Capitolo 13

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Mi trovo in un salotto. Sono legata con delle corde a un divano giallo. Le pareti della stanza, così come l'arredo, sono rovinati. C'è puzza di cadavere. Mi sporgo e vedo un gatto morto. Ha un taglio dritto e profondo nella pancia e il sangue è tutto fuoriuscito e già coagulato. Deve aver sofferto tantissimo. Spero di non fare la sua stessa fine. Dove sono? Mi guardo intorno e non riconosco nulla. Da quanto tempo sono qui? Darren e Rick sanno che sono stata rapita? Tante, troppe domande mi colpiscono la testa, ogni domanda è una mazza di acciaio che mi colpisce in fronte. Quella che più mi fa male è sapere se tornerò mai da Darren. Oltre al forte mal di testa, ora interviene anche la nausea causata da questo odore. Sembra di fogna e allo stesso tempo di qualcosa di putrefatto. Ricordo tutto di prima di essere svenuta. Ero al parco a fare un pic-nic con i miei amici. Quel mostro ci spiava, l'ho raggiunto, ci siamo colpiti, sono fuggita volando e mi ha raggiunto, mettendo fine a tutto. Adesso il fatto che so volare non mi stupisce nemmeno più di tanto. Il ragazzo sta arrivando. <<Perché sono qui?>> chiedo aggressivamente. Provo e riprovo a slegarmi. <<Perché lo decido io>> il suo tono è calmo, come nel mio incubo. Mi esce dalla bocca una risata nervosa. Il mio destino è nelle mani di un assassino che si crede il capo. <<Qual è il tuo nome?>> non ho paura di lui e, se mai riuscirò a scappare, devo avere delle informazioni su di lui. <<Douglas.>> si avvicina e mi prende il mento con una mano <<Il tuo è un bel nome, Vanessa>> <<Come sai il mio nome?>> grido e gli mordo la mano con forza. Douglas lancia un urlo. Gli devo aver fatto male, anche perché la ferita sta iniziando a sanguinare. <<Lo so e basta!>> espira e si calma <<Lo so , come so che il tuo DNA è un incrocio di umano e medusa. Anch'io sono un Incrocio. Fra leone e umano. Per questo sono riuscito a raggiungerti quando sei scappata>> mentre parliamo si è seduto per terra di fronte a me. Non guarda me, ma i suoi occhi girano per la stanza, soffermandosi sui particolari. <<Sai, noi Incroci siamo molto speciali. Siamo per metà umani e per metà animali. Dimmi sei nata da Incrocio o lo sei diventata?>> <<Cosa te ne importa?>> ho quasi esaurito la voce a forza di urlare <<Tanto lo so già, non c'è bisogno che ti arrabbi. Sei nata così, solo che i tuoi poteri si sono sviluppati in seguito a un trauma. È un caso molto raro, il tuo. Io sono nato come sangue di leone e ne sono fiero. >> Si alza e si dirige in cucina. Penso che stia mangiando.

Una cosa positiva in tutto questo c'è: ho finalmente scoperto chi sono.

Sono passate alcune ore. O forse minuti. O giorni. Mi ero addormentata. La paura continua a fluire nel mio sangue, ma quello che mi fa più male è sapere se Darren sta bene. Magari hanno preso anche lui. Magari è colpa mia. Magari gli hanno fatto del male. Magari l'hanno ucciso. Basta con i magari. Ogni magari è un martello che mi colpisce il cuore. Le mie mani e i miei piedi sono legati talmente stretti che non li sento più. Le mie mani tremano e non riesco a controllarle. Studio la stanza. L'intero spazio è avvolto nelle tenebre. Il buio è totale e non c'è nemmeno luce che filtra dalle finestre. È angusta. Mi giro all'indietro. C'è una via di uscita! La libertà è vicina a me e posso quasi sfiorarla, però le corde non accennano ad allentare la presa. Una finestra sulla parete dietro di me è aperta. E se fosse una trappola? Forse il ragazzo lo fa apposta così io esco e mi uccide. Devo provarci. Se non è così, allora, sarebbe un miracolo. Tiro le corde più che mai e non funziona. Le lacrime vogliono uscire dai miei occhi e vedere il mondo, ma io le costringo a non farlo. Devo rimanere calma e soprattutto silenziosa. Dalla mia pelle inizia a uscire una sostanza gelatinosa e liquida. Mi sento lurida. La mia pelle scivola via dalle corde. Devo essere stata io. Forse c'entra con i miei poteri da medusa. Le meduse sono gelatinose, in effetti.

Non ho tempo di pensare, devo uscire. Scavalco la finestra e corro fuori dal cancello aperto. L'unica luce che illumina la via è quella della Luna. Non c'è nessuno in strada e questo è un bene. Se volassi ci metterei di meno, ma dovrei concentrarmi sui miei poteri e sono già esausta. L'oscurità mi attrae. Corro nelle zone più buie. L'ombra mi accoglie. Mi fermo un attimo e osservo il buio. È così imponente. Ho sempre adorato la notte. Ripenso a oggi, o ieri. Se ho scoperto di poter volare e di poter espellere gelatina, chissà quante altre cose potrò fare. Riprendo a correre. Nessuno mi sta inseguendo. Non conosco le strade e me ne accorgo solo ora. Sto andando in giro a caso. Così mi perderò. Può darsi che sia anche in un altro Paese. Riesco a riconoscere qualcosa. Sì, il parco. Questo è il parco dove mi porta Darren e dove mi ha preso Douglas. Da qui conosco la strada. Sono vicina. Faccio un'ultima corsa e trovo la casa di Darren. Sono la ragazza più fortunata del mondo! Oppure non è una coincidenza. Da come osservava la casa in cui ero rinchiusa non sembrava che la conoscesse. Forse, mi ha lasciato libera di proposito. Voleva che io sapessi solo che ci sono altre persone con dei poteri e non solo io. Non gli interessava tenermi prigioniera, ma solo avvertirmi.

Apro la porta. <<Vanessa!>> Darren mi corre incontro e mi prende in braccio, facendomi girare in aria. Lo bacio come non ho mai fatto, come se fosse il primo. Sta bene. Sono così contenta che stia bene. Mi è mancato così tanto. Mi è mancato tutto di lui, la sua generosità , la sua simpatia, il suo coraggio, la sua sicurezza, il suo amore, ma la cosa che mi è mancata più di tutte erano le sue labbra premute contro le mie, con le sue dita sulla mia pelle. <<Cosa ti è successo? Ti ho cercato tutta la notte e tutto ieri. Ero così preoccupato per te. Pensavo che fossi...>> i suoi occhi sono molto rossi, credo che abbia pianto tanto. Gli do un bacio veloce e gli spiego tutto. <<Un ragazzo al parco mi ha rapita e poi ero legata e poi sono scappata, non è successo niente. Io ero in ansia per te, pensavo che volessero farti del male.>> <<È tutto passato, stai tranquilla. Lo denunceremo alla polizia.>> non mi ero accorta che le lacrime erano uscite, disobbedendo ai miei ordini. Darren mi asciuga le lacrime e mi da un bacio in fronte.<< È meglio che riposi, dovresti dormire.>> annuisco con la testa e lo seguo su per le scale. <<Forse hai bisogno di stare un po' da sola>> <<No. Voglio stare con te>> Non ho bisogno di riposare, ho già riposato abbastanza in quella casa dove ero rinchiusa, ora voglio rilassarmi e se quel ragazzo tornasse, potrei non vedere più Darren. <<Dico sul serio, stanotte riposa. Domani staremo insieme tutto il giorno.>> Mi guarda con uno sguardo talmente dolce che non so resistere. <<Va bene, vinci sempre tu.>> ride piano e mi saluta. Io mi dirigo in camera mia e lui nella sua dal lato opposto. Mi sdraio sul letto e mi addormento. Ormai sta diventando un abitudine.

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