Quello che succede in bagno...

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Problema cacca.

Ora, potrebbe sembrare qualcosa di irrilevante agli occhi di chi non condivide casa con un individuo di sesso maschile, belloccio e che, fino a poco tempo fa, era uno sconosciuto.

Ecco, però non è affatto un problema irrilevante: perché io sono umana, non vengo da Pandora e la faccio pure io. Però gradirei che Alex non ne prendesse atto.

Fino ad oggi ero riuscita a mettere in atto una sofisticata routine studiata nei minimi dettagli e dedicarmi a tale “mansione” solo ed esclusivamente quando il mio coinquilino era fuori casa (il che si verifica incredibilmente spesso, grazie al cielo.)

In genere lui esce di casa piuttosto presto e, a giorni alterni, io posso agire indisturbata e fare come se vivessi ancora da sola: lui non c’è e io sono la regina della casa.

Stamattina è una di quelle giornate in cui sono sola: o meglio, lo era fino a quattro minuti fa quando, contro ogni previsione, la porta d’entrata ha sbattuto, annunciando l’inaspettato arrivo di Alex e scatenando un lieve attacco di panico nella sottoscritta.

Dopo aver valutato se fosse il caso di fingere di non esserci, anche questa opzione è stata vanificata dal pugno di Alex che batteva sulla porta domandando se ne avevo per molto.

Ne avrei per moltissimo, visto che non ho alcuna intenzione di uscire da questo bagno per almeno venti minuti: opto per aprire l’acqua della doccia, sperando di sviarlo ma la sua voce mi ferma.

“No, Med! Non entrare in doccia ora! Sono in ritardo per un appuntamento e sono tutto sudato.”

Interessante suggerisce la sciocca voce nel mio cervello, prima che la parte saggia di me la metta a tacere.

“Che schifo! Perché sei sudato?” chiedo con estrema curiosità e lui mi risponde prontamente:

“Perché in questa casa abita qualcuno che, ogni tanto, va a correre. Ora apri che ho fretta.”

L’ansia mi assale inesorabile: come diamine posso fare? Mi guardo attorno e afferro ogni flaconcino custodito nel mobiletto sopra il lavabo, alla ricerca di qualcosa da spruzzare copiosamente: morirà per le esalazioni, ma non scoprirà il mio segreto (cioè che anche io faccio la cacca).

“Alex, sono spiacente ma tu hai avuto tempo di renderti presentabile al mondo mentre io ancora dormivo...”

“Tu dormi sempre, Scintilla...” mi interrompe lui “ Poche storie. Ti puoi lavare quando ho finito, io ho davvero fretta.”

Il fatto stesso che pretenda di avere la precedenza mi spinge a non aprire la porta: quello, e la consapevolezza che l’aria non sarà tornata normale prima di almeno dieci minuti.

Mentre rifletto su come gestire la situazione, vedo la maniglia della porta che si abbassa e, indignata, mi ci appoggio contro, starnazzando:

“Alex, sono nuda!”

“Una ragione in più per farmi entrare...”

“Idiota... Se la porta non fosse stata chiusa a chiave?”

“La porta è sempre chiusa a chiave... E se non lo fosse stata l’avrei interpretato come l’ennesima prova del fatto che cerchi velatamente di spingermi a corteggiarti.”

Lancio un urletto isterico di disapprovazione e ribatto:

“Io non voglio che mi corteggi...” ma lui sembra essere poco interessato a cosa ho da dire e pare aver più che altro fretta.

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