'Benvenuta' a una nuova te

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Sehun non riusciva a credere a ciò che stava accadendo.
Crucciò le sopracciglia, focalizzando meglio l'immagine di quella situazione.
Quell'essere stava massacrando Momo, nonostante due ragazzi avessero provato inutilmente ad allontanarla.
Aveva già sopportato abbastanza, e quello era troppo per i suoi gusti. Avrebbe tanto voluto vederla scomparire, ridurla in poltiglia, macinare la carne che la ricopriva, cancellarla dalla faccia della terra. Andò dritto, in direzione di Lisa.
Alzò un braccio, sospendendolo a mezz'aria.
Lisa era terrorizzata, sapeva già cosa le spettava. Lui però non si fece trasportare dalle emozioni negative, proprio non faceva parte del suo DNA. Sehun aveva un animo immensamente buono, e anche se subiva o vedeva fatta violenza su persone a lui care, non riusciva a ripagare con la stessa moneta. Era forse una persona troppo perbene, e tanto educata, a tal punto da non riuscire ad abbassarsi a certi livelli.
"Ognuno di noi ha quel limite chiamato pazienza, e sarebbe un gran bel mondo se gli altri avessero il buongusto di non oltrepassarlo!" affermò deluso, ritraendo l'avambraccio in tensione.
La sua espressione era disgustata nei confronti di lei.
La oltrepassò, senza fissarla negli occhi.
Guardò Momo a terra, immersa dal sangue.
"Amore mio..." sospirò triste, calandosi giù.
Provava troppo dolore, immensa sofferenza.
Il suo spirito si riempiva man man di disperazione, guardando il corpo ridotto in quelle condizioni, messo molto male.
Osservava la pelle segnata da ematomi violacei, alcuni dei quali erano accompagnati da linee rosse.
Costoro, però, non erano dei semplici graffi.
Quelli che Momo ricevette si estendevano per grandi lunghezze, attraversando più strati di pelle.
Si trovavano in profondità, e da essi fuoriusciva una grande quantità di liquido carminio.

Si trovavano in profondità, e da essi fuoriusciva una grande quantità di liquido carminio

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Anche il collo fu soggetto a quel massacrante supplizio.
Presentava rigonfiamenti sulle vene, dovuti a degli orrendi morsi.
Era rimasto il segno di essi, impresso nello strato cutaneo violentemente.
"Come ha osato toccarti?...
Brutta bestia!" disse a denti stretti, parlando il più piano possibile, per non dare fastidio alla persona accanto a lui.
Si sporse di poco e mise le sue braccia nella parte inferiore di Momo, una sotto le ginocchia, l'altro sotto la schiena, al livello delle scapole.
Sollevò Momo, anche se lui rimase ancora sul pavimento.

=

Osservavo la situazione con incredulità.
La stessa cosa fecero anche gli altri.
Ci eravamo messi tutti da parte, vicino al muro, per allontanarci da Lisa.
Suona strano, ma l'avevamo fatto per evitare di esasperarla ancora di più.
Il corridoio aveva una grande larghezza, e in questo modo tra noi e i 'protagonisti' c'era davvero un enorme spazio.
Avrei tanto voluto superare quell'area che ci separava, per chiedere spiegazioni alla diretta interessata di questo suo comportamento impensabile.
Ma lei aveva un'espressione arrabbiata.
La sua rabbia, però, era diversa dal solito.
Questo faceva si che una qualsiasi sollecitazione, anche la più minuscola, avrebbe potuto causare l'inferno, senza forse una via di ritorno.
Lo si leggeva perfettamente nelle sue cornee.
Non presentavano per nulla quel colore bianco che hanno tutti.
Le sue sprigionavano una 'guerra' non vinta.
I capillari erano per la maggior parte scoppiati, facendo fare così a quella zona dell'occhio letteralmente un bagno di rosso.
Nonostante ciò non prestai attenzione a questo importante particolare, anche se per me non lo era per nulla.
Così feci un primo passo, ma bloccai quella mia azione simultaneamente.
Jihyo aveva infatti bisbigliato il mio nome, per farmi ritornare indietro.
"Non farlo, ti scongiuro." aggiunse, subito dopo avermi nominata.
Strisciai il piede verso il gruppo, tornando esattamente dove ero prima.
Jihyo si addossò alla mia spalla, facendosi vicina al mio orecchio.
"Flavia, è meglio che non facciamo nulla adesso.
Lo sai benissimo quanto sia tutto sbagliato quello che sta accadendo.
So quanto tu abbia il piacere di chiarire la situazione e rimettere apposto tutto al più presto, ma adesso non è il momento di agire.
Lo capisci che non sappiamo nemmeno se andrà a finire bene?" disse lei, con un'espressione malinconica.
"Lisa ha sbagliato e lo deve sapere.
Non mi importa se non si ricorda nulla, questa di certo non è una buona scusa per picchiare Momo.
Qual è la sua colpa?
Amare Sehun?"
"Hai ragione, davvero, io sono d'accordo con te.
Anch'io andrei là a dirgliene quattro, quello che ha fatto è veramente assurdo.
Provo schifo nei suoi confronti, ma evitiamo che qualcun altro ci rimanga secco per colpa della sua momentanea pazzia."
Chanyeol era alla mia sinistra, e dopo aver origliato il discorso, mi afferrò per un braccio, trascinandomi posteriormente a lui.
Il quel modo ero del tutto coperta e nascosta, nessuno riusciva a vedermi, se non Taehyung e Jihyo, poiché paralleli a me.
Poggiai le mani sulla schiena di Chanyeol, volendo indirettamente capire le sue intenzioni.
Quest'ultimo si girò, facendo appiccicare entrambi alla parete dalla troppa strettezza.
"Che fai?" domandai, mentre scrutavo il suo sguardo.
Era un misto di preoccupazione e ansia, ma, nell'insieme vi era anche una certa serietà.
"Voglio proteggerti."
"Ma non ce n'è di bisogno."
"Sì invece.
Tu saresti sicuramente capace di percorrere quel pezzo di corridoio che ti manca per giungere a quella matta.
Ma non devi farlo, nella maniera più assoluta."
"E perché no?"
"Perché potrebbe picchiare anche te.
Ha già fatto abbastanza con Momo."
"Lo so..."
"E allora rimani qua, senza muoverti."
"Okay okay...
Lo farò."
"Sicura?"
"Sì, sta tranquillo."
Si posizionò di nuovo frontale alla scena, tenendomi le mani da dietro.

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