Capitolo 17

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Tomlinson aveva cercato Harry non appena era entrato nella sala. L'aveva visto da solo in mezzo alla sala, fragile come una porcellana di Dresda. Poi, come se fosse divenuto d'acciaio, aveva avvicinato Grimshaw e la sua voce musicale aveva rotto il silenzio.

Ben fatto!, aveva pensato Tomlinson mentre Grimshaw si allontanava. Poi i loro occhi si erano incontrati e una volta di più lui era rimasto folgorato dalla sua bellezza.
Lasciò sua madre e sua sorella, troppo occupate a chiacchierare con le altre donne per accorgersene, e andò verso Harry.
La musica cominciò a suonare, e lui allungò il braccio e lo condusse sulla pista da ballo.
Quando la figura del ballo li portò vicino, l'altro sussurrò: «Non avreste dovuto avvicinarvi».
Lui si allontanò di nuovo nel passo della danza. Sentiva il viso in fiamme, come se Harry l'avesse schiaffeggiato. Continuava a non volerlo.

<<Ho letto il giornale. Dubitavate che vi avrei cercato?>> gli chiese quando tornarono vicini.
<<La gente potrebbe parlare>> mormoro Harry in fretta.
Lui quasi scoppiò a ridere. La gente non parlava d'altro che di lui. Tornarono ad accoppiarsi nel ballo. <<Riservatemi il ballo prima della cena.>>
Non le parlò più e al termine del ballo lo riaccompagnò da sua zia, che gli lanciò uno sguardo sospettoso. Lui si inchinò poi si allontanò un poco, restando però in una posizione da dove potesse tenerlo d'occhio.

Un noto reprobo si avvicinò con modi spiacevoli. Lui stava quasi per intervenire, ma Harry riuscì a sottrarsi da solo. Dopo di lui, altri uomini discutibili, che un tempo non avrebbero osato avvicinarlo, gli chiesero di ballare ma lui rifiutò sdegnato.

Quando fu annunciato l'ultimo ballo prima della cena, Tommo fu contento che si trattasse di un valzer. Lo prese tra le braccia e lo guidò sulla pista.
<<Chi ha pubblicato quell'annuncio sul giornale, Harry?>> gli chiese appena poté.
<<Grimshaw.>>Parlava con voce composta. <<Sapeva della locanda, non so da quale sua losca fonte di informazione. Ha pensato di potermi costringere a sposarlo, in questo modo.>>

Tommo guardò Grimshaw che stava danzando con la figlia di una marchesa, e lo maledisse. Avrebbe voluto sfidarlo a duello con la spada, in modo da fargli scorrere il sangue, ma difficilmente sarebbe stato d'aiuto per Harry.

Gli ci volle del tempo per calmarsi. Danzarono tra le coppie che continuavano a spettegolare: nonostante il comportamento coraggioso di Harry, quelle brave persone non sembravano voler rinunciare al piacere di vedere il diamante andare in frantumi come se fosse vetro.
Si accigliò. <<Non si mette bene per voi, Harry>>
<<Sono certonche ne verrò fuori>> rispose lui con forza. <<Se siete preoccupato per la vostra reputazione, non avreste dovuto chiedermi di ballare.>>
<<Sono bene consapevole di essere io, la causa del vostro disonore.>>

Harry sollevò gli occhi e lui poteva giurare di vedere in essi la pena della sua anima. <<No, sono solo io la causa delle mie disgrazie.>>
Tommo lo fece volteggiare sulla pista, incapace di parlare a causa dell'emozione che l'altro gli stava suscitando. Non importava che per Harry fosse una battaglia inutile, né che non volesse avere a che fare con lui, lui avrebbe smosso cielo e terra per il suo bene. Grimshaw non l'avrebbe sposato e portato nel suo letto di tortura. E nessun altro uomo l'avrebbe avuto.

<<Dobbiamo parlare in privato.>> Sempre volteggiando lo condusse verso una porta e lo fece scivolare in un salottino illuminato dalle candele. Dopo essersi accertato che fossero soli, chiuse la porta e lo prese delicatamente per le spalle. <<Voi dovete sposarmi! È l'unico modo per uscire da questa situazione.>>
L'altro sostenne il suo sguardo. <<Ma... voi non desiderate sposarmi>>
Lui distolse lo sguardo, per nascondergli il desiderio che lo tormentava. <<Io desidero farlo. E devo.>>

Harty cercò di spingerlo via, ma lui lo trasse più vicino, obbligandolo a guardarlo. <<Non sopravvivrai allo scandalo se non ti sposerai, Harry. E credo di essere migliore di quegli uomini che ti hanno avvicinato questa sera. Devi sposare me>> gli disse con intensità, in un tono decisamente intimo.

L'altro sembrò scrutare il suo volto, le lacrime che luccicavano negli occhi di smeraldo. <<Va bene, capitano>> mormorò, le labbra quasi contro quelle di lui. <<Allora vi sposerò.>>

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