Tre mesi.
Tre lunghi e fin troppo silenziosi mesi.
Tre mesi da quella scenetta in cucina, da quella mattinata strana e che ha risvegliato fin troppe emozioni in entrambi.
Tre mesi da quando erano in quella casa e da quando maggio li aveva abbandonati facendo subentrare giugno e così via fino ad agosto.
I mesi erano come volati e gli obblighi aumentavano, regole che si susseguivano ma che neanche sembrano essere più obblighi per i due.
Quasi come se fosse diventato spontaneo vivere assieme, cucinare uno di fianco all'altro e avere i loro corpi che si sfioravano.
Volontariamente e non.
I bracciali erano ancora lì, quella penitenza che doveva spaventarli e obbligarsi ad essere civili ma che ora altro non era se non dimenticata.
Perché lo erano, civili. Certo, vi erano qualche battibecco e qualche battuta un po' forte ma non vi era mai stato bisogno di scosse per abbracciarsi.
Non vi era mai stato bisogno di un intervento superiore.
Nonostante questo, nonostante l'ovvietà delle cose, né Harry né Draco sembravano propensi ad accettare la cosa.
Internamente ne erano consapevoli ma parlarne e dirlo ad alta voce? mai.
La voce stessa era consapevole della vicinanza di quei due, era più che visibile, e si divertiva ad aggiungere di tanto in tanto regole mirate.
L'ultima fu la sua preferita per parecchio tempo: doversi fare almeno un complimento al giorno.
La prima volta che gli venne proposto fu a fine luglio.
"Scherziamo, vero?".
Draco arricciò un angolo della bocca, un marcato disgusto.
"non ho intenzione di fare dei complimenti a un grifondoro".
"È reciproco, tranquillo".
La voce cercò di trattenere una risata.
Era evidente come ci fosse dell'altro sotto.
"Non vorrete provare ancora la scossa, vero?".
Lo disse in modo provocatorio, quasi si stesse prendendo gioco di loro. Il che, di per sé, non era sbagliato.
Harry e Draco si fissarono negli occhi, un leggero brivido lungo la schiena e poi sospirarono.
"Mh..." un inizio sicuramente intelligente ed eloquente, "Potter".
Il giovane, chiamato in causa, alzò lo sguardo ad incontrare il suo.
"sei bravo a Quidditch. credo".
Harry piegò il capo di lato, un gesto tenero. Dolcezza negli occhi.
"Credi o lo sono?".
Draco si morse l'interno guancia, giocando con le proprie dita.
"lo sei. sei bravo, sì".
Harry gli regalò un sorriso timido.
"Tu, ecco, hai... Come dire...".
"Andiamo Potter, ho talmente tante cose belle che potresti stare qui giorni. Scegline una, svelto".
Il grifondoro non poté fare a meno di ridacchiare e alzare gli occhi al cielo.
"Hai dei bei capelli".
E lo erano, belli. Tanto da voler alzare una mano e giocare con una ciocca.
Tanto da volerci passare le dita in mezzo mentre il capo di Draco era poggiato sulle sue gambe, osservare la sua espressione rilassarsi.
Le guance gli si erano arrossate ai pensieri fin troppo vividi nella sua mente.
Lo sguardo non era più su Draco e non poté registrare il sorriso sincero che gli stava dedicando.
"Sono così fiero di voi. Per oggi ho finito, ricordate che dovrete dirvi qualcosa di carino ogni giorno"gli ricordò e fece per staccare il collegamento, poi però ci ripenso.
"Ah, ho visto che amate i biscotti. Vi arriveranno altri pacchi che ne conterranno parecchi, saranno abbastanza. Non ci sarà bisogno di 'litigare' per l'ultimo" aggiunse e poi il collegamento si interruppe.
Harry aveva le guance che andavano a fuoco, Draco deglutiva e sentiva qualcosa dentro a quel ricordo.
---
Quella mattina di inizio agosto qualcosa accadde.
Come da abitudine, oramai, i due si alzarono e fecero colazione insieme con i soliti deliziosi biscotti.
Dopo aver finito iniziarono a sistemare i piatti, durante quei mesi impararono che sarebbe toccato a loro pulire e che, sfortunatamente, se i piatti non vengono lavati non spariscono magicamente.
In quella casa tutto era babbano, più o meno.
"Tocca a te iniziare con i complimenti, Potter" gli ricordò.
Harry annuì e si mise a pensare mentre asciugava i piatti.
"Ti vesti bene, vorrei vestirmi come te almeno una volta nella vita" dichiarò.
"Tutti vorrebbero avere il mio stile, ne sono consapevole" e sorrise scrutando il suo coinquilino.
Osservò la sua figura slanciata, i capelli neri indomabili, gli occhi di un verde unico dietro gli occhiali leggermente scesi e poi osservò le labbra.
Erano così invitanti, belle.
"Le tue labbra".
Un passo in avanti.
"Cosa?".
Harry piegò capo, confuso. Non stava seguendo la conversazione.
"Hai delle belle labbra", un altro passo.
"Si, proprio belle".
I due erano a pochi centimetri di distanza, nasi si sfioravano e gli sguardi incastrati tra di loro.
Una mano di Draco fu portata con esitazione sulla guancia di Harry, accarezzandola.
Il pollice che segna cerchi immaginari, gli occhi che non osano guardare altrove se non in quelli di Harry.
Harry, da parte sua, deglutì ma non si mosse.
Gli occhi che faticavano a restare aperti a quel contatto così dolce, intimo.
"Malfoy, ma cosa...".
Ma Draco non stava ascoltando, non realmente. I pensieri completamente abbandonati se non per le labbra a cui non riusciva a smettere di pensare.
"perdonami se non ti chiedo il permesso" fu in grado di sussurrarè, prima di posare le labbra sulle sue.
Un tocco delicato, appena percepibile e così poco duraturo che Harry non fece in tempo a reagire.
"Chiamami Draco".
Il sussurrò pronunciato sulle sue labbra mentre stava per allontanarsi, la mano che fece per scostarsi ma fu fermata da Harry.
Dita attorno al polso delicato e sottile di Draco, l'altra mano sulla base del collo dell'altro mentre se lo tirava contro.
"Draco".
sussurò lui, tirandolo in un secondo bacio.

STAI LEGGENDO
Il Gioco||Drarry
Fanfiction[C O M P L E T A T A] Harry Potter e Draco Malfoy. Due rivali che si ritrovano catapultati in una casa nuova, confusi e inseriti in un gioco di cui non vogliono sapere nulla. Cosa accadrà? Chi c'è dietro tutto ciò? ...