Capitolo 24

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<<Vanessa, ti prego svegliati! Apri gli occhi, Vanessa, per favore.>> la voce di Darren mi risveglia. Provo ad aprire le palpebre. Darren è di fronte a me. Sono ancora nel bosco, nello stesso punto in cui ero svenuta tempo fa. Non dev'essere passato molto tempo, credo minuti o al massimo ore. Ho ancora mal di testa, però la vista è tornata e le voci sono sparite. Darren sembra disperato. Controllo meglio l'ambiente, per controllare se vedo bene. Sembra che non sia successo nulla. <<Vanessa>> non appena vede che ho alzato gli occhi, sospira di sollievo, mi abbraccia e mi aiuta a tirarmi su a sedere. Al momento ho delle vertigini, ma passano dopo pochi attimi. <<Cosa ti è successo?>> tutto quello che è accaduto mi scivola via, ora che so che a Darren non è successo nulla. Le sue braccia forti mi stringono per consolarmi e per rassicurarmi che tutto è passato, e intanto il tempo scorre. <<Non lo so. Ero qua, poi non vedevo più nulla e c'erano delle urla, e delle voci e c'era qualcuno fra gli alberi>> Darren mi guarda negli occhi, prima di controllarmi per vedere se sono ferita. <<Magari hai solo sbattuto la testa e lo hai solo immaginato>> se non lo conoscessi direi che non mi crede, invece so che è solo preoccupato. <<Non mi sembra>> non sono certa di non averla sbattuta. Forse ha ragione, forse ho solo immaginato tutto. Forse, in realtà, ho sbattuto la testa e tutto era un sogno. <<Vieni, ti porto via.>> non voglio che mi prenda in braccio. Non è proprio vero, vorrei che mi tenesse fra le sue braccia, però non adesso che non deve stancarsi per il prossimo colpo. E poi, mi sento ridicola. Non sto così male e non ho bisogno di essere aiutata. <<Ce la faccio a camminare>> ormai mi ha già preso su. Si incammina fra gli alberi, la stessa strada che ho percorso io. Sento il suo cuore calmarsi e rallentare. Mi sento come se riposassi su un arcobaleno. Non è il momento, ma sorprendo Darren, dandogli un bacio. Socchiudo gli occhi e riesco a vedere uno spiraglio fra gli alberi di un tramonto, prima di richiuderli. Sono certa che Darren stia sorridendo fra sé, perciò sorrido anch'io. Mi da un altro bacio prima di dirmi di riposare. Non riesco a riposare. Devo sapere il perché di quello che successo. Sentivo qualcosa che mi chiamava nel bosco. Come se fosse la mia casa, qualcosa che mi appartenesse. Finalmente mi sentivo a mio agio, come se fosse naturale sentirmi in questo modo in un luogo sconosciuto e ostile. E quelle voci, quello che dicevano. Non riesco a capire. Vorrei pensarci di più, però non posso permettermi di essere stanca stasera. Dobbiamo colpire la banca del Paese 2 e dovremmo partire subito, se vogliamo essere lì entro l'1 di stanotte. Devo concentrarmi sui mie poteri e su come utilizzarli senza uccidere nessuno. Darren mi appoggia ai piedi del tronco su cui eravamo seduti prima. <<Austin, dobbiamo partire adesso, se no non saremo in tempo>> apro gli occhi per vedere l'espressione di Darren, visto che ci impiega tanto a rispondere. <<No. Devi stare tranquilla per un po'. Rimanderemo.>> È sicuro di quel che dice. Si siede accanto a me. Non mi piace il fatto di doverlo contraddire, però questa è una faccenda troppo importante. <<No, sono io che decido cosa fare. L'idea l'ho avuta io, e perciò andiamo a prendere la macchina e partiamo.>> mi alzo in piedi e , barcollante, mi dirigo verso il limitare del bosco, dove abbiamo lasciato la macchina. Darren scatta in piedi e mi ferma dopo pochi passi. Lo guardo negli occhi per dirgli che posso farcela, che sono io che comando e che sono più forte di lui. Scuote la testa, divertito. <<Va bene.>> mi prende per mano e ci incamminiamo. Ripenso alle voci. Non ce la faccio a tenere tutto dentro. <<Darren?>> volta la testa verso di me <<Sì?>> <<Quando mi incamminavo nel bosco mi sentivo come se questo fosse qualcosa che c'entra con la mia vita. Non so spiegarlo molto bene, però anche quelle voci dicevano "torna a casa" come se casa mia fosse il bosco. Secondo te è possibile?>> Darren non sa cosa dire. Guarda l'erba e dal suo sguardo capisco che è confuso. <<La magia esiste, guarda te, per esempio, però non credo che c'entri qualcosa un bosco con delle meduse, no?>> sì, è vero, le meduse stanno in mare. Ma se c'entrasse con i miei genitori? Loro erano strani. Ricordo poco di loro, però so che amavano i boschi, e così anche i miei nonni e i miei zii. <<Sì, però so che tutti i miei parenti adoravano i boschi.>> quando ero più piccola credevo che ogni volta che avrei pensato a loro, sarei scoppiata a piangere. Ma, adesso c'è Darren, che è la cosa più straordinaria che mi sarebbe mai potuta capitare, e se loro fossero ancora qui non l'avrei mai conosciuto.

Non riesco a capire come sia tanto importante un bosco.<<È tutto così complicato. Non ci capisco quasi più niente. Cosa c'entra un bosco con una famiglia normale?>> Darren contesta. <<Non lo so, ma non devi più pensarci. Adesso non importa e ti sei appena risvegliata dopo essere svenuta, ci penserai in viaggio.>> annuisco e lo abbraccio. Ha ragione. Il suo calore mi calma e finalmente non penso più a nulla. A volte mi chiedo se sappia quello che mi fa provare e se lui prova lo stesso. Quello che sento per lui è come una musica che non finirà mai, una musica perfetta, armoniosa e magnifica. Lo lascio e, mano nella mano, continuiamo a camminare fino all'auto. <<Ricordati che tu sei fantastica e che puoi battere tutti.>> sorrido alle parole di Darren. Sono così orgogliosa che lui creda in me. Saliamo in auto e a ogni chilometro che percorriamo si avvicina la fine di questa avventura. 

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