Capitolo 6

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Lo trovo fuori casa, intento a smontare pezzi della moto.
"Ciao Ice, c'è Hope" lo saluto. Non si volta, non dice nulla. Allunga un braccio ed indica dentro casa. Lo lascio alle sue cose, non ho nessun diritto di importunarlo.
"Hope, ci sei?" La chiamo. Sbuca fuori dalla cucina, seguita da John.
"Cosa fai qui?" Mi apostrofa, con durezza.
Alzo le mani, e dico: "sono qui per scusarmi. Ho esagerato e non dovevo" si addolcisce solo un po', ma John la precede.
"Sei come una figlia per me. Ti voglio bene e ti perdono. Ma se hai bisogno, non devi fare così, basta che chiedi. Ti aiuteremo sempre, ad ogni costo."
Mi mordo le labbra e stringo i pugni.
"Okay" dico solo. La mia amica mi abbraccia, restituendo la pace a tutti.
"Va bene Fire, ma non è a noi che devi chiedere scusa" dice.
"Lo so. Ma non ho idea di come fare, non mi parla" le spiego.
"Parla tu, non importa se risponde o meno" prosegue.
"Dovrebbe, anche lui deve scusarsi, mi ha dato un ceffone" rivelo.
"Sì, lo sappiamo. John si è assicurato che non lo faccia più" e si lanciano un'occhiata. Mi spinge verso la porta, incoraggiandomi.
Esco e lui è ancora alle prese con la moto.
"Mi volevo scusare per le cose che ho detto. Non le pensavo e non le meritavi" mi libero del peso.
"Okay" la secca risposta. Attendo qualche altro istante, ma non mi degna di uno sguardo, una parola.
Mi volto e faccio per rientrare.
"Me lo dirai mai il perché?" Mi interroga. Lo guardo confusa, lui posa gli attrezzi.
"Non mi sono bevuto le tue parole. Ho diritto di sapere perché mi odi così tanto" continua. Dannazione com'è cocciuto.
"Ice non ti odio. È solo che... non condivido il tuo stile di vita e mi tengo alla larga" ripeto, di nuovo.
"È da quando hai conosciuto Scott che sei cambiata nei miei confronti. Ti ha detto lui qualcosa?" Mi lascia senza parole.
"No. E per favore non parliamo di lui" lo imploro.
"Invece sì! So' che ti ha fatto male, ma se in qualche modo è complice della tua avversione lo voglio sapere. Me lo devi Fire" sussulto, per la veemenza con cui parla.
"Era geloso di te Ice. Non ne ha mai fatto mistero. Io, te ed Hope, avevamo un legame. Si sentiva escluso e non ha gradito. Ma non mi ha instillato nessun pensiero. Ho solo sentito il bisogno di mettere della distanza tra noi" provo a spiegarmi.
"Non ci credo, neppure un po'. Ti è successo qualcosa, e questo qualcosa ti ha allontanata. Hai riversato su di me la tua rabbia, quasi fossi la causa di tutti i tuoi mali. Eravamo amici una volta, che ci è successo?" La tristezza è palpabile.
"Non lo so. Ma adesso è troppo tardi, troppe cose sono successe. Io sono cambiata dentro e tu hai scelto la tua strada. Non c'è nulla che si possa recuperare e, francamente, non credo neppure di volerlo. Te l'ho detto, la tregua era temporanea."
"Come vuoi Fire, a me non cambia niente. Però bada, dì ancora quelle cose e non risponderò delle mie azioni" minaccia.
"Tranquillo, per farlo dovrebbe importarmi di te. Non c'è questo rischio. Ciao" giro i tacchi ed entro in casa.
"Vi siete chiariti?" Domanda in apprensione John.
"Certo. Tutto a posto" mento. Si rasserena subito e scappa nella serra.
"A me non la fai, che vi siete detti?" Indaga.
"Nulla di nuovo. Noi saremo sempre così, in conflitto."
"Perché lo hai deciso tu! Fire, dovresti mettere da parte il passato, guardare avanti" mi sussurra.
"Non posso Hope, non ci riesco" ammetto.
"Ti ucciderà alla fine, tutto questo astio, il rancore. Vorrei solo che ti dessi un'opportunità, una sola. Sai che non hai colpa" mi esime dalle responsabilità.
"La ho invece. Se fossi stata più attenta, meno impulsiva lui sarebbe ancora vivo. È colpa mia" sbotto.
"No! Non lo è, sei la sola che lo pensa! I sensi di colpa ti schiacciano a tal punto che hai smesso di vivere! E mi uccide vederti così, uccide tutti noi." Ribadisce. Ma non l'ascolto, non posso. Se lo facessi, le sue parole creerebbero un breccia, non lo posso permettere.
"Pensa come vuoi, c'ero io quel giorno, non tu. So' ciò che è successo, la colpa a chi va data. Non voglio più parlarne. Ho chiesto scusa, ammesso il torto. Questo non vi dà il diritto di sindacare nella mia vita" corro fuori sbattendo la porta. Non c'è più, per fortuna. Esco dal cancello e vado a fare due passi. Mi dirigo sulla collina che ospita il balcone dei suicidi. Nominato così per la coppia, che vi si è buttata, somigliante agli amanti del celebre scritto.
Mi appoggio alla balaustra, guardando lo strapiombo. Rivedo la me di quattro anni fa, felice e viva. Mi rimbombano in testa le parole della mia amica. Così prendo una decisione. Devo farlo, per me, per lui. Mi volto e corro.
Arrivo in centro, apro la pesante porta di ferro. Salgo le scale e prendo posto. Osservo per la prima volta con interesse, le facce delle persone che sono attorno a me.
Alcuni parlano, altri ascoltano e basta. Un impeto mi coglie, mi tiro su di scatto.
"Sono Fire e ho..."

Continua.

SIAE Ice- The game of... [Broken Hearts Saga] SU AMAZON29/03/2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora