Buonasera a tutti voi, Wattpadiani che non siete altro. Eccoci giunti alla seconda prova del concorso "Varietà di Short Stories Vaganti" indetto da Animus-ignotus. La scadenza era fissata per il 28 giugno e sono le 21:52 del 28 giugno. Direi che questa volta sono arrivato a filo. Riassumendo dunque il racconto doveva avere come tema centrale l'agnizione e rispettare i canoni della Poetica aristotelica. Ah, un piccolo extra: l'ambientazione è l'apocalisse biblica di Giovanni. Non vi dico null'altro, altrimenti vi rovino la sorpresa. Via con la storia.
La calura estiva offuscava la mente e i miei riflessi sembravano essersi affievoliti. Non riuscii a collegare immediatamente la situazione con il pensiero. Una volta che le mie sinapsi impigrite si attivarono, un'ondata adrenalinica mi invase il corpo.
«Ginevra! Ginevra!» chiamai a gran voce.
Avvertii immediatamente una voce allarmata provenire dal soggiorno. «Marco!».
«Tu e la piccola mettetevi immediatamente sotto il tavolo! Subito!». Il mio tono si sforzava di essere sicuro e rassicurante, ma non riusciva a nascondere il panico che si era impossessato di me in quell'istante.
Mentre speravo che mia moglie avesse sentito e avesse fatto quello che le avevo detto, mi precipitai nel soggiorno. Vidi Ginevra che si affrettava a condurre verso il tavolo Lucia, la nostra bambina di quattro anni.
Vidi il lampadario del soggiorno ondeggiare pericolosamente. Osservando la situazione immaginavo cosa sarebbe successo da lì a poco. Il pavimento si muoveva, quasi ad ostacolare il mio cammino. Più andavo avanti, più il mondo attorno a me si scuoteva e il lampadario minacciava di staccarsi dal soffitto da un momento all'altro.
"Ora o mai più!".
Non mi arresi, mantenni l'equilibrio e il focus. Usai tutte le mie energie per scansare Ginevra e Lucia dalla caduta di quell'affare. Fu un soffio. La mia spinta diede l'energia necessaria a loro per muoversi in avanti e a me per indietreggiare. Il lampadario cadde con un tonfo fragoroso nel mezzo, frantumandosi.
Fortunatamente Ginevra fu pronta a proteggere Lucia dai frammenti che schizzarono in tutte le direzioni posizionandosi davanti.
"Pentiti, dannato!".
Una voce che non avevo mai sentito echeggiò nella mia mente. Il suo tono era candido, quasi angelico, ma allo stesso tempo era intriso di una durezza che faceva rabbrividire.
«Marco!».
Il richiamo di Ginevra mi distolse. Mentre il mondo ancora tremava io ero in piedi in mezzo al soggiorno. Vidi Ginevra mettere in salvo Lucia sotto il tavolo.
Con un passo riuscii a scavalcare i resti del lampadario e raggiunsi mia moglie, che continuava a fissarmi con occhi terrorizzati.
«Mettiti sotto!» le urlai.
Lei obbedì, si infilò sotto il tavolo e strinse Lucia, che scoppiò in un pianto fragoroso.
Mentre mi chinavo, una scossa leggermente più forte mi fece perdere l'equilibrio. Imprecai quando caddi e il mio cranio andò ad impattare sullo spigolo del piano in legno. Per un istante la sensazione di dolore mi fece pensare che sarei svenuto nel giro di pochi secondi. Fortunatamente l'adrenalina che in quel momento mi animava mi donò quel breve momento di lucidità necessario a infilarmi sotto il tavolo.
Avvolsi Ginevra e Lucia in un abbraccio rassicurante. Io ero tutto fuorché rassicurato. Constatai in modo fugace l'incrinarsi del muro color giallo canarino del soggiorno. Le crepe iniziarono ad estendersi. Avevo la sensazione che i muri sarebbero crollati da un momento all'altro.
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Tales by Dan
Short StoryDalla mente alla penna. Dalla penna a Wattpad. Una raccolta di racconti brevi rigorosamente eterogenea. Buona lettura.