The Last X-Men

Capitolo sedici

La testa mi faceva male. La vista era offuscata e l'udito ovattato.
<<Mettila là dentro.>>
Ero in braccio a John, penso. La sua figura era sfocata.
Mi sentii poggiare per terra.
Svenni.

Dieci minuti dopo...

Finalmente mi svegliai. Le forti luci della stanza mi provocavano un leggero fastidio agli occhi.
La cosa positiva è che non avevo più i polsi legati.
Scrutai il luogo in cui mi trovavo: era una cella.
Era fredda e sporca.
Sospirai. Sapevo che Erik non si sarebbe fermato a cercare ciò che voleva e che presto mi avrebbe uccisa.
Mi alzai dal pavimento lercio, mi pulii il retro dei pantaloni e mi avvicinai alle sbarre di ferro di fronte a me.
Notai che non ero sola; altri mutanti erano nelle celle circostanti.
<<Ciao Roxana.>>
Un uomo richiamò la mia attenzione: era basso e in sovrappeso; aveva una barba grigia e folta; indossava una maglia bianca e dei pantaloni grigi.
<<Ci conosciamo?>>
Rise.
<<Certo che ci conosciamo. Mi hai fatto rinchiudere tu qua dentro!>>
<<Ascolta, mi dispiace. Sono stata costretta.>>
<<Non mi interessano le tue scuse.>>
<<Non so cosa dirti allora.>>
<<Mi prendi per il culo?>>
<<Senti, avrai la tua vendetta ok? Erik mi ucciderà a breve. Perciò non ti lamentare.>>
<<Che cos'hai fatto di così grave per far decidere ad Erik di ucciderti? Non eri una delle sue risorse più importanti?>>
<<È una storia lunga...>>

Logan's p.o.v.

<<Stiamo andando da Magneto vero?>>
<<Sta zitto.>>
Aggrottai leggermente le sopracciglia.
<<È lì che la tenete?>>
<<Cosa non hai capito di "stai zitto"?>>
Mi ero stancato di parlare con quei due. Decisi che l'avrei scoperto quando saremo arrivati.

Una volta arrivati mi legarono i polsi dietro la schiena.
<<Che state facendo?>>
<<Ti portiamo in un luogo dove non potrai creare problemi. Ma prima...>>
Mi infilarono una siringa del collo. Era una qualche sostanza che mi fece addormentare in pochi secondi.
L'ultima cosa che riuscii a sentire fu:
<<Lasciatelo stare!>>