Capitolo uno

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9 anni dopo

Scesi dalla mia moto ed entrai in un pub.
Mi sedetti al bancone e ordinai una birra bionda.
Quel pub sarebbe stato solamente una tappa passeggera, infatti la mia meta era la Scuola per dotati di Charles Xavier. Ero venuta a conoscenza di questo posto due giorni fa.
<<Hai buoni gusti per quanto riguarda le birre.>>
Disse un uomo seduto affianco a me.
<<Merito di mio zio. O forse l'hai detto solo per farmi notare che ne hai presa una uguale alla mia.>>
<<Astuta.>>
<<O forse leggo nel pensiero...>>
Perplessità: ecco ciò che si poteva leggere sul volto.
Un uomo interruppe quella serata apparentemente tranquilla entrando con violenza nel pub.
<<Cazzo...>>
<<Roxana... Lo sai che scappare da Manhattan non ti avrebbe resa introvabile.>>
<<Che cosa vuoi da me Adam?>>
<<Mi ha mandato il capo. Dice che voi due avete ancora un accordo. Sai cosa devi fare per lui. Tu però hai preferito scappare.>>
<<Io non sono scappata.>>
<<Il capo ti da ancora tre settimane, ma se non gli porterai ciò che vuole... sai come andrà a finire.>>
Adam si teletrasportò via.
Presi la mia giacca di pelle e uscii dal pub.
<<Hey signorina! Non ha pagato!>> affermò arrabbiato il proprietario.
<<Faccio io David.>>
Montai sulla mia moto e indossai il casco.
Mi diressi alla scuola.
Mi mancava poco, dieci minuti circa.

Quando arrivai, bussai alla gigantesca porta di legno di quella struttura.
Un anziano sulla sedia a rotelle mi fece entrare.
<<Ti stavo aspettando, Roxana.>>
<<Come fai a sapere chi sono?>>
<<Sei l'unica a possedere tutti i poteri di tutti i mutanti. Una ragazza così rara non sfugge a nessuno, specialmente a me. Cosa ti porta qui?>>
<<Ero stufa di vivere con gli umani. Sono così monotoni e a dirla tutta non ero nemmeno così apprezzata.>>
<<Hai fatto bene a venire qui. Sarai ben accolta da tutti gli altri. Vieni, ti accompagno nella tua stanza. Immagino che sarai stanca.>>
<<In effetti...>> dissi seguendolo.
<<Eccoci. Spero possa andar bene.>>
<<È perfetta. Grazie professor... Xavier. Giusto?>>
<<Chiamami solo Professore.>>
<<Va bene.>> sorrisi.
<<Buonanotte.>>
<<Buonanotte.>>

Ore 8:45

<<Sh... non facciamo rumore o si sveglierà...>>
Ero in uno stato di dormiveglia. Sentii delle voci. Sembravano bambini.
Aprii gli occhi e quello che vidi furono tre bambini adorabili. Probabilmente avranno avuto cinque o sei anni.
<<Ma cosa...? E voi chi siete?>>
<<Ciao! Io mi chiamo Alicia.>>
<<Io sono Freddie!>>
<<E io John!>>
<<Il Professore ci ha detto che era arrivata una nuova ragazza come noi.>>
<<Beh, eccomi qui.>>
<<Come ti chiami?>>
<<Roxana.>>
Mi alzai dal letto.
<<Avete già fatto colazione?>>
<<No.>>
<<Che ne dite se andiamo a farla tutti insieme?>>
Sinceramente pensavo che in questa scuola ci fossero solo ragazzi e adulti, ma non bambini.
Una ragazza con dei capelli corti e bianchi ci si avvicinò.
<<Alicia! John! Freddie!>>
<<Ororo!>> dissero i bambini.
<<Piacere, sono Roxana.>>
<<Piacere. Io mi chiamo Ororo alias Tempesta. Sei nuova?>>
<<Sì, sono arrivata ieri sera.>>
<<Hai già fatto colazione?>>
<<No, ma io e questi tre piccoli cuccioli stavamo andando a farla insieme.>>
<<Bene, allora mostrate voi la strada a Roxana?>>
<<Sì!>>
<<Va bene ahah. È stato un piacere conoscerti!>>
<<Anche per me!>>
<<Ah! Se ti dovesse servire qualcosa, la mia stanza è quella laggiù.>>
<<Grazie mille.>>
Andammo nella mensa a gustarci un cornetto al cioccolato.
Subito dopo uscimmo fuori in giardino. Non so per quale motivo, ma stando con quei tre bambini mi sembrò di rivivere la mia infanzia prima di ritrovarmi in quell'orrendo manicomio.
Il tempo era meraviglioso. Il sole spiccava nel cielo azzurro privo di nuvole. Un leggero venticello si faceva strada tra le foglie degli alberi e l'erba, sulla quale giaceva ancora qualche goccia di rugiada.
<<Roxana! Guarda!>>
Iniziarono ad usare i loro poteri: John iniziò a scattare da una parte all'altra del giardino con una velocità ammirevole; Alicia creò del fuoco con le sue mani, ma Freddie lo fece svanire con dell'acqua che uscì dalla sua bocca.
<<Le tre pesti già ti adorano eh?>>
<<Ciclope!>>
<<Ciao Alicia!>>
<<Scott!>>
<<Freddie e John! I miei due bracci destri. Tempesta vuole che andiate tutti e tre subito dal professore per la lezione.>>
<<Uffa... ciao Roxana, ciao Scott.>>
<<Ciao!>> dissi salutandoli.
<<Roxana, giusto?>>
<<In persona.>>
<<Io sono Scott alias Ciclope.>>
<<L'avevo capito.>>
Ridemmo, nonostante non ci fosse un motivo concreto.
<<Penso che tu possa controllare il tuo potere anche senza quegli occhiali.>>
<<Non penso prop... aspetta un momento, come fai a sapere quale sia il mio potere?>>
<<Mi è bastato leggerti la mente.>>
<<Ok... e pensi di farlo tutte le volte?>>
<<No tranquillo. Se mi mettessi a leggere i pensieri di tutti, non dialogherei più con nessuno. Anche se dicendo questo mi sto rendendo incoerente, perché so già che leggerò lo stesso nelle menti delle altre persone.>>
Vidi il Professore avvicinarsi verso di noi.
<<Salve ragazzi.>>
<<Salve Professore.>> disse Scott.
<<Roxana. Devo parlarti.>>
<<Certo.>>
Mi portò nel suo ufficio.
<<Accomodati pure.>>
Mi sedetti su una sedia davanti alla sua scrivania.
<<Dimmi il vero motivo per cui sei qui.>>
<<Gliel'ho detto Professore, non volevo più vivere tra gli umani.>>
<<So che stai mentendo. Raccontamelo, di me ti puoi fidare.>>
<<Non... non posso.>>
Qualcuno si precipitò nella stanza e interruppe la nostra discussione: era Ororo.
<<Professore. Abbiamo visite.>>

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