Breaking point

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CAPITOLO 9: BREAKING POINT

Just shake
Because you love
Cry
Because you care
Sleep
Because you're tired
Feel
'Cause you're alive
Shake
Because you love
Bleed
'Cause you got hurt
Die
Because you lived

Make heaven, Heaven out of Hell now.



Ti agiti
Perché ami
Piangi
Perché ti importa
Dormi
Perché sei stanco
Provi qualcosa
Perché sei vivo
Ti agiti
Perché ami
Sanguini
Perché sei stato ferito
Muori
Perché hai vissuto

Crea il paradiso, il Paradiso al posto dell'Inferno


Erano trascorsi dieci giorni ormai dalla turbolenta notte in cui Clarke era uscita con Jasper e Monty facendo invece ritorno con Bellamy.

Dieci giorni da quell'incidente mancato per un soffio. Se ci ripensava, la ragazza aveva ancora i brividi. Non fosse stato per i riflessi pronti e i nervi saldi di Bellamy, probabilmente quell'auto sarebbe andata loro addosso a tutta velocità e per un momento aveva davvero avuto paura.

Grazie al cielo il ragazzo aveva sterzato in tempo, evitando l'impatto.

Non aveva più visto Bellamy da quella notte e, in quei dieci giorni, era rimasta pressoché segregata in casa a studiare per l'esame di ammissione alla specialistica di chirurgia.

Aveva sentito un paio di volte Octavia, Jasper e Monty, cercando invece di evitare Wells con tutte le sue forze. D'altro canto... anche il ragazzo sembrava essersi volatilizzato.

Clarke si sentiva in colpa per quella situazione. Sapeva quanto Wells tenesse a lei e, grazie alla conversazione avuta con Octavia, aveva finalmente preso atto e accettato il fatto che l'amico nutrisse dei sentimenti nei suoi confronti che andavano ben oltre l'amicizia.

L'aveva sempre saputo, ma aveva cercato di rimandare la cosa. Il guaio era stato che, rimandandola per quasi dieci anni, era stato inevitabile essere arrivati al punto di rottura al quale si trovavano adesso.

Dio, era una situazione così complicata.

Clarke sbuffò, prendendosi la testa tra le mani. In quel momento Yeti le si strusciò in mezzo alle gambe, facendo le fusa.

Dopo l'arrabbiatura delle settimane prima, finalmente l'aveva perdonata ed ora era tornato ad essere il solito ruffiano di sempre.

La ragazza si chinò per grattare la testa del felino e lui le leccò la mano. Poteva sembrare niente, ma averlo a casa con sé, per Clarke era davvero importante. Assurdo come un gatto potesse in realtà diventare quasi un punto di riferimento. Con tutto ciò che era successo nelle ultime due settimane, lui era forse l'unica cosa ad essere rimasta immutata.

Erano davvero passate solo due settimane? Dio, lei non se ne rendeva più conto. Il tempo le sfuggiva di mano ad una velocità impossibile, facendole quasi paura. Paura perché le sembrava di non avere affatto il controllo sulla sua vita e su ciò che la circondava, paura di non avere abbastanza tempo. Suo padre non ne aveva avuto.

Suo padre... ogni giorno le mancava sempre di più e, da quando era tornata a Fort Hill, il suo dolore sembrava essersi amplificato. Essere di nuovo lì, in quella casa, circondata dai suoi vecchi amici e da tutte le persone che avevano conosciuto Jake le aveva fatto un effetto che non si sarebbe mai aspettata.

L'insonnia era peggiorata, era molto più nervosa, di conseguenza fumava di più ed era costantemente sull'attenti, come se qualcosa di terribile dovesse succedere da un momento all'altro.

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