Capitolo 5

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<<Mio Dio, no!>> Tommo tenne salde le redini mentre il suo servitore balzava a terra. <<Prendi i cavalli!>> gli gridò allora, lanciandosi giù per il pendio, i ciottoli che rotolavano al suo passaggio. Si inginocchiò al fianco di Harry.
<<Dio, no!>> ripeté. Fai che sia vivo, per favore, fai che sia vivo.

Gli tremavano le mani mentre si toglieva i guanti e gli sondava il collo con cautela, il cuore che gli batteva frenetico nel petto. Accidenti a quell'idiota che guidava la carrozza. L'avrebbe ucciso se l'avesse incrociato di nuovo.
Avvertì un battito sotto le dita. <<Dio, grazie...>> mormorò.
Gli passò le mani lungo la schiena, le gambe e le braccia per assicurarsi che non avesse nulla di rotto, poi gli prese il viso tra le dita. Era pallido e le labbra erano quasi esangui. Era così bello... Che cosa gli aveva fatto?

<<È vivo?>> domandò Stan.
<<Sì.>> Si era quasi dimenticato del domestico.
<<Ha perso conoscenza.>>
Lo sollevò tra le braccia e lo portò sul calesse. <<Parti, Stan>> gridò. <<Dobbiamo portarlo da un medico.>>

Lo tenne in grembo, mentre il lacchè spronava i cavalli verso il villaggio successivo. Si fermarono poco dopo davanti a una locanda, e Tommo ordinò al ragazzo che li accolse di andare a chiamare un dottore mentre lui portava Harry all'interno.
L'oste gli indicò una camera al secondo piano. Quando raggiunse la stanza Tommo adagiò gentilmente il ragazzo sul letto.
La moglie dell'oste si affacciò subito dopo. <<Cielo misericordioso! Che cosa gli è accaduto?>>
<<Un incidente con il calesse. Ha battuto la testa>> spiegò l'uomo togliendo con cura i guanti di Harry.
<<Povero agnellino.>> La donna schioccò la lingua con compassione. <<Il dottore arriverà subito e si occuperà di vostro marito.>>

Suo marito?
Forse avrebbe potuto lasciar credere che fossero sposati, e fornire dei nomi falsi. In questo modo nessuno avrebbe potuto impedirgli di occuparsi personalmente di lui.
<<Togliamogli i vestiti>> propose la donna, compassionevole. <<Così sarà più a suo agio.>>
Spogliare sir Styles?
<<Sì, sì, certo...>> mormorò Tommo esitando un attimo prima di far scivolare la giacca dalle braccia di Harry; intanto la donna gli toglieva scarpe e calze. Poi gli slacciò il vestito, sollevandolo in modo che la locandiera potesse sfilarlo dalla testa, lasciandolo solo con la leggera camicia di mussola.

<<Adesso mettiamo questo agnellino sotto le coperte>> continuò la donna.
<<È proprio bello, povero caro.>>
Tommo lo sollevò di nuovo mentre la locandiera tirava indietro le coperte, cercando di non pensare a quel peso dolce e delicato tra le braccia.
Quando gli rimboccò le coperte, gli sfiorò il petto con il polso, e vide il rosa intenso del capezzolo sotto il tessuto leggero della camicia.
<<Vado a prendere un po' d'acqua fresca>> disse la donna lasciando la stanza.

Loui restò a guardare Harry.
Per favore, Dio, non lasciarlo morire!, pregò in silenzio.
Come in risposta alle sue preghiere, lui gemette e aprì gli occhi, guardandolo.
L'ombra di un sorriso balenò sulle sue labbra. <<Louis>> mormorò.
<<Sono qui, Harry.>> Prese la morbida mano nella propria.
<<State tranquillo, non vi lascerò.>>

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