Capitolo 22

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Io e Darren abbiamo fatto una pausa in questo bosco, per non essere riconosciuti. Hanno scoperto solo la mattina alle 7 quello che abbiamo fatto, ho letto sul giornale.

RAPINA, diceva il titolo. Non hanno trovato tracce di DNA, come pensavo, e non hanno idea di dove siano finiti i ladri e i diamanti. Inoltre le telecamere erano rovinate e i file non hanno rivelato nulla. Le persone che ho ferito ieri non sono morte e mi sono tolta un peso dallo stomaco. Sono felice per quelle famiglie che adesso potranno mangiare e bere e dormire senza fare incubi e comprare vestiti nuovi e giochi per i bambini e qualsiasi cosa gli piaccia. Una volta controllate tutte le strade, abbiamo preso quella per la prossima città, però non potevamo non dormire. Darren era troppo stanco, ha guidato per ore e io ero distrutta emotivamente, credendo di essere la persona più cattiva del mondo. Poi la mattina Darren era andato, sempre con il passamontagna, a prendere un giornale per sapere quello che sapevano su di noi e quando ho scoperto che quello che avevamo fatto non aveva fatto altro che migliorare la situazione, non riuscivo a togliermi un sorriso dalla faccia. Anche Darren era più sereno. <<Ti avevo detto che dovevi fidarti di quello che ti dicevo. E dovevi credere soprattutto in te stessa e nei tuoi poteri.>> Mi aveva offerto una barretta al cioccolato. Sa che a colazione adoro mangiare la cioccolata. <<Sei stata fantastica, splendore. Non hanno idea che siamo stati noi e sei riuscita a controllare i tuoi poteri, facendo svenire quella guardia, ma non uccidendola. Non avresti potuto fare di meglio, dolcezza.>> Darren mi stringe le spalle con il braccio e mi bacia la guancia. <<Sono fiero di te, davvero.>> mi scosta i capelli dal viso, mettendoli a posto dietro le orecchie. Mi rassicura, baciandomi sulle labbra, credendo che non gli creda. <<Io ti credo, ti ho sempre creduto, però ieri ero...>> Darren mi interrompe. <<Lo so, non era colpa tua.>> ci appoggiamo sull'erba. Le cicale cantano, il fruscio delle foglie degli alberi accompagnandole. Il sole dell'alba filtra tra i rami, illuminando il viso di Darren. Si sente odore di aria fresca, incontaminata e con qualche nota di ciclamini. Devono essere qua vicini. Bacio Darren, prendendogli il viso tra le mani. <<Non è bellissimo, qua?>> gli bisbiglio all'orecchio. <<Sì, è diverso che a casa.>> stare qui con Darren, sarebbe meglio che stare a casa. Quando avremo finito con questa follia, torneremo qui e ci staremo ore e ore. <<Dobbiamo andare, giusto?>> Darren mi guarda negli occhi. Per un attimo vedo che mi chiede scusa, ma poi cambia. <<No, possiamo stare qua.>> sorride e credo che gli sia venuta un'idea. <<Se non stiamo in un hotel, sarà ancora meglio, lasceremo meno tracce. Possiamo stare qua fino a stasera e poi andare direttamene in banca. Ti va?>> rido, pensando che aveva ragione. Non sarebbe andata male. <<Certo, che mi va!>> mi tira su e mi appoggia a un albero pieno di muschio.

È pomeriggio. La mattina è passata in fretta e ora siamo appoggiati su un tronco di un albero caduto. Non sapevo che c'erano così tanti odori, così tanti suoni e colori nei boschi. Gli uccellini cinguettano allegri, felici di avere dei visitatori, il vento si infila fra i tronchi e fra i rami degli alberi con il suo sibilo, i passi di qualche lepre o coniglio si sentono in lontananza, e tanti altri rumori che non sono ancora riuscita a decifrare. L'odore di ciclamini, si mischia a quello di umido, di muschio, di mughetti, di legno. Formiche piccoline hanno creato una via da una radice di un larice, fino alla loro tana. Darren mi stringe la vita con le mani e le mie braccia sono aggrappate al suo collo. I nostri corpi non si staccano. Anche se esplodesse una bomba, o se ci fosse un forte terremoto o uno tsunami o qualsiasi altra cosa, non riusciremmo a non stare vicini. Siamo pazzi. Chi farebbe rapine, andrebbe contro il governo, stesse per morire e invece di salvarsi stesse con il suo ragazzo o la sua ragazza? <<Vanessa, promettimi una cosa.>> Darren mi guarda negli occhi. Le sfumature di verde dei suoi occhi, sono le stesse delle foglie di questo bosco. <<Dimmi>> <<Qualsiasi cosa succeda, sono sicuro che saprai usare i tuoi poteri, ma nel caso in cui non ci riuscissi>> gli deve costare molto da dire. Ha paura di ferirmi. Non sa che potrebbe anche dirmi che mi odia, ma non mi arrabbierei. <<Promettimi che non userai i tuoi poteri per qualcosa di sbagliato.>> non ci avevo pensato. In effetti, quando la vita del ragazzo era nelle mie mani, mi ero fatta prendere, e so che era sbagliato. Non riuscirei a fare qualcosa di così orribile con i miei poteri. Qualsiasi cosa succeda. <<Te lo prometto, Darren >> riprendiamo a baciarci. <<Il mondo cambierà, grazie a te, Vanessa, sei molto più speciale di quanto tu possa pensare. Tu saresti in grado di far cambiare il mondo.>> Darren riesce sempre a colpirmi. Riesco a sorridere, ricacciando indietro le lacrime. <<Non lo sarei mai stata, senza di te.>> gli sussurro all'orecchio. Sorridiamo a vicenda. Mi vengono in mente tutti i momenti passati insieme. Se il mondo collassasse e non ci sarebbe più nulla di felice o bello, mi basterebbe sentire la sua risata o vedere il suo sorriso, per rendermi conto che nulla è finito. 

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