Perché l'hai fatto?

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"Perché dovrei dire una bugia, specialmente a una persona estranea?" disse, con lo sguardo incavato.
"Ma io non sono una persona estranea, anzi, sono forse la persona che conosci meglio di tutte."
"Tu sei pazza, ripeto che non ti ho mai incontrata prima d'ora."
"Perché fingi?
Maledizione...!"
"Senti, se hai voglia di scherzare è meglio che te ne vai."
"Perché devo andarmene?
Proprio ora che sono arrivata."
"Perché non ti conosco, ma ti comporti come se fossi una mia grande amica."
"Ma lo sono infatti, Lisa!
Ci conosciamo da suppergiù 8 anni, te lo ricordi questo?"
"No, perché non è mai successa una cosa del genere.
Adesso smettila!"
"Per favore, credimi, non far finta di non sapere." insistevo con determinazione.
"Vuoi che ti mandi fuori da questa stanza?
Ti ho già detto di finirla!"
Aveva un'espressione irata, ma allo stesso tempo smarrita, scombussola, come se fosse insicura di quello che stesse dicendo.
"Io non voglio crederci, tutto questo è assurdo.
Dimmi che è un incubo, dimmelo...!"
Gli occhi miei pungevano, bruciavano, poiché costretti da me stessa a non piangere.
Il mio corpo cadde a terra, sulle ginocchia, ero distrutta.
Singhiozzai, versando lacrime amare.

Era una dura sconfitta per me, dopo tutto quello che avevamo passato insieme, non doveva succedere, nella maniera più assoluta

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Era una dura sconfitta per me, dopo tutto quello che avevamo passato insieme, non doveva succedere, nella maniera più assoluta.
La ragazza che si trovava difronte a me si tramutò, assumendo un atteggiamento inaspettato.
Si alzò dal materasso e si avvicinò alla mia presenza, accasciandosi sul pavimento proprio come avevo fatto io pochi istanti prima.
"Ehi...come mai piangi?" chiese con una punta di dispiacere.
"Perché desidero soltanto farti capire quello ti è successo, ma sopratutto voglio che tu ti ricorda del tuo passato, anche se chiederei l'impossibile..." deglutii silenziosamente.
"Che?
Ma di che stai parlando?"
"Hai perso la memoria, sarebbe inutile dirtelo.
Forse sarebbe opportuno che io me ne vada, tanto non mi crederesti comunque."
Feci per andarmene, trascinando assieme a me tutta la malinconia che riempiva lo spazio all'interno delle quattro mura pallide.
"Ferma lì!" quasi urlò.
Bloccai i miei passi smorzati, percependo un fastidioso nodo in gola.
"Che intendi dire con 'perdita di memoria'?" chiese crucciata.
"Lo vuoi veramente sapere?"
"Sì, anche se sono sicura che farò fatica a fidarmi di te."
Mi sedetti nello stesso precedente posto, incrociando le gambe.
Le mie dita si muovevano da sole, e con tanta preoccupazione ripetevo nella mia testa 'come reagirà adesso?'.
Il danno era ormai fatto, dovevo soltanto raccontare l'incidente e tutto sarebbe finito, ma nonostante ciò non riuscivo a parlare.
Sembravo diventata muta, anche se non smettevo di asserire il fatto che era tutto così sbagliato, nella mia testa.
"Ehi, ti decidi a dirmelo?!
Sto aspettando da 10 minuti ormai, quindi cerca di sbrigarti, perché mi sono stufata."
La mia pelle sbiancò all'istante, mentre incrociavo il viso arrabbiato di lei.
"Scusami...non volevo rivolgermi così, è soltanto che non sto capendo più nulla.
Io mi sono ritrovata cosciente circa 4 giorni fa e non riesco a dare una motivazione a tutto questo.
È tutto assurdo, senza senso.
Ma a quanto pare la soluzione al mio dubbio c'è, quindi per favore, ti chiedo di raccontare ciò che hai da dire.
Io ti ascolterò..."
Lisa riuscì a tranquillizzarmi, e così presi la parola.
"Eravamo in aereo, stavamo andando in Italia solo per qualche giorno, poi saremmo dovute ritornate in Corea.
Dovevamo prenderci una piccola vacanza, per rilassarci e per chiarire le idee.
Stava andando tutto bene, ma ad un tratto delle scosse hanno fatto andare in tilt i circuiti del sistema.
La parte posteriore dell'aereo stava andando a fuoco, si trattava di pochi secondi e la nostra morte sarebbe giunta immediatamente.
Eri agitata, lo ero anche io, ma non volevo di certo smettere di vivere.
Mi sono presa di coraggio e ti ho trascinato fuori da lì.
Siamo saltate nel vuoto, non c'era nulla sotto ai nostri piedi.
Provavo tanta paura quando avevo toccato terra, non trovandoti accanto a me.
Ti ho cercata più e più volte, ho perlustrato tutto quel campo oscuro, ma tu non c'eri nei paraggi, nessuna traccia di te.
Poi ho visto una figura immersa in un rosso profondo.
Eri tu."
Spalancò la bocca, terrorizzata.
Tremava leggermente, così le chiesi se potessi proseguire, rispondendo subito di sì.
"Presa dal panico ho chiamato il numero dell'ospedale più vicino, anche se quel luogo era disperso e lontano dal mondo.
Per fortuna qualcuno mi ha aiutata, così grazie ad un elicottero questa persona ci ha trasportate a Pechino, una grande città in Cina.
Dovevano operarti d'urgenza, avevi un'emorragia al cervello, e io allora al posto di dormire, ho preferito aspettarti, anche se l'operazione è durata molto.
Sei uscita dalla sala operatoria e i medici mi hanno rassicurato che tu stavi alla grande e che avevi superato l'intervento nei migliore dei modi.
Due giorni dopo però sono ritornata in Corea, anche se ci è voluto tanto prima che mi convincessero."
Lisa era più sconvolta di prima, mi guardava stranita, ma mi interruppe lo stesso.
"A chi ti riferisci?
Chi sono coloro che ti hanno convinta a partire?"
"I nostri amici, quelli che abbiamo conosciuto all'università."
"Okay, non so di quale università stai parlando, in realtà avrei da chiederti un'infinità di cose, ma voglio andare dritto al sodo.
Come si chiamano?"
"Jihyo, Momo, Taehyung, Chanyeol e Sehun." dissi secca, senza altri giri di parole.
Magari in questo modo non l'avrei fatta confondere ulteriormente...
"Hai detto per caso Sehun?"
"Sì, proprio lui."
"Sehun...
Credo di aver già sentito nominare questo nome."
"Dici sul serio?" chiesi incredula.
"Sì, e riesco a collegare qualche episodio a questa persona.
Vedo questo ragazzo..."
"Raccontami, che cosa vedi?
Dimmi tutto ciò che ti viene in mente."
"Io...a pensarci bene non ricordo un granché."
"Va bene lo stesso, non fare troppi sforzi, ma cerca di spiegarmi solo quello che riesci a guardare nella tua mente."
"Allora...
Vedo Sehun, ha i capelli neri, è alto..."
"Sì, vai avanti." dissi incoraggiandola.
"Siamo soli.
Siamo appoggiati su una macchina e mi bacia con foga."
"Riesci ad intravedere altro?" chiesi meravigliata.
Questo significava che qualcosa allora gli era rimasto nella memoria, anche se non si trattava di me.
"Ehm, credo di sì.
Adesso vedo sempre lui, siamo dentro un dormitorio, e stiamo scrivendo qualcosa.
Suppongo siano dei compiti."
"Hai notato qualcos'altro?"
"No, riesco a vedere solo queste due scene.
Mi spiace, scusami."
"Non devi scusarti, hai già fatto tanto, è una cosa positiva.
Sii contenta, è un gran bel passo!" le dissi sorridendo.
Ero scioccata, pensavo che ricordasse il nulla totale, e invece no.
Sehun, soltanto lui era rimasto nella sua testa, nessun'altra persona.
Ero felice per questo, ma triste perché in fondo non stata io ad essere citata.
"Dove sono questi ragazzi che hai nominato?"
"Ecco, sono fuori, dietro quella porta." dissi, indicando la lastra di legno.
"C'è anche Sehun?"
"Sì...
Vuoi vederlo?" chiesi con comprensione.
Era giusto che lo incontrasse, era l'unico che 'conosceva'.

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