Capitolo 29

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<<Concentrati su un punto sulla parete opposta>> Darren mi sta incoraggiando per non sbagliare di nuovo l'atterraggio. Sono in aria, e già da un po' di minuti. Darren mi ha detto che mi avrebbe aiutato e che entro stasera sarei riuscita ad atterrare. Se mi facessi male mentre sto scappando, Lui riuscirebbe a prendermi. È la settima volta che stiamo riprovando, e ho i muscoli che iniziano a fare male. Fino ad adesso non me ne è uscito bene nemmeno uno. Darren mi da dei consigli, però la mia mente quando pensa a mettere piede per terra, non li segue. <<Fingi di essere fra le nuvole e di dover raggiungere un albero. Lì ci riusciresti.>> mi concentro su una zona libera sulla parete opposta e mi muovo nel nulla. Tengo gli occhi fissi su un punto, come mi ha consigliato Darren. Mi irrita il fatto di avere la possibilità di volare e di non saper atterrare. Perché, per non farmi male, volo poco. Ma se sapessi atterrare senza spaccarmi qualche osso, allora volerei di più. Non mi ero accorta di aver chiuso gli occhi, e ne sono a conoscenza solo quando sento il freddo del pavimento sotto i miei piedi. Spalanco gli occhi e sussulto meravigliata. Sono proprio sul punto in cui avrei dovuto essere. <<Ce l'ho fatta!>> con un sorriso saltello da Darren. Lo stringo in un abbraccio. Anche lui è contento. Era certo che non ce l'avrei fatta, perciò è sorpreso. <<Ora però devo riprovare>> ritorno vicino al soffitto e già mi manca il suo profumo. Questa volta provo con un'altra zona. Mi sembra di nuotare nell'acqua. Preferisco chiudere gli occhi, nel caso in cui sbattessi contro qualcosa. Con le dita dei piedi tocco per terra. Finalmente ho imparato. <<Ci riesco!>> continuo a volare per la stanza e l'aria mi scompiglia i capelli e mi fa venire la pelle d'oca sulle braccia. Non mi fermo e non smetto di ridere. Sono troppo felice. Non avevo mai volato per così tanto tempo. Se potessi volare libera nel cielo, come sto volando adesso, mi sentirei come un falco. Non si riesce a descrivere un'emozione del genere. Guardi verso il basso e tutto gira veloce sotto di te ed è tutto più piccolo. L'aria si infrange sul tuo viso e riesci quasi a sentire l'odore dell'ossigeno. Senti la freschezza e nessuno può farti niente. Non devi credere e appoggiarti a nessuno. Ci sei solo tu. E l'aria. Guardo Darren, rimasto a terra. Chiunque desidera volare e, infatti, mi guarda e capisco che vorrebbe trovarsi in aria anche lui. Scendo accanto a lui e gli prendo la mano. Non dovrebbe essere difficile. Mi alzo sempre di più da terra. E lui con me. Stiamo volando. <<Wow>> dice sottovoce Darren. Ricomincio a girare per la stanza, con il vento che circola in cerchio e prova a farci smettere di volare, ma noi siamo più forti del vento. È come se fossimo nell'occhio di un ciclone. Però è nulla questo in confronto a volare nel cielo. Ormai sanno dove siamo, è inutile nasconderci. Apro la finestra. Una folata di vento impetuoso ci spinge indietro. Sta per venire un temporale. Meglio. C'è più aria. <<Vieni>> non lascio mai la sua mano. Usciamo sul balcone e spicchiamo il volo verso le nuvole. Stiamo entrambi sorridendo, nonostante l'aria mi paralizzi la faccia. Ci fermiamo. Siamo molto più in alto che i grattacieli. Le nuvole grigie ci circondano. Sto attenta a non lasciar andare la mano di Darren. Se cadesse sarebbe la fine. <<Non è strepitoso volare?>> è rimasto senza parole. <<Ogni volta che voli ti senti così o ti annoi?>> non ho bisogno di tempo per rispondere. <<Sempre così. Come ogni volta che ti bacio>> mentre togliamo spazio all'aria fra di noi, un lampo illumina il cielo. Dobbiamo tornare. <<La discesa è la mia parte preferita>> prendo la rincorsa e, tenendo Darren, mi butto giù in picchiata verso le strade della città. Sembra che ci schianteremo, sfracellandoci sull'asfalto. L'aria contro il mio viso in velocità mi obbliga a tenere gli occhi aperti. Gli edifici diventano sempre più grandi e più visibili. La velocità aumenta sempre di più. Il mio cuore ha perso il controllo e il suo battito non ha più un senso. Le mie dita sono avvolte in strati di stoffa e non riesco più a sentirle. Quando siamo a poco più di un metro di distanza dal cemento risaliamo. Le mie orecchie sono tappate e mi danno fastidio. Atterriamo sul balcone, appoggiando i piedi sul pavimento. <<é...è...>> non ho mai visto Darren così sorpreso e senza sapere cosa dire. <<Lo so. Anche io mi stupisco ogni volta. E poi questa volta era la prima così in alto nel cielo>> scuote la testa, sorridente e guarda le nuvole. <<Sei così fortunata a poter volare. Hai presente quando ti dicono di rimanere con i piedi per terra?>> confermo con la testa <<Secondo me, noi non possiamo volare perché se volassimo perderemmo la concentrazione sulle cose importanti. Se invece rimaniamo a terra, possiamo pensare. E evolvere.>> ha ragione. Quante volte mi hanno detto di rimanere con i piedi per terra. Ero sempre solita fantasticare sul mio futuro. Da piccolina volevo sposare un principe e diventare principessa, con una scuderia tutta mia e tanti giardini con centinaia di fiori. Però, Darren e la mia vita di adesso sono molto meglio di un principe, una scuderia e dei giardini. <<Sì, hai ragione. Sarebbe bello se tutti, almeno una volta potessero volare. Non si è veramente liberi, come quando si è per aria.>> ci avviciniamo alla ringhiera e guardiamo il cielo, mentre si riempie di gocce d'acqua.

<<Ti ricordi il piano?>> l'abbiamo ripassato almeno cinque volte. <<Sì. Non ripetiamolo più.>> manca un'ora. 60 minuti. Siamo seduti su delle sedie attorno a un piccolo tavolo. Più lo ripeto più mi sento il cuore in gola. <<So che ce la posso fare. E non lo so solo io. Però...ho paura.>> inizio a singhiozzare e a piangere. Più il tempo si restringe, più il mio stomaco si comprime. Darren si inginocchia accanto a me e mi prende il viso fra le mani e gli appoggio la testa sulla spalla, mentre mi abbraccia. <<Andrà tutto bene. Se non ne fossi sicuro, non te lo direi.>> non mi fermo più e le lacrime diventano cascate che scorrono senza sosta. Perché proprio io fra tutte le persone che esistono al mondo sono destinata a questa vita? Non mi importa di morire o meno, ma metterei in rischio altre persone, altre vite. <<Facciamo così. Sai che non infrango mai le promesse?>> faccio sì con la testa e mi asciugo le lacrime con le maniche della maglietta. <<Ti piacciono i tramonti?>> adoro i tramonti. Il cielo non è più azzurro, ma tutto è invaso dal rosso. <<Sì>> mi accarezza i capelli <<Allora, domani ti farò vedere il tramonto più bello che tu abbia mai visto>> se ci saremo ancora domani, stavo per dirgli. <<Grazie>> non posso più neppure asciugarmi le lacrime con le maniche perché sono inzuppate. <<Tu sei come il sole. Nessuno ha le capacità che hai tu. Oggi dimostrerai chi sei a tutti.>> mi alzo in piedi e mi ripeto queste parole ad alta voce.

<<Ciao>> Greg arriva verso di noi. Ci troviamo in un vicolo cieco. Ci sono tante persone tutte vestite di nero. Riconosco Greg dal viso, ma quando si mette il passamontagna non lo riconosco più. Lui mi conosce già, perciò non ho bisogno di coprirmi il viso. <<Ok. Tu sei il capo adesso>> sono davanti a tutta questa gente. Sono circa una quarantina di persone. Le mie gambe iniziano a tremare e mi manca ossigeno. L'aria attorno a me scompare e c'è solo veleno che mi avvelena. <<Bene.>> le mie parole sono autoritarie. Non mi rispecchiano. <<3 persone per gruppo. Gruppo A>> suddivido le persone in tutti i gruppi<<e gruppo N. Io , invece, con voi due...>> indico due uomini rimasti <<e Greg. Voi dovete percorrere tutte strade diverse, restare nascosti e accerchiare il palazzo in cui mi incontrerò con Lui. Se sentite il mio segnale o siete assolutamente certi che mi sia successo qualcosa>> il mio cuore è una pinata che viene distrutta <<Allora intervenite. Non dovete farvi vedere o intervenire a meno che non sia strettamente necessario. Se andrà tutto come speriamo, quando uscirò voi dovete allontanarvi negli stessi gruppi con cui sarete arrivati là. Non dovete colpire nessun abitante. Tutto chiaro?>> io e Greg distribuiamo delle armi a ogni persona. Sono perlopiù fucili, tranne per qualche esperto che ha ricevuto armi più efficaci. <<Bene. Andiamo!>> il conto alla rovescia è finito. Non ho tempo di pensare alla paura che mi sta assalendo, accoltellandomi i polmoni, o all'orgoglio per essere così importante. Devo concentrarmi. O tutto andrà storto.

Il mio gruppo mi segue nel primo vicolo e gli altri prendono altre strade. Nessuno parla e il silenzio è amplificato da queste pareti vicino a qui stiamo camminando. I nostri passi non fanno alcun rumore, e questo è un vantaggio per noi. Tutto il mio mondo è stato distrutto. Quello che credevo è stato inondato da nuove notizie e nulla è più come prima. Per poco rimpiango la mia vecchia vita. Starsene al parco a fare una passeggiata, senza banche da rapinare, fotografi curiosi da cui nascondersi o persone da salvare.

Quanto sono lunatica! Alcuni giorni sono al settimo cielo per i miei poteri, altri non mi sopporto, altri voglio scappare e starmene da sola. Mi auguro di migliorare.

Il nostro percorso è composto praticamente solo da vicoli. Io non sono armata, dato che nel biglietto era precisato che non dovevo avere nessun'arma. Mi hanno provato a convincere sia Greg che Darren di tenere una pistola, ma ho insisto. Voglio essere onesta. Io sono superiore a Lui. Crede che sia una ragazzina incapace e stupida. Crede che non possa batterlo. Crede che togliermi di mezzo fra pochi minuti sia facile come bere una tazza di tè. Io, al contrario, non sono affatto come pensa. Sono molto meglio rispetto a lui e a ciò crede. E glielo dimostrerò. 

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