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Jungkook si alzò e io ancora ansimante,mi ritrovai sudato e accaldato. Provai ad alzarmi e mentre lo facevo sentii qualcosa sbattere contro il mio petto.

- Pulisciti.

L'oggetto che mi aveva lanciato era un pacchetto di fazzoletti, eseguii il suo ordine e notai il suo sguardo freddo osservare ogni mio minimo movimento.

- P-perché mi guardi?

- Non posso?

- Sì però...

Mi bloccai nervoso, cosa avevo appena fatto? Io non sapevo nulla su di lui e perché mi trovavo sul suo divano a farci sesso? Poi lui era... Un maschio...

Avevo le gote leggermente arrossate e cercai di non sembrare un idiota, perché mi stava guardando in quel modo? Il suo sguardo sembrava non voler far apparire un minimo di emozione, eppure fino a poche ore fa lo avevo visto arrossire, piangere... Adesso riguardandolo nuovamente negli occhi sembrava impossibile che lui avesse potuto avere delle reazioni simili.

Cercai di rivestirmi, senza badare al mio didietro dolorante, in totale silenzio, quel silenzio che la sua voce delicata ruppe per prima

- Ci saranno delle regole.

Esitai prima di rispondere.

- C-che genere?

- Come avrai già capito se non vuoi morire facendo da puttana a quell' essere, dovrai venderti completamente a me, mi dovrai soddisfare ogni volta che te lo chiederò. Se sbaglierai sarai punito e se proverai a parlare a qualcuno di questa storia e di quello che hai visto, beh, sai cosa ti succede.

Mi sentii mancare e mi maledii per qualche istante, se mi fossi fatto i cazzi miei tutto ciò non sarebbe successo.

- C'è una qualche possibilità di uscirne?

- Potrei concedertela.

- Cosa dovrei fare?

- Se rispetterai queste poche e semplici regole, se mi soddisferai, potrei pensare di lasciarti andare.

- Sai che se mi lasci andare potrei dire alla polizia che sei uno spacciatore?

- Quella?

Ridacchió.

- Quella non mi preoccupa e poi so che non lo farai.

- Come fai ad esserne così sicuro?

- Se no, non mi avresti ricordato questa possibilità e poi capirai presto che è meglio stare zitti.

Jungkook si alzò e prese da un cassetto un collare fatto di nastro di pelle nera unito da un grosso cerchio d' acciaio, me lo mise e poi sussurrò al mio orecchio:

- Te l'ho già detto, ti piacerà.

- Ma tu cosa provi per me?

- ..... Niente, sei solo il mio sottomesso.

Pensai che fosse lo stesso anche per me, ma a quell' affermazione il mio cuore si spezzò in tanti, piccoli, frammenti.

☆ ☆ ☆

SPAZIO AUTRICE
Spero vivamente che la storia vi piaccia
Se vi va lasciate una ⭐ oppure un 💬

~Rachele †

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