«Venga, venga pure avanti signor...». L'uomo che Franco aveva di fronte scorse il foglio che teneva tra le mani. «... Signor Pancaldi! È lei, giusto?».
«Sì, signore!».
«Si accomodi pure!» il misterioso interlocutore indicò con fare cortese la sedia posta dinnanzi la sua grande scrivania su cui erano appoggiate risme di fogli, cartelle, timbri, scrupolosamente ordinati in specifici settori del piano. Al centro spiccava una targa dall'aria importante su cui era inciso un nome: Sam Peter.
Franco non se lo fece ripetere due volte e, a passo svelto, attraversò l'enorme stanza. Camminando si guardava attorno. Era davvero un luogo imponente. Le pareti erano tinte di un bianco splendente, che trasmetteva un certo effetto di serenità. Della stessa tonalità erano i pavimenti, lindi e perfettamente lucidi, come se fossero stati appena puliti da una squadra di inservienti estremamente pignoli. Tutto in quel posto era in armonia con il resto, non c'era nulla fuori luogo che contrastasse con gli altri elementi.
Con fare decisamente tranquillo, Franco si sedette di fronte a Sam Peter, un uomo occhio e croce di almeno sessant'anni. Era abbigliato in maniera impeccabile con un completo bianco, che si intonava perfettamente con l'ambiente circostante. Aveva dei capelli corti di un grigio raro, una barba molto ben curata dello stesso colore, e degli occhi di un ceruleo soprannaturale, che sfociavano in uno sguardo penetrante.
«Immagino che lei sappia del perché si trova qua» esordì pacato.
Franco annuì serafico.
«Sa» proseguì il signor Peter «lei è una delle rare persone che si presenta qua totalmente rilassata. Spesso coloro che attraversano la soglia di quella porta hanno sempre un'espressione tesa».
«Forse coloro che attraversano quella soglia non sono certi di essere, come dire, perfettamente in regola. Io lo sono invece».
«Vedo che la sicurezza non le manca, signor Pancaldi! Mi dica, cosa la rende così tranquillo?».
«Sono sempre stato un uomo estremamente devoto, signore!».
«Devoto... In che senso, scusi?».
Franco, leggermente spiazzato dalla domanda, assunse un espressione confusa. «Come sarebbe a dire?».
«Dunque, immagino che lei sappia come funziona da queste parti. Occorre esaminare la sua situazione e, in caso di giudizio positivo fornirle l'apposito Badge per accedere al piano superiore!». Sam Peter indicò la porta in vetro alla sua sinistra, recante sulla soglia un lettore ottico.
«Da quando siete così moderni?» scherzò Franco.
L'altro sorrise. «Semplicemente vogliamo che siate il più possibile a vostro agio in un ambiente familiare in questi momenti. Concorderà certo con me che si tratta di una questione piuttosto importante. Ma torniamo a noi».
Il signor Peter appoggiò sulla scrivania una cartella sui cui era ben visibile un nome sul davanti: Franco Pancaldi.
«Questo è il suo dossier. Qui c'è tutto quello che sappiamo su di lei che sia degno di nota per il nostro scopo».
Sam Peter aprì la cartella, tirò fuori un foglio e lo lesse con un'espressione di ammirazione. «Debbo dire che lei ha un curriculum di tutto rispetto!».
«Grazie, signore!».
«Battesimo, Eucarestia, Confermazione, Riconciliazione, Matrimonio! I miei complimenti!».
«Le avevo detto che ero devoto!».
Il signor Peter sollevò gli occhi dal foglio. «Devoto? Oh, certo! Qui vedo che è sempre stato un assiduo frequentatore della sua parrocchia! Non mancava mai una messa e, come se non bastasse, cantava nel coro e si prodigava incessantemente nell'insegnamento del catechismo! Direi che avrebbe tutte le carte in regola!».
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Tales by Dan
Short StoryDalla mente alla penna. Dalla penna a Wattpad. Una raccolta di racconti brevi rigorosamente eterogenea. Buona lettura.