#14 pt.3

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Finalmente l'estate.

È stato un anno lungo e difficile, pieno di nottate in bianco e giornate stanche, ma, dopo 9 mesi infernali, la bella stagione è tornata e ha portato con sé la libertà.

Come un anno esatto prima, ti svegli sentendo un rumore molto forte.

Ti alzi di scatto dal letto sbarrando gli occhi e il tuo primo pensiero è che lui sia tornato; sposti le coperte con un colpo secco e ti getti verso la finestre, immaginando già il camion dei trasporti fermo sul ciglio della strada mentre alcuni uomini lo stanno scaricando.

Ma, quando ti blocchi davanti ad esse con le mani sul vetro, non c'è nulla.

Non poteva essere semplicemente un sogno.

Era tutto così reale...

Per la disperazione, analizzi ogni singolo particolare della casa a fianco alla tua, ma ogni cosa è uguale al giorno dopo la loro partenza e a tutti gli altri giorni che hanno ormai composto un anno.

Eppure ciò che provavi è rimasto.

Stringi le braccia al petto e, con sguardo basso, cammini lentamente verso la cucina mentre i ricordi ti assalgono.

Ti siedi su una delle sedie e fissi con sguardo perso l'orologio; sono le undici e mezza, a quest'ora circa, un anno prima, avevi visto per la prima volta Thomas.

Ti appoggi con il mento sulla mano e picchietti ritmicamente le dita sul tavolo vuoto, finchè tua mamma, pochi minuti dopo, fa il suo ingresso.

"Ma buongiorno! - ti saluta lei con un sorriso - o forse è meglio dire 'buon pomeriggio' data l'ora."

Le stesse identiche parole.

Ha usato le stesse identiche parole di un anno prima.

Blocchi le dita a mezz'aria e la guardi con gli occhi sbarrati.

Quale strano scherzo del destino è mai questo?

Ovviamente tua madre, per la quale non è stata una mattinata particolare quella di un anno prima, non ricorda di aver già detto ciò, così cammina tranquillamente verso una mensola per prendere il caffè.

"Che c'è?" Ti chiede poi aggrottando le sopracciglia notando il tuo lungo silenzio.

Mordicchi l'interno della tua guancia destra prima di rispondere.

"Niente niente - dici stringendoti nelle spalle, poi svii l'argomento - solo che stamattina mi sono svegliata con il rumore di un camion dei traslochi."

La tazzina che aveva appena preso da un armadietto le scivola di mano e cade a terra frantumandosi in mille pezzi.

Per alcuni secondi, tua mamma rimane immobile, poi, dopo averti lanciato un'occhiata esclama: "Oh, che sbadata, mi è scivolata!"

Abbassandosi e nascondendosi alla tua vista, raccoglie velocemente i quattro pezzi nei quali si è divisa la tazzina e le butta nel cestino dedicato al vetro.

Evita accuratamente di guardarti mentre prende un'altra tazzina e finisce di preparare il caffè.

Osservi le sue mani muoversi indaffarate e leggermente tremanti e capisci subito che c'è qualcosa che non va.

"Mamma, come mai sei così preoccupata? C'è qualcosa che non mi hai detto?" Chiedi alzandoti in piedi lentamente e avvicinandoti a lei con sguardo indagatore.

"I-io? Ma ti pare! Non ti nasconderei mai cose importanti!" Risponde cercando di fare una faccia più ingenua possibile. 

'Sì sì e io ci credo' pensi sospirando.

Immagina ~ Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora