Oggi è il terzo giorno da quando ho visto per l'ultima volta Darren. O così credo. Mi sono addormentata la sera e svegliata la mattina per tre volte, ma potrei aver dormito per due giorni, e quindi oggi sarebbe il quarto.
Credo di essermi rotta delle costole. Ogni volta che muovo anche di poco il busto, sento scricchiolare e una fitta lancinante mi colpisce la schiena. Mi sento infilzata come uno spiedino.
Oggi sarò libera. Per quanto possa essere libera un'assassina rivoluzionaria come me. Di sicuro ci saranno altre persone che mi cattureranno e, forse, loro avranno la forza, il coraggio e la pietà di uccidermi una volta per tutte. E non ci sarà più nessuno a salvarmi.
Non ho più sentito la voce. Stavo delirando. È l'unica spiegazione. Ero sola, terribilmente sola e la mia mente ha creato una voce per intrattenermi. Tutto qua.
<<Devi seguirci.>> i soldati sono venuti di nuovo a prendermi. Come la scorsa volta, mi trascinano fino al cortile. Non mi buttano al centro della folla, però. Affatto. Mi fano sedere su una sedia su di un palco. Da qui vedo tutto il cortile perfettamente. Non che sia molto grande, è grande come due celle insieme. Mi legano con delle catene di spago i polsi e le caviglie. Sono in una posizione scomoda e le costole mi ricordano ripetutamente di tre giorni fa. Per non parlare del polso slogato. Non ricordo nemmeno come fossero riusciti a slogarmelo. E poi lividi ovunque. Sono colorata completamente di viola e rosso.
Gli uomini sono ancora insieme in un cerchio disordinato, alcuni sparsi in gruppi più lontani dal cerchio principale.
Darren entra. Mi sento gelare. Il dolore scompare del tutto. Mi muovo sulla sedia, cerco un modo per slegarmi per correre da lui. Strappo con forza i fili, ma sono indistruttibili. Mi lacerano la pelle, ma continuo. Mi hanno messo una benda sulla bocca, legata. Non posso nemmeno urlare. Piango a dirotto. Nessuno guarda più me. È solo colpa mia. Stupida. Assassina. Stupida. Colpevole. Spregevole. Egoista. Perfida. Malvagia. Menefreghista. Stupida.
Quando ho finito di ripetermi gli aggettivi che mi descrivono meglio, ricomincio a urlare. Mi sento mancare tutto. Sento di essere già morta, perché non mi seppelliscono? Il mio battito è scomparso fra le mie urla soffocate. Il mio cuore subisce quello che ho subito io tre giorni fa. Anzi, anche di peggio.
Gli uomini pendono dei bastoni. Darren è immobile e nella mia testa lo prego di muoversi, di scappare. Lui ci riuscirebbe. È intelligente e astuto. Ma non mi sente ed è inutile. Urlo e piango disperata, sono riuscita a togliere la benda. Non capisco nemmeno le parole che pronuncio, non hanno un senso. Sono solo versi. Versi che paiono quelli di un animale che viene ucciso. Darren si volta solo per un secondo verso di me. Muoio di paura e di colpa. Dovevo far finta di essere morta, quando mi hanno picchiata. Così lui non si sarebbe offerto di fare questo scambio. Sono una persona orribile.
Non oso guardare la scena che avviene in seguito. E invece devo. Devo vedere quello di cui io stessa sono capace per salvarmi la pelle. Lo colpiscono tutti insieme. Non hanno pietà nemmeno per lui che è innocente. Sangue ovunque e non ho mai temuto il sangue come adesso. Gli uomini si abbattono su di lui con grida e il rumore di pezzi di legna contro le sue ossa supera addirittura quello delle grida. Un rumore sordo. Tutto quello che mi univa, adesso, è perduto. Fili intrecciati per formare un tessuto che vengono tagliati violentemente da una forbice e messi in un tritatore e tritati molto finemente. Darren non piange. Non grida nemmeno. Non si sposta di un centimetro. I pezzi di legna già scagliati più volte sono ricoperti di sangue e lanciati via dagli uomini per prenderne di nuovi più efficaci. Lo vogliono realmente uccidere. Non avevo realizzato appieno tutto questo. Pensavo che in qualche modo sarebbe tutto finito.
Sono più fragile che mai. Debole. Risucchiata di tutto. Persa. Nonostante tutto, dalla mia pelle si produce la melma e dalle mie unghie crescono gli artigli e i miei piedi mi avvisano di essere pronti a scattare. Riprendo piena conoscenza del mio corpo, pieno potere. Nessuno mi nota. Nessuno si importa di più di me. Dalle mie dite nascono dei fili di luce, calda, molto calda, che illumina tutto quello che le sta accanto. Non mi scotta, alla sua padrona non fa del male. Però credo che questi fili che si uniscono a formare delle sfere possano rendermi molto potente. Prima di tutto brucio lo spago che mi stringe a questa sedia. Quando ho fatto, scatto subito verso il centro del cortile e lancio sfere fluorescenti a non finire. Una dopo l'altra. Senza sosta. Colpisco ogni singolo uomo presente in questo spazio. Altri li colpisco con graffi, tagli profondi, calci e veleno. Insomma, in meno di cinque minuti sono tutti fuori gioco. Nessuno ha più la forza di combattere o anche solo di parlare. Non riesco a sostenere lo sguardo di Darren. Tutto quello che gli hanno fatto e il dolore che gli hanno inflitto è avvenuto per causa mia. Io non sopporterei un minuto di più con una persona del genere. Lo salverò e me ne andrò. Lo lascerò in pace. È distrutto. Non lo riconosco nemmeno più. La legna è sparsa per terra e la sua pelle è rossa e il pavimento è rosso e le mani di quei soldati sono rosse. Le mie mani sono le più rosse di tutte queste. È ferito ovunque e non so bene cosa fare. Non posso trascinarlo per mano. Ma poi ricordo, come un fulmine che mi colpisce. Io posso salvare le persone. Prima che arrivino altri soldati mi avvicino a lui. Mi concentro profondamente e chiudo gli occhi, escludo il mondo esteriore. Le mie mani si coprono di oro. Le passo lungo le ferite. Tutto scintilla e l'oro diventa un giallo intenso brillantinato. Le ferite si richiudono subito al mio passaggio. Non so se questo faccia passare anche il dolore. O l'odio. Non oso toccarlo di più, o sorridergli, o avvicinarmi. Sono l'ultima persona che lui dovrebbe vedere adesso su questa terra. Lui si alza, evidentemente il dolore passa come le ferite. Barcolla, ma poco. In me c'è un barlume di felicità per il fatto che lui sia vivo e un briciolo di speranza perché mi perdoni. Vedere tornare la vitalità negli occhi di Darren mi fa sentire felice. E questo è un male.
Darren fa qualche passo verso di me e io qualche passo indietro. Continuiamo così fino a che arrivo alla parete e non posso più andare indietro. <<Vai via. Non puoi stare con me ancora. Ti ucciderei.>> mi trattengo dal scoppiare in lacrime di nuovo. <<Sono stato io a volere questo. Non tu.>> mi prende la mano, quella insanguinata. <<Non ti avrei lasciata morire, non in quel modo e nemmeno tu l'avresti permesso. Non sei stata tu ad uccidermi. Sono io che ho scelto. In quel momento non potevi nemmeno parlare.>> mi guarda negli occhi e io mi guardo in giro, dappertutto pur di non incontrare il suo sguardo. <<Sì, ma se non mi conoscessi->> la sua mano mi risale il braccio. <<Se non ti conoscessi sarei solo e mi sentirei uno schifo. Chiunque ti ha accanto è fortunato e tutto questo non è colpa tua.>> non mi muovo io, ora. <<Avrei voluto arrivare prima e fermarli dal farti del male.>> osserva le mie ferite, i mie lividi. <<Non è nulla. È passato. Solo delle costole rotte.>> poi sento il dolore al polso <<E un polso slogato>> <<Dobbiamo andarcene subito. Dobbiamo farti curare.>> propone Darren. Concordo. <<Sai dov'è l'uscita?>> annuisce e mi conduce in un corridoio simile al mio con una porta illuminata sul fondo. <<Loro erano gli unici uomini qui. Ne staranno arrivando degli altri, ma per adesso la via è libera.>> informa Darren. Corriamo fino alla porta e usciamo. L'aria pulita e fresca mi fa già sentire meglio. Nella cella c'era un forte odore di muffa e di umido e ora l'odore dei fiori e della lavanda mi fa sentire più forte, cosciente di essere libera. E subito mi ricordo.<<So dove andare>> lo prendo per mano e spicco in volo. Siamo nei campi e ho già visto questa struttura dall'esterno. Siamo vicini alla città.
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Forever
ActionVanessa è sempre stata una ragazza introversa, tormentata dalla morte dei genitori. Quando in un incidente rimane l'unica sopravvissuta fra i suoi amici tutto cambia. Riscopre la sua vera natura. Incontra Darren, un ragazzo affidabile e gentile...