Cominciava una nuova giornata di lavoro per Harley, ma lei non era piú la stessa dopo le sedute con il Joker. Aveva deciso di liberarlo dalla sua prigionia, per ripagarlo di ció che lui aveva fatto per lei. Prima di tutto, programmó una nuova seduta col clown, fissata per le 15:00: li avrebbe discusso dei dettagli dell'evasione. Tutto il giorno Harley fu sovrastata da ansia e preoccupazione, aveva paura che ció che voleva fare potesse essere scoperto, anche perchè, doveva registrare tutte le sedute, quindi non aveva idea di come potesse fare. Erano le 14:00 e il dottor McCay la invitó a pranzo insieme ad un gruppo di colleghi. Harley prese solo un sandwich e se ne ando dopo mezz'ora con molta fretta. Alle 14:30 esatte si precipitó nel seminterrato, e dalla piccola fessura della porta che conduceva alla cella di Joker, lo osservò con occhi persi fino all'ora della seduta. Erano le 15:00 esatte. Ormai Harley era convinta di ció che stava facendo, prese un bel respiro ed entró, con le gambe che le tremavano. Joker la guardó coi suoi occhi splendenti e lei ricambió il suo sguardo, con un sorriso malizioso. Aveva dimenticato il registratore. Non poteva cominciare a discutere dell'evasione finché il registratore era acceso. Prima di sedersi, finse di inciampare, cosí questo uscí dalla tasca del camice cadendo a terra, per poi frantumarsi. Harley spinse via con i tacchi bordeaux il registratore distrutto, e si sedette nel lettino ai piedi del suo paziente, per il quale si era presa una cotta. Joker era riuscito ad ottenere l'affetto e la fiducia della sua psicologa. Proprio approfittando del carattere fragile di Harley, era riuscito ad estorcerle informazioni sul suo passato e sulla sua vita, riuscendo cosí ad ottenere maggiore controllo su di lei. Il clown alzó leggermente il sottile cuscino, che appoggió alla spalliera della brandina, per guardare meglio la dottoressa. Il criminale non disse nulla, finché Harley non ruppe il silenzio:《 Lei è triste vero mio pu... Ehm, volevo dire.. Signor J? 》Joker esplose in una sadica risata, poi disse: 《 sono triste di non poterti vedere di piú Harley. 》 Aveva smesso di darle del lei, aveva capito che quel suo approccio stava funzionando. La dottoressa non emise un fiato, finche tese la sua mano verso di lui, e gli accarezzó la guancia, dicendo:《 Non meriti di stare solo qui dentro per il resto della tua vita, mi sento al tuo stesso modo... Grazie, Grazie infinite per avermi aperto gli occhi. Con te ho capito che la società in cui viviamo fa schifo, e in tutti questi anni mi ha resa succube. Ho sempre vissuto nel buio, senza essere me stessa. Tu sei cosí forte e coraggioso, sei riuscito ad essere te stesso nonostante l'opprimente mondo che ti circonda. Ti tireró fuori di qui. 》Joker la ascoltava, con gli occhi chiusi, provando immenso piacere nello stare a contatto del palmo della mano della sua dottoressa. Joker le disse poi di slacciargli la camicia di forza. Lei ubbidii, come una cagnolina fedele al suo padrone. Il pagliaccio principe del crimine le diede un foglietto di carta, con su scritto un numero di telefono.《 Voglio chiederle un favore, dottoressa... Non che i suoi favori non siano abbastanza, ma... Vorrei che telefonasse a questo numero, magari in anonimato. Dica di venire con furgoncini neri blindati domani notte qui all'Arkham Asylum, e che il loro capo, il Re di Gotham, li aspetta qui. Poi distruggi il cellulare. 》Harley scrisse parola per parola le istruzioni del Signor J, come se stesse prendendo appunti sul suo stato mentale in una normale seduta. Al termine dell'incontro, riallacció la camicia di forza a Joker per non destare sospetti, gli diede un bacio sul collo, e si allontanó dalla cella come se niente fosse accaduto. Il suo turno fini alle 19:00. Si affrettó a chiamare un taxi, e puntualmente, un quarto d'ora dopo, arrivó al suo monolocale di periferia. Appena entrata in casa, si precipitó al cellulare e digitó il numero di telefono, inserendo prima di questo il #31#. All'inizio non sapeva cosa dire al cellulare, ma, non conoscendo il suo interlocutore, si limitó a riferirgli ció che il Joker le aveva detto. Riattaccó il telefono, poi, lo adagió sul tavolo della cucina, e con un colpo secco di tacco a spillo, andó in pezzi. Giusto per sicurezza, sottrasse la licenza di acquisto di armi a suo padre, e si procuró un Revolver. Per far colpo su Joker, successivamente, si diresse ad un negozio di costumi. Desiderava avere lo stesso stile dell'uomo che tanto amava, e una tutina attillata metá rossa metá nera con qualche quadro delle carte qua e la, faceva al caso suo. Vi abbinó un paio di stivali, uno rosso e uno nero, e un cappello da giullare, anch'esso degli stessi colori. Si mise del cerone bianco sul volto, un rossetto nero e un po' di eyeliner. Era pronta. Si erano fatte ormai le dieci di sera, ed era ora di andare. Corse a piedi all'Arkham Asylum e una volta arrivata, si fermó per riprendere fiato ma inizió a riflettere su alcune cose. Era sicura di ció che stesse per fare? Cosa avrebbe fatto dopo? Non sarebbe piú ritornata con facilitá alla vita di prima, era difficile che ritornasse la vecchia Harleen Quinzel. Cosí esitó un attimo. Poi si arrampicó sui cancelli, sperando in cuor suo che il clown l'avesse portata con se. Arrivata all'ingresso principale, estrasse da un taschino un mazzo di chiavi, e aprí la porta. L'ospedale era vuoto, e le luci erano spente, tuttavia, vi erano ancora delle guardie, che controllavano i corridoi. E adesso?
angolo autore:
Come vi è sembrato? Scoprirete nel prossimo capitolo come continuerà la storia...
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Alter - ( Joker & Harley #Wattys2017)
FanfictionHarley è cambiata per Joker, ha lasciato tutto e tutti per diventare la principessa del crimine e per stare accanto al suo principe. Ma come è nato questo amore folle? Come ha fatto Joker a trasformare la dottoressa Quinzel nella sua Harley Quinn?