Competizione pt.2

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Era mattina presto e la stanza in cui mi trovavo era circondata da un pacifico silenzio. Aprii gli occhi con lentezza. Inizialmente non realizzai ancora di essere in un'altra camera che non fosse la mia.
Mi ricordai subito di Chanyeol, ma non riuscivo a vedere il suo viso.
Ero infatti bloccata in quella posizione e l'artefice era lui stesso.
Era rimasto nell'esatto punto della notte prima, anzi, un leggero cambiamento c'era stato.
Si trovava ancora più giù e molto più appiccato a me.
Mi infuocai in un istante, aveva la testa proprio lì.
Non si muoveva neanche di un millimetro, e i miei battiti si velocizzarono come non mai.
Cercai di muovermi, per farlo scostare anche di poco, ma il risultato fu un fiasco totale.
"Chanyeol, alzati..." dissi quasi balbettando.
Ma l'unica cosa che egli riuscì a dire furono dei piccoli lamenti.
"Dai, per piacere." continuai speranzosa.
"No...
no." disse quasi ansimando.
Quel tono mi fece impazzire più di prima, e iniziai a colorarmi in viso.
Lo mossi leggermente, pensando che così qualcosa sarebbe cambiata, ma nulla!
Continuava a lamentarsi, e contemporaneamente mi toccò il petto, come se volesse cercare sicurezza, anche se a me invece stava provocando ben altro.
"Ma che sta facendo adesso?!" dissi imbarazzata alla massima potenza.
"Ma che domande!
Proprio adesso inizia il bello.
Rilassati e goditi lo spettacolo." disse la mia coscienza, che spuntò come se niente fosse.
Mossi la sua spalla più di prima, per cercare di svegliarlo, ma continuò a tenere le sue mani libere di vagare lì sopra, muovendole per giunta.

Mossi la sua spalla più di prima, per cercare di svegliarlo, ma continuò a tenere le sue mani libere di vagare lì sopra, muovendole per giunta

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"Mi sta toccando.
MI STA TOCCANDO.
QUESTO È TROPPO!"
Mi alzai di scatto, provocando la sua presa di coscienza in maniera repentina.
"...
Flavia, perché mi hai svegliato?
Proprio nel momento più bello del sogno." disse lui con gli occhi socchiusi.
"Ah, immagino che sogno era..." risposi secca.
"...ehm, perché dici questo?" chiese con aria perplessa.
"Lascia stare dai." dissi 'evaporando' dal troppo impaccio.
Annuì simultaneamente e si alzò dal letto, porgendomi la mano.
"Vieni con me...ho voglia di andare fuori."
"Okay." risposi con dolce discrezione.
Camminammo a passi svelti, evitando di produrre un qualsiasi sibilo.
Appena usciti, ci ritrovammo nel retro della villa, in uno spazio fatto solo ed esclusivamente da tanta erba e un'infinità di fiori, con al centro una piscina. Ci avvicinammo ad essa, stupendoci passo per passo.
Mi fermai al bordo piscina, meravigliata da quello che potevo vedere messa in quella prospettiva.
"Da lontano non sembrava così grande, e l'acqua è talmente cristallina che riesco a intravedere perfettamente il fondo fatto di piastrelle a mosaico.
Chanyeol, viene a vedere anche tu!" esclamai al diretto interessato.
Non pronunciò neanche una sillaba, così mi girai nella sua direzione, ma era oramai troppo tardi.
Mi prese per il polso e mi gettò in acqua assieme a lui, senza neanche darmi il tempo di reagire.
Sbucai fuori dalla piscina immediatamente, andando verso il confine, per appoggiare le mie mani su essa.
Dopo qualche istante anche lui riemerse dall'acqua, guardandomi più serio che mai.
Imitai la sua stessa espressione, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Ci avvicinammo entrambi contemporaneamente, ridendo ancora, allegramente.
Appoggiammo i nostri gomiti e, con sorprendente sincronismo, ci sedemmo sul bordo. Ci strizzammo i capelli tutti fradici e così Chanyeol prese la parola, senza una ragione ben precisa.
Iniziò a parlare di argomenti, totalmente a casaccio, ma io non gli prestavo completamente attenzione, non mi interessava più di tanto quel discorso.
La mia distrazione era dovuta a lui, ma non alle sue parole, bensì ai suoi due occhi. Mi avevano rapita in una maniera assurda, così tanto che, appunto, ero disattenta, immersa nei miei pensieri.
Scrutavo con attenzione ogni suo piccolo dettaglio, ogni singolo centimetro di quella candida pelle, rimanendo quasi incantata.
Avrei voluto continuare ma ci rendemmo entrambi conto di due voci che provenivano da lontano.
"Dove saranno andati quei due?
Li abbiamo cercati dappertutto." chiese Momo a Sehun.
"Non saprei, possono essere sia fuori che dentro, ma sicuramente non riusciremo a trovarli di questo passo."
"Eh già, lo spazio dove cercare è enorme e sicuramente staranno facendo le cose 'belle'."
"Immagino il nostro caro amico con Flavia, se la staranno spassando alla grande!" disse Sehun, ridendo smaliziato.
Mi svegliai da quello stato di apnea mentale, cercando di comprendere le loro parole.
"Me la pagheranno, come osano dire una cosa del genere?" sbottai all'istante.
"Ehi, lasciali stare, non li ascoltare." intervenne lui sorridendomi.
"Mmh, okay...
E se invece gliela facessimo pagare lo stesso?"
"E come?"
"Nascondiamoci per davvero e non facciamoci trovare. Poi magari quando saranno tutti svegli usciremo di sorpresa. Ci stai?"
"Eh va bene furbetta, affare fatto." concluse Chanyeol.
Ci alzammo di fretta e scappammo, senza farci vedere minimamente.
Entrammo subito dentro la dimora, da una delle numerose porte posteriori che c'erano, e a quanto pareva eravamo finiti nella cucina più piccola.
Controllammo in giro se c'era qualcuno di sospetto, ma per fortuna non c'era nessuno, così salimmo le scale, che ci avrebbero condotto al piano superiore.
"Shh, fa piano." disse Chanyeol da qualche gradino più in su rispetto a me.
"Scusami, non l'ho fatto apposta." risposi io, afferrando la mia caviglia dolorante.
"Che ti sei fatta Flavia?" chiese bisbigliando.
"Non lo so, mi fa male la caviglia, probabilmente l'ho appoggiata male."
"Fammi vedere." disse lui con gentilezza.
Mi fermai a terra, mentre lui si calava giù per vedere cosa mi fossi fatta.
"Ti da fastidio se faccio così?"
"Aish...sì."
"E se faccio..."
"Ancora di più." dissi, interrompendolo per la troppa dolenza.
"Aspetta, prova a camminare." disse lui, facendomi alzare da lì.
Feci qualche passo ma il dolore aumentava notevolmente.
"Mi sa che non ce la fai proprio a camminare."
"A quanto vedo mi sa di sì." risposi, guardando verso terra.
"Ti porterò io."
"Cosa?"
"Vieni su, non spaventarti." disse lui, indicandomi di salire sulla sua schiena.
"Chanyeol...!
Non disturbarti per me, ce la faccio." dissi io, vergognandomi tanto per quello che aveva proposto appena.
"No, vieni, dai...non farti pregare." disse, cercando di convincermi il più possibile.
"Davvero, ci riesco, non ho bisogno del tuo aiuto."
Non mi diede retta, mi prese semplicemente da terra ed io istintivamente mi tenni alle sue braccia.
"Visto che perdi l'equilibrio? Non ti tieni neanche in piedi."
"Già, è vero."
"Allora sali o no?"
"Eh va bene." dissi io dispiaciuta per avergliela fatta vincere facilmente.
Si abbassò di poco, continuando a darmi sostegno con le sue braccia per non farmi cadere, e con qualche minuscola difficoltà, mi misi sulla sua schiena con estrema delicatezza.
Continuammo a salire le scale e ad un tratto si fermò a riflettere a voce alta.
"E adesso dove andiamo?" chiese Chanyeol concentrandosi.
"Non saprei, la casa è grande, un posto dove nasconderci ci sarà sicuramente."
"E sopratutto comodo per te e la tua caviglia."
"Giusto, anche quello."
Iniziò a vagare in lungo e in largo, evitando accuratamente i corridoi dove vi erano le stanze occupate da quelli che ancora dormivano.

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