Non rintracciabile

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Persi un battito per quella indecente domanda, non riuscivo minimamente a crederci.
Seriamente mi aveva chiesto una cosa del genere?
Per quale strana ragione, oltretutto?
"Oh per la miseria, e adesso che le rispondo?" dissi, cercando disperatamente soccorso da parte della mia coscienza.
"Questa proprio non ci voleva, assolutamente..." sospirò lei, in preda all'agitazione.
"Lo so, ma aiutami però.
Che dovrei fare ora?"
"Sta calma e non far trasparire alcuna emozione. Fissala, ma non azzardarti né a calare il capo, né tantomeno a scuoterlo. Mantieni costante la tua passività. Fai finta che non ti abbia chiesto nulla.
Suvvia, è facile, dai!"
"Spero vivamente che tu stia scherzando, si è visto perfettamente che la stavo ascoltando.
Trovami un'altra scusa, e in fretta."
"Aish, io davvero non saprei, non me ne viene in mente neanche una."
"No, dai, ti scongiuro, non mi abbandonare, non posso mica fare questa figuraccia, sopratutto davanti a loro."
"Lo so, scusami tanto, ma davvero non lo so, credimi." concluse lei, dileguandosi.
"Grazie tante, sei davvero grandiosa." pensai, ormai troppo tardi per farmi sentire.
"Ehilà, ragazza!
Ci sei?"
Quella signora mi riportò alla realtà, insistendo ancora sulla frase precedentemente detta.
"Sì sì, ci sono, mi perdoni."
"Dai, che aspetti a rispondermi?"
La situazione si stava man mano facendo più stressante, e lei, invece, sempre più assillante.
Perché voleva impicciarsi in queste cose?
"Dai, dimmelo, sono tanto curiosa."
Continuavo a perseverare il mio stato indifferente e impassibile, anche se comunque dentro di me volavano mille disagi.
"Noi, ecco..." balbettai stupidamente.
"Signora, è stato un vero piacere averla conosciuta ma adesso noi due dobbiamo proprio andare via.
Purtroppo non abbiamo tempo a disposizione, quindi arrivederci, e grazie ancora." esclamò frettolosamente Chanyeol, salutando con euforia quella persona.
Mi prese per un polso e mi trascinò assieme a lui, quasi correndo.
Decise di fermarsi immediatamente, dopo aver svoltato a sinistra.
"Ora io e te cerchiamo quel dottore in fretta, perché abbiamo già fatto aspettare gli altri fin troppo." sbottò Chanyeol, cercando in tutti i modi di contenersi.
"Ehi, aspetta un po', perché tutta questa fretta?
Ho capito che abbiamo perso un sacco di minuti, ma se davvero vuoi far in modo di sbrigarci, almeno prendiamo la strada giusta, no?" dissi, insospettendomi di molto.
"Già, hai ragione. Okay, andiamo in questa odios-, volevo dire, fantasmagorica stanza del dottore." esclamò, correggendosi immediatamente.
Lo guardai dubbiosa, volendo capire il motivo di quella sua espressione insolita.
"Chanyeol, va tutto bene?"
"Sì sì, alla grande. Dai, seguimi, forse ho capito dove si trova."
"Ehm...va bene, come dici tu."
Mi strinse la mano con un leggero accenno di forza, mentre io ricambiavo il forte gesto, esercitando a mia volta una piccola pressione, camminando a passo svelto.
Finalmente trovammo quella porta, con accanto quel numero che cercavamo.
Bussai in fretta, e in pochi secondi entrammo nella stanza.
"Buongiorno dottore." esclamammo contemporaneamente io e Chanyeol.
"Salve ragazzi, prego, accomodatevi pure."
Prendemmo posto, cercando di concentrarci su ogni sua singola sillaba pronunciata.
"Ho saputo che c'è stato un pestaggio, avvenuto all'incirca una decina di minuti fa, è vero?" continuò, girandosi i pollici in maniera del tutto ansiosa.
"Sì, esattamente." confermai.
"Per la ragazza ferita ci stanno già pensando i miei colleghi, ma me ne prenderò cura io stesso, dopo aver finito con voi, ovviamente. Ho bisogno di sistemare la faccenda."
Scambiai un'occhiata di perplessità con il ragazzo di lato a me, mentre quest'ultimo non riusciva a comprendere le parole di quel medico.
"In che senso?
Che cosa intende comunicarci con quella sua ultima frase?" chiese Chanyeol.
"I vostri amici mi hanno fatto sapere che la persona 'colpevole' è fuggita via dall'ospedale, e visto che nessuno sapeva di questa sua malefatta, non è stata purtroppo fermata."
"Ehm, sì, è vero, ma a questo particolare non si dovrebbe prestare tanta attenzione, o sbaglio?" dissi incerta.
"Già, hai ragione, o almeno...la tua affermazione sarebbe corretta, se solo io fossi semplicemente un dottore."
Non pronunciai nessuna lettera, non stavo davvero capendo nulla di tutto quello che stava accendendo.
"Mi perdoni per la mia ennesima interruzione, ma non riesco a cogliere il significato del suo discorso." dissi con facilità.
"Scusate tanto, non mi sono ancora presentato del tutto.
Io sono Gong Yoo, dottore principale di questa struttura ospedaliera, nonché colui che ha stretti rapporti con la polizia di Pechino.
Allora, voglio andare dritto al sodo, quindi ascoltatemi con attenzione.
Mi spiace tanto per questa vostra conoscente, o amica, come preferite chiamarla, ma è mio dovere spargere denuncia contro di lei, per via di ciò che ha commesso.
Tranquilli, la giustizia saprà cosa fare a una come lei.
Non so come funziona da voi, nel vostro paese, ma qua le leggi da rispettare sono veramente rigide, e guai a coloro che le disobbediscono.
Se non avete nulla in contrario, vorrei dare il via libera alle ricerche.
Insomma, in parole povere, quello che sto cercando di dirvi è che le autorità locali avranno il dovere di cercare questa furfante e di sbatterla dritto in galera, ovviamente con il dovuto processo, non sia mai senza!
Allora, accettate o no?"
"No, aspetti, accettare cosa esattamente?
Potrebbe nuovamente riformulare la domanda?" chiese Chanyeol, con quanta più possibile cortesia.
"Ma certamente giovane.
Avrei bisogno di sapere se acconsentite a far iniziare le ricerche per il ritrovamento di costei, a partire da oggi.
Sempre se mi è possibile da questo giorno, ovviamente!"
Non potevo crederci, tutto ciò mi sembrava irreale.
Ero stata davvero fortunata, quel dottore mi avrebbe fatta sentire in pace con me stessa, applicando soltanto delle banali leggi.
Lisa avrebbe avuto ciò che si meritava, e tutto grazie ad un colpo di fortuna. Doveva pagare per tutto lo schifo che aveva causato...
Così, senza neanche un minimo ripensamento, accettai, cosa che fece anche Chanyeol.
"Bene ragazzi, mi fa piacere che vogliate fare la cosa giusta, e che ci permettiate di far trionfare l'onestà.
Apprezzo tanto la vostra rettitudine. Continuate sempre su questa strada, mi raccomando.
Adesso è ora che vada a dare un'occhiata alla vostra amica.
Su, alzatevi e seguitemi al piano 5."
Si mise su due piedi, afferrando poi il lungo camice bianco, che mise in un batter d'occhio.
Chiuse con la chiave la serratura di ferro, dopo che io e Chanyeol attraversammo l'uscita. Ci dirigemmo verso l'ascensore e in un istante ci ritrovammo già lì.
Momo non c'era più, e con lei erano scomparsi anche Sehun, Jihyo e Taehyung.
Anche la macchia rossa si era dissolta nel vuoto, facendo così ritornare il pavimento lucido e splendente, proprio come lo era prima.
Ancora qualche passo e finalmente entrammo nella camera.
Ad accoglierci c'erano anche un paio di medici, intenti a consultare la cartella clinica di Momo.
Quella ragazza manteneva costanti le palpebre abbassate, ma nonostante la difficoltà, riusciva ad avvinghiare il braccio di Sehun, e lui, pavido com'era, provava a nascondere un sorriso, rivolto solo a lei.
Mi si riempì il cuore di gioia, nel vedere che si stava riprendendo, anche se con molta fatica.
Gong Yoo le si avvicinò con estrema dimestichezza, prendendo l'occorrente necessario per la visita medica dalla proprie tasche, grandi e capienti, dove al loro interno erano contenuti un paio di siringhe e uno stetoscopio.
Prese proprio quest'ultimo strumento, e dopo averlo indossato, lo appoggiò sul petto di Momo, ascoltando i suoi battiti.

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