Lontani da Me (Parte 5)

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Emma strabuzzò gli occhi. Era davvero lui. Un sorriso le si dipinse istintivamente sul volto. Il suo cuore era ormai diventato una locomotiva, e si accorse che la sensazione del freddo inverno nemmeno la sfiorava più.

Imbambolata com'era in quella direzione, attirò inevitabilmente l'attenzione dello sgradito gruppo, che andò con lo sguardo da quella parte. Non appena Lara si voltò nuovamente verso Emma, questa la vide assumere un espressione di ironica sorpresa.

«Ooooh».

«Uuuuh». Le fecero coro le altre.

Emma in una situazione normale, avrebbe alzato gli occhi al cielo e imprecato interiormente, con un ricco condimento di invettive verso la stupidità umana dimostrata da quei tre esemplari di mammifero. Questa volta, però, la cosa non la toccava, quasi non aveva percepito i loro versi. Aveva gli occhi fissi su Giacomo.

Il ragazzo era ancora lontano da lei, e mostrava un sorriso a trentadue denti di rimando a quello di Emma.

Lei, immediatamente, passò attraverso le tre, e si diresse verso Giacomo, che impeccertibilmente si irrigidì, pur mantenendo la sua espressione felice e serena.

«Ciao» esordì Emma con un cenno.

«Ciao».

Immediatamente la conversazione cadde in un silenzio in cui entrambi erano impegnati a guardare l'uno negli occhi dell'altra. Emma si tuffò immediatamente nel chiarore degli occhi che aveva dinnanzi a lei, quel grigio raro a metà con l'azzurro che avevano attirato la sua attenzione già dalla sera prima, in cui aveva visto per la prima volta la sua immagine profilo di Twitter.

Emma spezzò il silenzio. «Allora, ce l'hai fatta! Pensavo non venissi più!».

Giacomo sorrise. «Eri preoccupata? Ti avevo anche scritto che sarei riuscito a venire!».

Emma estrasse dalla tasca il cellulare scheggiato, e voltò il display verso di lui con uno sguardo piuttosto eloquente.

«Capito! Se scusata allora!».

Il tono ironico di Giacomo fece scoppiare lei a ridere.

«Non ci presenti il tuo nuovo amico?».

Il tono di Lara, che proveniva dalle sue spalle, la riportò brutalmente alla realtà spezzando uno di quei rari momenti in cui deponeva l'ascia di guerra con il resto del mondo.

No. Avrebbe voluto urlarle in faccia. Gira a largo.

«Piacere, Lara!» disse lei, tendendo la mano a Giacomo.

Emma la fulminò, incrociando per un istante il suo sguardo languido.

Eh, no bella! Non provare nemmeno a pensarci!

Troppe emozioni. Troppi sentimenti contrastanti. Emma si sentiva impazzire. Non poteva passare dall'angoscia, all'euforia, a una rabbia che le partiva dall'interno e che stava per esplodere.

Giacomo tese a sua volta la mano, neutro. «Piacere, Giacomo!».

«Quindi è lui che dovevi incontrare! Che scoop!» urlò Lara.

Emma si sentì ribollire. Che ci faceva quella gallina lì? Perché doveva rovinare sempre tutto? Perché non si faceva una spadellata di fatti suoi?

«Allora, voi due venite con noi alla Festa d'Inverno?».

Ma non se ne parla nemmeno! Adesso le do il benservito, e buonanotte!

Emma stava per aprire la bocca, quando udì la voce di Giacomo. E il sangue nelle vene le si gelò.

«Volentieri!».

Emma sgranò gli occhi e li puntò su Giacomo.

Volentieri? Volentieri? VOLENTIERI? Ma è completamente impazzito?

Lara esplose in un'espressione compiaciuta. «Ottimo! Andiamo allora!».

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