«Tu!!»
Okay, sembro una matta.
Lui ride.
Mi prende in giro?
«Sono dietro di te.»
Oh beh, perfetto.
Stavo parlano e indicando con il dito verso chissà chi.
«Non c'è niente da ridere.» - dico girandomi.
Ma lui continua a ridere.
«Ti prego, non smettere!» - riesce a dire tra una risata e l'altra.
«Ma di fare cosa?!» - chiedo mettendo le braccia sui fianchi, provocandogli però una risata più fragorosa.
«Oh mio dio! Non ridevo così da non so quanto tempo! Ti adoro.»
Lo sento respirare come se avesse appena corso e non posso che chiedermi se ho messo la maglietta al contrario o cose simili.
La tocco, ma è a posto.
«Allora? Perché ridevi?» - gli chiedo.
«La tua faccia...»
«Cos'ha la mia faccia?» - lo interrompo.
«Non la tua faccia, le tue espressioni facciali, sono troppo troppo buffe quando ti stai infastidendo o cose simili... Scusami, non ce l'ho fatta a resistere! Sei troppo tenera!»
Okay bene, questo qui avrà 40 anni e mi ha preso per la sua figlioletta più piccola.
Guardo storto verso un punto davanti a me e alzo un sopracciglio.
«Oh giusto! Diamine sono un coglione... che razza di idiota colossale!»
Okay, si insulta pure solo.
Ma dove sono capitata?
«Scusami Alba, non mi sono ancora nemmeno presentato e vanto non so quale confidenza su di te. Mi chiamo Riccardo, piacere.» - mi prende la mano e me la stringe.
«Che formalità!» - rido io.
«Oh, beh io sono un ragazzo educato.» - si vanta ridendo.
Mi sposto e vado contro qualcuno.
«Signorina, stia attenta!»
Sono cieca, razza di idiota.
«Ti va di fare una passeggiata? Magari ci andiamo a sedere da qualche parte in tranquillità oppure non so..» - mi propone Riccardo.
«Per quello che so potresti essere un brutto pervertito maniaco che si approfitta della mia cecità per stuprarmi, non so se posso fidarmi.» - rispondo con un velo di verità sotto sotto.
«Stai tranquilla, puoi fidarti di me. Sembri intelligente, dovresti capire se puoi fidarti di una persona o no, o sbaglio?»
«Ma sì, andiamo.» - dico sorridendo.
Non ho nulla da perdere.
Rimetto gli occhiali per non dare nell'occhio con il mio sguardo perso nel vuoto.
Iniziamo a camminare molto vicini, non pensate male! Solo perché io possa sentire la sua presenza e seguirlo.
Non gli darei mai per esempio la mano.
Proprio no...
Troppo imbarazzante.
«Allora ... Riccardo...»
«Che c'è?!»
«Non ti scaldare... Parli così tanto e fai così tante domande! Permetti che possa anche io fartene qualcuna?» - gli chiedo sorridendo.
«Prego prego!» - risponde ridendo.
«Allora... quanti anni hai?»
«Venti, tu?»
«Non ce la fai proprio a lasciare fare domande solo a me, vero? Ne ho diciotto.» - dico sorridendo.
«Vai vai con le domande se ci tieni. Prometto che risponderò a tutto quello che vuoi, però poi tocca a me.»
«Va bene.» - rispondo.
«Ma nessuna domanda troppo impertinente!» - aggiungo.
«Certamente.»
«Allora Riccardo...»
«Sto aspettando!»
«Non mi metter ansia però! Con calma. L'hai composta tu quella canzone che suonavi ieri?»
«Sì.»
«Immaginavo... e come mai oggi non suonavi?»
«Ti stavo cercando.»
«Ti stavo cercando anche io...»
«Lo so.»
«Beh, avrei potuto trovarti più facilmente se stessi suonando!»
«Sì, sono stato un po' un coglione. Ma pensavo che ti fossi persa o che ti fosse successo qualcosa, o semplicemente che non fossi venuta. Non potevo starmene con tutti questi pensieri a suonare.»
«Ti preoccupavi per me?» - gli chiedo ridendo.
«Pfff... Preoccuparsi è un parolone.»
Ride e non posso che pensare nel mio subconscio che ha un risata stupenda.
«Altro signora-domande?»
«Certo! Come facevi a sapere che fossi tornata?» - dico in un fiato.
«Lo sapevo e basta. Certe cose non si possono spiegare, Alba.»
Parla con dei toni di voce che un attimo prima mi riscaldano e l'attimo dopo mi fanno venire leggermente i brividi, come adesso.
Un tono basso, ma intenso.
Scandendo ogni parola.
«Perché mi guardavi mentre suonavi?» - chiedo incantata.
«Perché sei estremamente bella e le cose belle vanno guardate.»
Resto allibita in silenzio.
«E poi mi fissavi con quegli occhioni blu... incuti paura!» - ride.
«Alba... posso farti una domanda, anche se non è ancora il mio turno?»
«L'hai già fatta.» - replico sorridendo sotto i baffi.
«Sul serio...»
«Spara.»
«Ti da fastidio la luce del sole o qualcosa del genere se stai senza occhiali?»
«Ehm no...»
«Li toglieresti allora? Per favore...» - mi chiede con tono dolce.
«Perché?» - chiedo confusa togliendoli e mettendoli in tasca.
«Ti risponderei prendendo uno specchio e facendoti ammirare quanto siano dannatamente meravigliosi i tuoi occhi. Non ho mai visto un blu tanto intenso in vita mia... Sembra il mare d'inverno, ma non quel mare durante temporali e vento, verde sporco... Sembrano il mare d'inverno in una bella giornata, così intenso, così ...»
«Era l'unica cosa di me che mi piaceva... Sono gli stessi di mia madre, beh erano...» - lo interrompo.
Segue qualche secondo di silenzio e sono contenta del fatto che lui non mi abbia chiesto spiegazioni a quell' "erano".
«Ecco, siamo arrivati.» - mi dice.
«Vieni, sediamoci.»
Mi prende per mano, ma glielo lascio fare.
Ci sediamo e sento il calore del sole sul mio viso.
D'istinto chiudo gli occhi e appoggio la testa alla panchina.
«È il mio posto preferito. Non ho mai portato nessuno qui...»
«Davvero?» - gli chiedo aprendo gli occhi.
«Sì, non è per fare quello che ci sta provando o cose simili... Sono per un certo senso geloso di questo posto, è così bello...»
«Con me puoi stare tranquillo, non posso rubartelo nemmeno se volessi ... non riuscirei mai ad arrivare qui. E non ne varrebbe la pena, vedo nero ovunque mi trovi.» - dico forzando un sorriso.
«La vista non è tutto, te l'ho già detto.
Guarda, chiudo gli occhi anche io.
Ascolta.
Respira.
Senti?
Ci troviamo in un stupendo prato verde, pieno di fiori, farfalle e uccelli.
Sembra un pezzo di paradiso.»
Faccio quello che mi ha detto e sento profumo di erba appena tagliata e di fiori d'estate.
Sento sulla mia pelle il calore del sole afoso estivo che immagino rendi tutto luminoso e pieno di vita.
Sorrido e sto così per un po'.
«Riccardo...»
«Sì?»
«Sei anche tu con gli occhi chiusi?»
«No...» - ride.
«Ma non vale!» - rido anche io.
«No, non stavo guardando il paesaggio...»
«Scommetto che ora ti inventerai che stavi guardando me ed io magari sciolta dalla tua estrema dolcezza ti bacerò...»
«Alba! Sei una guastafeste. Sarebbe stato molto romantico e dolce!»
Ride e vorrei con tutto il cuore poterlo vedere.
«E per la cronaca stavo davvero guardando te.»SPAZIO AUTRICE.
OGGI È IL MIO COMPLEANNO.
Compio 16 anni finalmente 🎉Ieri non ho pubblicato, scusatemi:c
Ero a casa del mio ragazzo e sono stata tutto il pomeriggio e la sera con lui e non ho avuto il tempo!Un bacione grande ❤❤❤
Aspetto vostre stelline e commenti per continuare 😚
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Alba
RomanceCiao, mi chiamo Alba. Alba... Come l'alba che vorrei rivedere, ancora una volta, in riva al mare. Vorrei godermela nell'assoluto silenzio, ammirando il sole baciare il mare, il cielo prendere colore, il vento muovere le onde. E invece intorno a me...