Capitolo 13

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"Aspetta, mi state dicendo che vi siete sposati in segreto, che avete litigato per tutto questo tempo e, come se non bastasse, adesso ti trasferisci da lei?" John è più che incredulo.

"Sì, pa', hai capito bene. Per favore, non ti ci mettere anche tu, adesso, va bene?" lo implora Ice.

"No, non dirò nulla, ma posso almeno essere felice? Insomma, non potevi trovare donna migliore. Le congratulazioni sono d'obbligo, così come una cena. Vorremmo festeggiare, vero tesoro?" si rivolge a Hope.

"Certo, anche se io lo sapevo, John" confida, in tensione. Non le piace nascondere le cose al marito.

"Credi che non lo sapessi. Tu e lei siete culo e camicia, figurati se non te lo avrebbe detto! Allora sarà meglio tu prenda il minivan, per portare le tue cose. Ti darò una mano anche io, vieni figliolo" mette una mano sulle sue spalle, mentre Ice mi lancia uno sguardo sconsolato. Alzo le spalle e faccio l'occhiolino, facendolo rianimare subito. Segue il padre tutto pimpante, mentre il falco biondo mi plana addosso.

"Avete chiarito, dunque? È tutto a posto?" si informa subito.

"Sì, tutto ok. Ci vogliamo provare, domani verrà con me dal dottore, mi farà da supporto. Voglio smettere di punirmi e vivere la vita, ho anche affrontato Scott e ho fatto in modo di fargli perdere la prestigiosa posizione che ha acquisito dopo l'incidente." Le racconto, ovviamente vuole tutti i dettagli, sono ben felice di metterla al corrente. Sgrana gli occhi e poi si complimenta, lasciandosi andare a balli sfrenati e urla, degne di un tifoso. Poi da brave ragazze, saliamo di sopra per aiutare i maschi, che sicuramente staranno facendo un macello. E come volevasi dimostrare, abbiamo ragione. Ice, butta i vestiti alla rinfusa nella capiente valigia. Lo fermo subito, dicendo: "Guarda che poi le devo stirare io, le tue cose. Lascia fare a me!" tolgo una pila di magliette, dalle sue mani, prima che le lanci in stile Michael Jordan, dentro il borsone. Ripiego e sistemo, mentre Hope e John, si occupano del resto. Ice è relegato al ruolo di passa tutto, visto che non fa altro che allungarci le cose da portare via. Ci mettiamo un po', ma alla fine tutto è stato impacchettato.

"Il grosso è fatto, il resto lo puoi prendere con calma, non c'è fretta" dice John.

"Certo, ho tutto ciò che mi serve" e non si riferisce alle sue cose ma guarda me, intensamente.

"Sì, sì, va bene, piccioncini. Ora levatevi di torno, andate a fare le vostre cose, lontani dalle mie orecchie e dai miei occhi. Ci vediamo tra qualche giorno, così fissiamo per la cena" ci butta fuori, con amore. Ice si mette alla guida del minivan, mentre io prendo posto nel sedile affianco.

"C'è posto per tutta la mia roba vero?" si preoccupa.

"No, infatti aspetto che tu dorma per buttare via il superfluo" dico, in tono molto serio. Mi guarda a bocca aperta, gli tiro una pacca sulla testa e scoppio a ridere. Mi fa un pizzicotto e inserisce la marcia, sgommando via. Guida veloce, come se ci stessero inseguendo.

"Che fretta hai?" lo guardo stranita.

"Voglio inaugurare il letto, come si deve" sorride, malefico. Sa bene l'effetto che ha su di me, quando dice queste cose. Serro le gambe, ma ci mette una mano nel mezzo, iniziando ad accarezzarmi l'interno coscia.

"Ice, smettila. Stai guidando" lo rimprovero aspramente.

Capisce il perché del mio essere così dura, toglie la mano, prende la mia e la bacia.

"Non ci pensavo, mi dispiace."

"Non fa niente, adesso concentrati sulla strada per favore" continuo.

Non dice più nulla, guida soltanto. Arriviamo abbastanza in fretta, scende al volo, cominciando a scaricare la macchina.

"Già che ci sei, perché non lanci le scatole direttamente in terrazza?" lo prendo in giro.

SIAE Ice- The game of... [Broken Hearts Saga] SU AMAZON29/03/2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora