Capitolo tre

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L'acqua fresca percorreva il mio corpo provocandomi, qualche volta, dei brividi.
Diversi pensieri invasero la mia mente, tra cui il fatto che finalmente mi sentivo accettata.
E poi quel Logan... così misterioso e attraente...
Fermai la fuoriuscita d'acqua, uscii dalla doccia e presi un asciugamano.
Uscii dal bagno e andai a prendere qualche vestito.
<<Cavolo...>>
Mi ricordai che non mi ero portata nessun vestito.
Aprii la porta della stanza e sbirciai fuori per vedere se ci fosse qualcuno. Fortunatamente fu così, anche perché quello che stavo per fare mi avrebbe messo in imbarazzo se qualcuno mi avesse vista.
Uscii con cautela e lasciai la porta della mia camera socchiusa.
<<Qual era la stanza di Ororo?>>
Mi guardai in torno.
<<Ah sì! Quella.>>
Mi avviai verso la stanza, ma qualcuno si presentò davanti a me.
<<Ma cosa...?>>
<<Ho dimenticato di portarmi i vestiti, Logan. Stavo andando da Ororo per chiederle se poteva prestarmene uno.>>
Continuava a fissarmi senza dire una parola.
Non potevo nemmeno superarlo perché mi serrava il passaggio.
<<Logan?>>
<<Sì?>>
<<Dovrei passare.>>
Si spostò.
<<Grazie.>>
Bussai alla porta di Ororo, la quale mi aprì dopo poco.
<<Roxana, perché sei...>>
Le raccontai il motivo per cui ero andata da lei.
<<Ma certo. Entra pure.>>
Si avvicinò al suo armadio e, cercando qualche vestito, disse:
<<Allora, come sta andando questo primo giorno?>>
<<Alla grande. Ho anche già utilizzato il sotterraneo per allenarmi.>>
<<Sì ti ho vista andarci con Logan.>>
Mi disse con un sorriso malizioso.
<<Cosa?>>
<<Mhm, nulla.>>
Ancora lo stesso sguardo.
<<Perché mi guardi così? Non è successo nulla. Ci siamo solo allenati. Poi lo conosco da quanto? Un paio ore?>>
<<Kayla... Mariko... Jean... tutte cadute ai suoi piedi.>>
<<Ah! Jean.>>
<<Te l'ha detto Logan? O forse già la conoscevi. Con tutto il casino che è successo dubito che tu non sappia chi sia...>>
<<In realtà ho letto nella mente di Logan prima e... ho visto lui che urlava il nome Jean. Potresti raccontarmi di questa Jean?>>
<<Preferisco che sia lui a raccontartene. Sai, per lui non è un bel ricordo quello che è successo... In ogni caso ecco a te.>>
Mi diede un paio di pantaloni della tuta neri e aderenti e un maglione bianco che arrivava fino a sotto l'ombelico.
<<Grazie mille.>>
<<Figurati.>>
<<Senti... appena mi vesto andiamo a Manhattan? Devo passare a casa mia per prendere dei soldi e comprare dei vestiti.>>
<<Mi dispiace ma non posso... tra poco ho un'altra lezione.>>
<<Tranquilla, non fa niente.>>
Uscimmo dalla sua stanza.
Guardò l'ora: 11:15.
<<Non ci credo! Sono in ritardo. Devo andare. Ciao Roxana.>>
<<Ciao.>>
In tutto questo ero ancora con l'asciugamano addosso.
Ritornai in camera mia e mi vestii, mi sistemai i capelli, indossai le scarpe da ginnastica e uscii di nuovo dalla camera.
Mentre mi precipitavo fuori dalla scuola cercai la mia moto che avevo lasciato fuori la sera prima, ma non la trovai. Sbuffai.
<<Sarà meglio se m'incammino.>>
Mi sarebbero aspettati più o meno 10km da percorrere per arrivare a Manhattan.
Non volevo usare i miei poteri utilizzando la "super velocità". Sarò anche stupida a non usarla, ma volevo camminare un po'.
Mentre camminavo facevo nascere di mia spontanea volontà qualche piccolo vortice tra l'erba secca.
<<Serve un passaggio?>> disse Logan.
<<Come facevi a sapere che fossi uscita?>>
<<Non lo sapevo. Stavo facendo un giro e ti ho vista.>>
<<Stavi facendo un giro eh?>>
<<Sì.>>
<<Con quella moto.>>
<<Beh... sì.>>
<<Quella è la mia moto.>>
<<Oh.>>
<<C'è abbastanza benzina per arrivare fino a Manhattan?>>
<<Sì.>>
Senza dire nient'altro salii sul veicolo e mi aggrappai a lui: misi intorno alla sua vita le mie braccia per reggermi.
Si voltò un momento verso di me e mi guardò; io ricambiai.
<<Cosa?>> chiesi.
<<Nulla. Dove devo portarti precisamente?>>
<<A questo indirizzo...>>
<<Va bene. Tieniti.>>
<<Aspetta.>>
Presi un secondo casco che tenevo come scorta, nel piccolo portabagagli. Lo indossai e partimmo.
Mentre mi tenevo a lui, riuscivo a sentire i suoi muscoli.

***

<<Eccoci.>> annunciò Logan scendendo dalla moto. Lo seguii a ruota.
<<È casa tua?>>
<<Purtroppo lo era.>>
Ci avvicinammo e bussai.
Mi aprii mia madre.
<<Posso entrare? Faccio veloce. Non ti accorgerai nemmeno della mia presenza.>>
Non emise una parola, mi lasciò entrare.
<<Salve.>> disse Logan con un cenno di mano ed entrando in casa.
<<È come te?>> mi chiese mia madre.
Esitai prima di rispondere.
<<Pazzo? Come mi hai definita quando ero piccola? Ti rivelo una cosa: mutante non vuol dire pazzo.>>
Andai in camera mia e presi i miei risparmi, più o meno 500$.
Ritornai da Logan, ma prima di uscire mia madre mi disse:
<<Adesso ti prego di andartene. Non mi sento al sicuro con due non umani in casa.>>
<<Non umani?>>
<<È quello che siete ed è quello che rimarrete.>>
<<Sai una cosa? Nemmeno io mi sentivo al sicuro in quell'orrido posto, ma nonostante ciò nessuno è venuto a rassicurarmi. Speravo che tu e papà mi veniste a trovare almeno, ma i giorni passavano... e nessuno si presentava, eccetto i dottori ovviamente.>>
<<Dovrei dispiacermi? Se sei un mostro non è né colpa mia né di tuo padre.>>
<<Hey, ci vada piano con le parole.>> disse Logan ponendosi davanti a me quasi come per proteggermi.
<<Non devi affatto dispiacerti, ti devo ringraziare. Se non mi aveste trattato in quel modo, se non mi aveste messo in quel posto, adesso non starei bene dove sto.>>
<<Dove stai?>>
<<In una scuola dove ci sono MUTANTI come me. Ho conosciuto Logan,>> dissi indicandolo <<Tempesta, il Professor Xavier e Scott. Finalmente ho una famiglia, una vera famiglia.>>
<<Esci fuori.>>
<<Con enorme piacere. Andiamo Logan.>>
La porta si chiude dietro di noi. Con passo veloce mi avviai verso la moto.
Mi asciugai le lacrime.
Logan capì che non era un bel momento per me, così mi abbracciò. Lo strinsi forte a me.
<<Vuoi andare da qualche altra parte?>>
<<Beh,>> mi strofinai una mano sul viso <<dovrei comprare qualche vestito. Prima mi sono accorta che avevo dimenticato di portarmi dei vestiti. Potrei andare a casa di mia nonna, visto che ho vissuto con lei prima di venire alla scuola, però ho saputo che si è trasferita e non so dove.>>
<<In poche parole mi stai chiedendo di andare a fare shopping.>>
<<Esatto.>>
<<E va bene.>>

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