Capitolo 11

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"Ne sei certa?" Mi domandano in coro.
"Sì, sto bene adesso. Devo riprendere le redini e rimettermi in piedi con le mie forze. Grazie, per avermi aiutata ancora una volta, siete la famiglia che ho sempre desiderato" dico col cuore.
"Se hai bisogno, sai dove trovarci. Ci saremo sempre per te" mi stringono.
Esco da quella casa col cuore più leggero e l'oppressione che ha allentato la presa. Ma le cose non sono del tutto sistemate, non con Ice. Ho scelto di andare via mentre lui non c'è, proprio per questo. Ci sono stati altri incontri tra noi, mi è stato vicino ed è stato ciò di cui avevo bisogno, nel modo in cui ne avevo bisogno. Ed è l'input che mi spinge ad andare via, prendermi una pausa. Non riesco ad essere la solita Fire, quando c'è di mezzo lui. Ed ho bisogno di risposte. Tutto questo, lo penso mentre il taxi mi porta a casa. Entro e ritrovo il mio ambiente, nonostante non lo senta più tale. Forse dovrei cambiare, radicalmente, da capo. Una nuova casa, una nuova vita. Le sedute con lo psicologo mi aiuteranno, anche se non dirò mai tutto. Quello, è un segreto che mi porterò nella tomba. Mi sistemo, arieggio i locali, faccio entrare la luce. Poi, faccio il passo più importante e chiamo il terapeuta per fissare il primo appuntamento. Che, tramite la segretaria, riesco a fissare per domani pomeriggio. Dovrò parlare anche del mio rapporto con Ice, di quello con la mia famiglia e di ciò che ha causato l'incidente. Ma, prima di fare questo, devo affrontare Scott. Devo sentire dalla sua bocca ciò che davvero è stato.
Chiamo il taxi e una volta arrivato, mi faccio condurre da lui.
La segretaria mi chiede se ho un appuntamento, in modo quasi sgarbato.
"Sono la figlia del presidente. Non credo di averne bisogno" le rispondo dura. Cambia tono ed espressione, mi chiede di attendere qualche istante prima di poter vedere Mr. Morse.
Siedo composta, poco dopo appare, con una faccia tra l'incredulo ed il furioso.
"Che cosa fai qua? Non sei la benvenuta" sibila. Mi alzo di scatto e, a voce alta, lo affronto.
"Fino a prova contraria, questa è l'azienda della mia famiglia e tu un semplice dipendente. Detto questo, noi due dobbiamo parlare" lo zittisco ed a passo sostenuto lo precedo nel suo ufficio.
"Che cosa vuoi Fire?" Domanda, più dimesso.
"La verità. Tu e Logan, il piano che avete ordito per avere i soldi." Lo metto alle strette, sbianca.
"Ma che cosa dici? Sei pazza?" Ci prova.
"Non ci provare, sprechi il fiato. So tutto, collabora e dimmi la verità, oppure ti faccio marcire in galera. Ho ancora molti agganci, avranno piacere di sapere dei tuoi conti offshore" lo ricatto.
"Logan voleva i soldi, io anche. Non volevo lavorare ma vivere di rendita, sposandoti. Ma c'era sempre Ice di mezzo, così abbiamo tirato fuori una balla sapendo che a Logan avresti creduto. Non era preventivato che tu, mi vedessi con Sybil" inizia.
"Quindi, mio fratello ha sempre finto?" Domando, senza emozione.
"Sì, sapeva che avresti reagito male, per questo ti ha fatta guidare, sapeva che ci sarebbe stato l'incidente. Ha fatto in modo che succedesse e voleva toglierti di mezzo, anche se non fisicamente. Sapeva che ti saresti sentita in colpa e avresti rinunciato ai soldi costretta da tua madre e tuo padre, sapeva che sarebbe andato tutto a lui, ci contava. Ma le cose non sono andate secondo i piani, lui è morto e tu hai" lo fermo con la mano. Non deve dirlo, non ne ha il diritto.
"Bene. Spero che tu, come lui, marcisca all'inferno" volto le spalle e lo lascio da solo. Arrivo al bancone della segretaria e le dico: "Dia questo al signor Summer. Dica che lo mando io e non faccia scherzi, se vuole conservare il suo posto" la lascio, dopo averle consegnato il piccolo registratore, e infilo svelta nell'ascensore.
Mi sento bene, ad un passo dalla libertà, mentre torno a casa. Ma ad attendermi, fuori dalla porta c'è lui.
"Ice?" Non credo ai miei occhi.
"Scappare in piena mattinata non è servito. Sapevo che lo avresti fatto" sorride, senza traccia di rammarico.
"Va bene. Entra, non stare sulla porta" lo invito, aprendo casa.
"Vuoi qualcosa?" Chiedo, con educazione.
"Sì, la verità Fire. Capire una volta per tutte perché fai questo assurdo tira e molla" dice, sedendo.
"Ne hai tutte le ragioni. Fammi mettere comoda, preparare del caffè e poi ti dirò tutto" acconsente, con un movimento della mano.
"Tu cambiati, io faccio il caffè" concede. Vado in camera e mi sistemo, mettendo dei pantaloni comodi ed una maglietta. Lo raggiungo, mentre mi faccio una coda disordinata.
"Vieni, andiamo in soggiorno" propongo, una volta pronto il caffè.
"Dunque, sono stata da Scott. Avevo bisogno di sentirlo dalla sua bocca, volevo la verità. Me l'ha detta.
Non ci sono parole sufficienti a dirti quanto mi dispiaccia. Ti ho allontanato e odiato, per cose che non hai fatto. E questa è la ragione principale del mio essere così altalenante. Per ogni parte di me che ti vuole, ce n'è un'altra che ti respinge con più veemenza. Ma non è solo questo. Mi è accaduto qualcosa di terribile, Ice. Ho perso mio fratello, e tutto il resto, sono cose che mi hanno segnata e mi sono rimaste dentro, cambiandomi per sempre" spiego.
"Capisci che non sarò mai più come prima, dopo questo fatto. Me ne pento, ogni giorno. Vorrei tornare indietro e decidere in modo diverso. Soprattutto dopo che la mia famiglia mi ha voltato le spalle" mi asciugo una lacrima. Mi stringe una mano.
"Lo capisco bene, ma da tutto questo vorrei che tu ne traessi beneficio, che smettessi di vedermi come il nemico. Non ti ho mai tradita, non ho mai smesso di amarti Fire. Anche quando mi facevi soffrire."
"Lo so, adesso. Ricominciamo, facciamo un passo alla volta. Se lo vuoi ancora, dopo che ho combinato tutto questo casino. Per la cronaca, domani andrò da uno psicologo. Ho bisogno di chiudere col passato" racconto.
"Ti accompagno se vuoi. Intanto, ti porto a pranzo. Ricordi quel ristorantino sul lungomare che ci piaceva tanto?" Lo ricordo molto bene, ci andavamo da ragazzi.
"Andrò da sola, lo devo fare. Ho passato tutta la vita a far muovere i fili agli altri, devo cavarmela da me. Ma a pranzo ci vengo. Voglio proprio mangiare il risotto sul pesce, che facevano così buono" lo accontento.
"Allora andiamo" si attiva subito.
"Ma prima..." tira fuori qualcosa dalla giacca, mi prende la mano e rimette l'anello, prima al mio dito e poi al suo.
"Siamo sposati Fire, dobbiamo cominciare la nostra vita, forti come solo insieme possiamo essere. Non voglio più che mi scacci, non voglio dover andare a cercare altrove. Voglio te e basta" afferma deciso.
"Va bene Ice. Ma non sarà facile" ragiono.
"La vita non lo è, ma in due si affronta tutto meglio. Adesso andiamo, ho fame. Ti piace ancora la moto, vero?" Mi prende la mano.
"Sì, mi piace ancora" sorrido. E non è alla moto che penso.

SIAE Ice- The game of... [Broken Hearts Saga] SU AMAZON29/03/2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora