Potere NoF - Varietà di Short Stories Vaganti

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Disclaimer: questo racconto è stato scritto evitando il più possibile la censura in nome dello spirito che anima la trama e contiene un vasto repertorio di oscenità.

Salve, carissimi wattpadiani. Siamo giunti alla terza prova. No, non è quella della maturità. Ah ah ah, avete riso? No? Male, perché in questa prova dovrete farlo. Per chi ancora non lo sapesse sto partecipando a un concorso intitolato Varietà di Short Stories Vaganti di Animus-ignotus . La traccia odierna è semplice, ma lungi dall'essere facile: una commedia (carta bianca per il suo contenuto). Buona lettura!

Sto per farlo. Non ci credo, ma sto per farlo. Ho sempre cercato di seguire dei principi nella mia vita, ma non ce la faccio più. Sopportare oltre è impossibile. Troppi fallimenti, troppe delusioni, troppa frustrazione. Le ho provate tutte, ho fatto ricerche, mi sono rivolto a degli esperti, ma niente. Adesso è arrivato il momento di mettere un punto, di dire un sonoro BASTA.

Oggi supererò quel dannato esame.

Eccomi qui, dunque: nel bagno della mia università, a meno di mezzora dall'orale di biologia. Per l'ottava volta. Sette tentativi, sette fallimenti.

"Sette tentativi?!" esclamerete voi. "Amico, allora faresti meglio a lasciare l'università!".

Eh, no! Qui vi sbagliate. Vedete, io sono convinto che mi piaccia quello che studio, e che sia portato anche per l'università che frequento. I risultati delle altre prove parlano per me. C'è solo una piccola differenza. Erano tutti esami scritti. Questo è l'unico esame orale dell'anno, e non riesco a superarlo. Ci ho provato e riprovato, ma niente. E non venite fuori con la storia del "ma guarda che basta studiare bene", perché il mio problema è un altro: io agli orali mi blocco.

Non ho idea di come abbia fatto a passare l'orale della maturità. Probabilmente, essendo in un ambiente più familiare e meno distaccato, sono riuscito a fare leva sulla compassione dei miei insegnanti. Ma qui siamo all'università, tutta un'altra storia: qui i professori non ti aiutano.

Mi tocco la tasca dei jeans in cui ho la soluzione ai miei problemi. Un'innocente scatola di alluminio in cui tengo delle caramelle, con all'interno una pillola color violetto. La chiamano NoF, abbreviazione di NoFilter. Pare essere una sostanza psicotropa che agisce sui circuiti cerebrali dell'inibizione. Proprio quello che mi serve. Il mio problema non è la conoscenza degli argomenti, ma che non riesco a spiegarla, mi emoziono troppo. Se questo fosse un esame scritto potrei scrivere un trattato di trenta capitoli su tutto quello che ho studiato.

Sono teso. Decisamente non fa parte di me prendere sostanze, ma questa volta è causa di forza maggiore. Tremante, apro la scatoletta. Non devo pensarci, devo solo prenderla. Forza Roberto, forza. Afferro la pillola con uno scatto e, me la infilo in bocca. Aspetto, immobile, un segno, un effetto. Niente.

Passano i minuti e ancora non sento cambiamento alcuno.

E se non funzionasse? Se dovessi ancora fallire? Oddio, che cosa succederà? Farò sicuramente scena muta. Verrò bocciato di nuovo. Non riuscirò mai a finire l'anno, poi andrò fuori corso, non prenderò mai la laurea, poi dovrò mollare a metà il corso. E chi lo dice poi ai miei?

Sento bussare. Una voce familiare interrompe il mio flusso di pensieri. «Dovrei andare in bagno! Tutto bene, là dentro?».

«Sì, sto verificando se questa droga che ho preso influisce sul mio cervello!».

Un momento. Mi accorgo solo ora di cosa ho appena detto.

L'altra persona dietro la porta pare perplessa. «Cosa?».

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