

Sono completamente pazzo.

E l'espressione sbalordita della stupenda ragazza bionda che improvvisamente mi appare dinnanzi me lo conferma.

-Tony?!- Chiede aggrottando le sopracciglia, mentre esce dal locale dove lavora.

Era da Massimo!?

Provo sollievo vedendola. Soprattutto vedendola da sola.

-Bea.-
-Sono passata da Massi per bere una cosa.- Spiega, provando ad alleviare la perplessità che legge sul mio viso.
-Ora vado a letto sono...distrutta. Scusami.- Dice esitante senza incrociare per troppo tempo i miei occhi.
Mi passa vicino e... non riesco a lasciarla andare.
Non perdo l'occasione per sfiorarla, toccarla,instaurare anche un piccolissimo contatto con lei.
Ne ho troppo bisogno.

Come sole & neve 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora