Capitolo 44

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Siamo in camera e ci siamo entrati dalla finestra. Apparentemente non sembra sia successo nulla. <<Dobbiamo chiamare Greg, chiedergli di un dottore.>> faccio cenno di no col capo. <<Guarirò col tempo. Adesso ci sono cose più importanti.>> non sopporto di stare così vicina a Darren dopo il dolore che ha passato. <<Scusami>> mi allontano da lui e gli lascio la mano. <<Ti ho fatto del male, troppo male, devo smetterla.>> non mi volto, gli sto dando le spalle, e anche lui resta a distanza. O così credo, dato che non lo vedo. Invece mi prende fra le braccia e io scoppio in un altro ridicolo pianto. Mi faccio schifo. Oltre a non aver pietà per una persona, non ho nemmeno dignità e rispetto verso di lui.<<Non lo hai fatto di proposito, le persone sono crudeli e ti hanno usata per convincerti di essere un mostro. Tu non faresti del male a nessuno, lo so.>> sono fin troppo ingenua rispetto a quanto credevo per non arrivare a questa conclusione. Dovevo capire che lo hanno fatto gli Aiutanti. Lo hanno fatto per neutralizzarmi. Hanno programmato tutto. Io che vengo picchiata, Darren che arriva e mi salva e si prende tutto al posto mio, io che soffro e mi arrendo. Tutto secondo i loro piani, fino ad ora. Non mi arrenderò. Non mi farò abbindolare, non ancora, non di nuovo. <<Per salvarti subirei di nuovo tutto questo, è nulla in confronto al dolore di perderti.>> non riesco a stargli lontana troppo a lungo e dopo tanti minuti lo guardo di nuovo negli occhi. E gli sorrido. <<Per averti vicino, per toccarti, per abbracciarti, per baciarti,>> mi accarezza il viso <<Rifarei ogni scelta, sopporterei tutto pur di svegliarmi ogni mattina accanto a te, col tuo sorriso.>> non posso non sorridergli e baciarlo. Abbandono la rabbia per l'essere stata usata ancora una volta e mi lascio andare fra le braccia di Darren.

Domani affronterò gli Aiutanti, mi sento più pronta che mai dopo quello che hanno fatto a me e a Darren. Sono arrivata a capire che ci vogliono morti per due motivi: o per paura o per vendetta. Ognuno dei due motivi non li salverà. Il dolore che hanno fatto provare a me e Darren i giorni scorsi, sommato a quello di tutte le persone uccise ogni giorno, è più che abbastanza per spingermi a ucciderli. Non ho paura. Spero avranno una morte lenta. Molto lenta e dolorosa. Ne io ne Darren meritiamo tutto questo. Ne tutte le persone che sono costrette da loro a soffrire, private di ogni libertà. Il dolore alle mie ferite persiste, ma è un momento talmente importante che me ne dimentico. 

Il tempo passa e scorre troppo veloce. Di solito. Quando voglio riposare due secondi e vedere l'orologio e scoprire che sono passate ore, sembra un sogno. Il tempo, adesso, va a rallentatore. Troppi minuti liberi per pensare, per riflettere. Troppi secondi che nascondono pericoli ovunque.

Non volevo assolutamente dormire. Volevo stare alzata tutto il tempo e, alle 6 di mattina, quando sarebbe arrivato il momento, combattere. Ma non ho retto, il mio corpo aveva bisogno di una pausa da tutti quei tremori e dal dolore che provavo nello stomaco. Continuavo a vomitare senza tregua e mi sono accasciata per terra in bagno, dove poi mi sono addormentata. Darren, naturalmente, non poteva lasciarmi lì e quindi mi ha sistemato sotto le coperte. Ero talmente stremata che non ho aperto gli occhi nemmeno per un momento. Mi sto vestendo e, per farmi riconoscere da tutti, dovrò indossare il vecchio passamontagna.

Mi sono ripresa e mi sto controllando per non finire nella stessa situazione di ieri. 

Riesco a intravedere Greg e gli altri in mezzo al campo. Le loro figure diventano sempre più chiare man mano che avanziamo. <<Ciao>> ci salutiamo e si nota subito come siamo tutti in tensione e nervosi. Tutti sappiamo contro cosa ci stiamo schiantando. È inutile chiedere se siamo pronti. <<Seguitemi>> so già quello che devo fare. Ho immaginato tante volte ogni passo, ogni movimento che avrei dovuto fare oggi. Nel mio corpo c'è una vera e propria rissa. Ogni organo attacca l'altro e l'unica a rimetterci sono io. Sono davanti a tutti e li guido lungo le praterie. Il palazzo si trova in mezzo a un bosco, nascosto da chiunque voglia andarci. Greg dice che ci dovremmo mettere meno di mezz'ora. Speravo ci mettessimo solo pochi minuti. Avere gli occhi di tutti puntati su di me, per osservare ogni secondo se sto per sbagliare, mi mette abbastanza sotto pressione. E in fondo, non possono non odiarmi. Dietro di me ci sono Darren, Greg e gli altri due uomini che erano nel mio gruppo quando ho incontrato Lui. Dopo ci sono, sempre disposti in file, una cinquantina di persone. Siamo di più rispetto alla scorsa volta che ci siamo incontrati.

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