La mamma e il ragazzo di Celeste si spostano in un'altra stanza e ci lasciano parlare da sole.
Quattro anni. Quattro dannati anni.
Fino a questo momento non mi sono mai resa conta di quanto mi sia mancata.
Quanti pomeriggi passati a ridere insieme di qualsiasi cosa, anche di quelli che potevano essere i problemi di due ragazzine.
Le sue braccia avvolte attorno a me mi distolgono dai miei pensieri e ricambio l'abbraccio. I miei occhi diventano lucidi e non posso evitare che si riempiano di lacrime che dopo qualche secondo scorrono sul mio viso. Piange anche lei, la sento addirittura singhiozzare.
Avevo paura che non volesse più avere nemmeno il minimo rapporto con me, che fosse arrabbiata a morte e che mi odiasse.
Pensavo che standole lontano avrei sofferto meno. Quanto sono stata stupida?
Restiamo abbracciate a lungo senza dire una parola.
«Pensavo di non vederti mai più.» - mi dice tirando su col naso.
«Ed io, invece, ero sicura di non poterti più vedere e non sai quanto l'idea mi facesse star male. Sono stata una stupida ad allontanarti.»
Ci stringiamo ancora più forte e sorrido tra le lacrime di gioia.
All'improvviso scoppiamo a ridere entrambe.
Eccoci, campionesse mondiali delle risate più strambe. Quanto mi è mancato tutto questo...
«Amica mia, abbiamo così tanto tempo da recuperare!»
Mi prende per mano e ci dirigiamo verso la sua camera. Ci sdraiamo sul letto così vicine che riesco a sentire il suo respiro.
«Come stai?» - le chiedo.
«Tu dovresti dirmi come stai, Alba...»
Faccio un respiro profondo e parlo.
«Sto bene, finalmente. Questi anni sono stati davvero duri da sopportare. Ho odiato me stessa ed il mondo intero. Qualche secondo. Qualche secondo e ho perso tutto: la mia famiglia, la mia vista e la mia vita. È passato molto tempo prima che mi arrendessi all'idea che non potevo più vedere e ho cercato di iniziare una nuova vita. Ho imparato a vivere come una cieca, ma ho dimenticato cosa significasse la felicità.»
Mi afferra la mano e la stringe, infondendomi forza.
«Anche io non sono stata molto bene.» - mi confida.
«Ho avuto problemi con la droga... Non riuscivo più a sopportare la mia vita. Mio padre era sempre più violento verso me e mia madre. A scuola facevo schifo. Tu non c'eri più... »
Mi sento così terribilmente in colpa per non esserci stata.
«Poi ho incontrato Davide. È stato la mia salvezza. Mi ha aiutato ad uscire fuori dalla droga e a prendere in mano la mia vita. Ho aiutato mia madre e lei ha finalmente trovato la forza di denunciare quel mostro. Adesso lui è in prigione e io e mia madre, dopo una vita in gabbia, siamo finalmente libere. Non sono mai stata così bene. Fino ad adesso... ora ci sei anche tu. Ed è finalmente tutto perfetto.»
L'abbraccio forte e le chiedo scusa per la mia mancanza. Avrei potuto aiutarla e invece non c'ero.
«E tu invece? Queste bende agli occhi? Sei qui! Cos'è successo?»
Rido e rispondo con due parole che la fanno elettrizzare: «Un ragazzo.»
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Alba
RomanceCiao, mi chiamo Alba. Alba... Come l'alba che vorrei rivedere, ancora una volta, in riva al mare. Vorrei godermela nell'assoluto silenzio, ammirando il sole baciare il mare, il cielo prendere colore, il vento muovere le onde. E invece intorno a me...