Capitolo quattro

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Al negozio...
Presi due paia di jeans: uno nero e uno blu; due maglie: una color verde militare e una nera; altre due maglie dello stesso colore, ma erano aderenti e a maniche lunghe; un maglione grigio di lana.
<<Vado a provare queste cose.>>
Entrai nel camerino: la prima cosa che provai furono le maglie, poi il maglione e infine i jeans.
*Se non esce da quel camerino entro cinque secondi, la vado a prendere con la forza... perchè tutte le donne impiegano millenni per prepararsi o provare qualcosa?*
<<Ti ho sentito.>>
<<E allora muoviti.>>
Sbuffai. Uscii dal camerino e ci dirigemmo verso la cassa.
<<Salve.>> disse la cassiera.
<<Salve.>> risposi.
Mentre passava tutti gli articoli per confermarmi il prezzo totale, disse:
<<Si sta avvicinando San Valentino e noi offriamo a tutti i clienti che acquistano in questo negozio, una cena gratis alle coppie.>>
<<Scusi, ma non stiamo insieme.>> risposi.
Se ho capito di essere attratta da lui, per quale motivo non ho accettato? Solo perché non siamo una coppia, non vuol dire che non possiamo approfittare di una cena gratis.
Vidi un' espressione un po' di spiaciuta sul volto di Logan.
<<Questa offerta... vale anche per le "non coppie"?>>
<<Come ho già detto è un'offerta proprio per le coppie, ma se siete interessati ma non siete una coppia, per questa volta posso fare un'eccezione. Ecco a lei.>>
La signora mi porse un piccolo volantino rosa rosso su cui c'era scritto "Cena omaggio per due".
<<In tutto sono $34.>>
<<Faccio io.>> disse Logan prendendo il suo portafoglio.
<<No no, tranquillo. Faccio io.>>
Logan mi anticipò e diede i soldi alla cassiera.
<<Non vorrei sembrare inopportuna, ma secondo me non stareste male insieme. Forse questa cena vi regalerà qualcosa.>>
Io e Logan ci scambiammo un'occhiata.
*Che occhi...*
Un lieve sorriso prese forma sulle mie labbra. Aveva capito che l'avevo sentito e sorrise anche lui.
<<Arrivederci ragazzi.>>
<<Arrivederci.>>
Uscimmo dal negozio e andammo verso la moto.
Mi posizionai di fronte a lui.
<<Grazie.>> dissi.
Sorrise ancora. Penso di non aver mai visto un sorriso così in vita mia.
Con i suoi occhi verdi continuò a guardarmi.
Si avvicinò diminuendo sempre di più la distanza che c'era fra noi, ma io indietreggiai.
Indossai il casco seguita da lui e ritornammo alla scuola.

***

<<Roxana.>> mi chiamò Tempesta.
<<Hey.>>
<<È... successo qualcosa?>>
Capii per quale motivo me l'avesse chiesto: vide Logan che si affrettava ad andare nella sua stanza; sembrava deluso...
<<Ehm... no, non penso.>>
Avrei dovuto dirle che ha provato a baciarmi?
<<Ha provato a baciarmi.>>
<<E tu!? Cosa hai fatto?>>
<<L'ho allontanato.>>
<<Non sembra che ci sia rimasto bene.>>
<<Provo attrazione per lui, non lo nego.>>
<<E allora!>>
<<Ma lo conosco da troppo poco, sarà solo una cotta.>>
<<Ti do un consiglio, prova a parlare con lui e a scoprire qualcosa in più sulla sua vita.>>
<<Va bene...>>

Ore 2:15

Non riuscivo a chiudere occhio, così mi diressi fuori in giardino a prendere una boccata d'aria.
Mi sedetti sull'erba e guardai le poche stelle che tempestavano il cielo.
Un leggero venticello mi circondava.
Ripensai a tutto ciò che era successo oggi: la discussione con mia madre, Logan...
Ad interrompere i miei pensieri fu una sagoma che vidi in lontananza; istintivamente mi alzai da terra.
Mi avvicinai a quella figura misteriosa.
Venne verso di me con passo piuttosto lento.
<<Roxana, Roxana, Roxana...>>
Era Erik: il capo del mio gruppo.
<<Adam mi aveva detto che mi avresti concesso altre tre settimane.>>
<<Si lo so, volevo solo darti un piccolo incentivo per compirete il tuo dovere anche prima di tre settimane.>>
Puntò il palmo della sua mano sinistra verso di me. Sentii una forte pressione invadermi. Fu una sensazione terribile: un miscuglio tra soffocamento e le mie stesse lame che si rivoltavano contro di me trafiggendo tutti i miei tessuti interni.
Caddi a terra e gemetti dal dolore atroce.
Riuscii solamente a dire:
<<B-basta.>>
Una vecchia ferita che mi ero procurata tempo fa (ancora non del tutto rimarginata), riuscì a riaprirla facendola sanguinare.
Non so come, ma me ne procurò altre nonostante non ne avessi.
In tutto si fecero sei ferite.
Nonostante avessi i miei poteri, portavo con me sempre una pistola per sicurezza.
Con tutta la mia forza la presi dalla tasca posteriore dei jeans e sparai tre colpi contro Erik.
Fece cadere a terra la pistola e bloccò i proiettili prima che potessero colpirlo; successivamente li girò verso di me.
Mi colpirono tutti e tre al ventre.
All'improvviso, Erik si fermò.
<<Terrò a mente il fatto che hai provato ad uccidermi.>>
Detto questo andò via.
Mi rialzai e con una mano mi tenni l'addome.
Riuscii a rientrare nell'istituto. Andai in camera mia e, una volta in bagno, tolsi la maglia.
<<Cazzo...>> dissi dolorante.
Cercai di togliere i proiettili, ma le uniche cose che uscirono fuori di me furono urla di dolore.
Sentii la porta di camera mia aprirsi violentemente.
<<Roxana!>>
Era Logan.
Mi prese in braccio. Con una mano mi teneva la schiena e con l'altra le gambe; poi mi stese sul letto.
Andò a prendere delle garze, del disinfettante e delle pinze per togliere i proiettili.
Stavo perdendo molto sangue, e la mia vista iniziava a calare. Riuscivo a vedere solo ombre e immagini sfocate. Persi i sensi.

Due ore dopo...

Ripresi conoscenza e mi svegliai.
Vidi Logan seduto su una poltrona accanto al mio letto.
<<Logan...>>
Cercai di alzarmi.
<<No ferma. Stai giù.>> disse venendo verso di me.
<<Ahia...>>
<<Sono riuscito a toglierti i proiettili e a metterti qualche garza.>>
<<Grazie. Da che ora sei qui?>>
<<Da quando sono corso ad aiutarti. Quindi dalle 2:45 penso. Adesso sono le 4:20.>>
<<Se vuoi puoi and->>
<<No. Resto con te.>>
<<Ehm... ok.>>
Mi alzai dal letto nonostante mi avesse detto di rimanere stesa.
Andai verso il bagno, ma prima di aprire la porta, sentii una fitta al ventre. Fu talmente forte che caddi quasi per terra.
Logan si avvicinò subito e mi resse.
<<Tutto ok?>> disse aiutandomi, con delicatezza, a riprendere una posizione eretta.
<<Sì...>>
I nostri sguardi si incrociarono. Entrambi volevamo la stessa cosa, ma nessuno dei due sapeva se fosse il momento giusto e se prendere l'iniziativa.
Come potevasi dimostrare, nessuno dei due fece qualcosa.
Mi riaccompagnò a letto e caddi in un sonno profondo.

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