Capitolo 11 - Calamite

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«Riccardo! È Carmen, vero?»
Gli chiedo porgendogli il cellulare.
«Sì, è lei. E allora?»
«Alba... non dirmi che non le hai detto che stavi venendo qui!»
Ops.
«Beh, l'ho rimosso!»
Mi uccide.
Mi uccide.
«Carissima!» - le rispondo.
«ALBAAAAAAAAAAAA!»
Allontano il cellulare dall'orecchio.
Caspita quanto urla!
Sembra così docile e carina, ma diamine!
«Carmen! Come va? Tutto bene? Hai fatto le compere?»
«A-L-B-A.»
Deglutisco spalancando gli occhi.
Mi uccide, oh sì.
«DOVE SEI?!» - mi chiede.
«Ehm, ho fatto una passeggiata...»
«DOVE!!!»
«In centr...»
«COSA!? IN CENTRO?!! MA COSA TI PASSA PER LA TESTA? GALLINE COL CIUCCIO CHE BALLANO LA SALSA CON COLLANE HAWAIANE?»
Scoppio a ridere come una iena.
Galline col ciuccio che ballano la salsa con collane hawaiane!
Oh cristo.
Ed era seria! Dannatamente seria!
Mi piego dalle risate e Riccardo mi prende il cellulare dalle mani, credo perché mi stava per cadere per terra.
«Pronto signora?»
Oh santo cielo.
Non ha parlato davvero lui!
«Salve, sono Riccardo, il ragazzo di ieri. Piacere! Alba è qui con me, stia tranquilla. È stata colpa mia... Vorrei rimediare accompagnandola io a casa, le dispiace?»
Oh santissimo cielo.
«Sì... certo signora.»
Continua a dire parole come "sì", "certo", "d'accordo" per qualche minuto.
Oh ma andiamo! Muovetevi!
«Allora a dopo signora, buona continuazione.»
Riccardo mi porge il telefono tranquillo.
«Andiamo?»
«Andiamo? Cos'è? Non esisto io? Cosa vi siete detti? Perché ci hai messo tanto? Perché diavolo mi hai strappato il cellulare dalle mani?»
«Non ti ho strappato il cellulare dalle mani, gli ho solo salvato la vita. Andiamo dai, Carmen ti aspetta.»
«Rispondi a tutte le mie domande!»
«Alba, sei così carina da arrabbiata!»
«RICCARDO!»
«Alba, ho salvato la vita del tuo cellulare e la tua. Carmen ti avrebbe uccisa, no? Bene, ora sei salva. Le ho promesso che saremmo subito partiti e che saremmo arrivati tra poco.»
«Potevi chiedermi se mi andava bene...»
«Ti va bene?»
«Non adesso!»
Lui ride e mi accarezza la guancia.
«Scusami, Alba.»
«Scuse accettate.» - rispondo con finto tono offeso.
«Andiamo, la macchina è un po' lontana.» - mi dice prendendomi per mano e porgendomi il cellulare.
«Hai una macchina?»
«Certo, Alba. Sono un normale ragazzo di 20 anni e avere la macchina rientra nella normalità.» - mi risponde, scommetto sorridendo.
Iniziamo a camminare.
«Secondo me non sei tanto normale.» - mi scappa dopo quasi un minuto di silenzio.
«Ah no? Perché?» - mi chiede ridendo.
«Non sei molto normale per stare a parlare qui con me.»
«Cosa c'è di strano?» - mi chiede con tono quasi di rimprovero.
Non rispondo e sto in silenzio a testa bassa per qualche minuto.
Sono contenta che non mi pressi quando non mi va di parlare.
Sa cosa c'è di strano in me, però sembra quasi che non gli pesi.
«Sei cieca, Alba. Lo so, lo so bene. Ma non mi importa minimamente.» - mi dice leggendomi nel pensiero.
«Sei bellissima, intelligente, simpatica, ti piace il pianoforte... Non puoi essere totalmente perfetta! Anche se in realtà lo sei comunque.»
Non rispondo ancora, ma rifletto molto sulle sue parole.
«Sei così carino con me... Ti faccio pena o cosa?»
«Tu pena a me?» - mi chiede ridendo.
«Io dovrei farti pena! Faccio il carino e mi tratti male!» - aggiunge facendo finta di piangere.
Che coglione.
«Se non ti faccio pena, allora cosa?» - gli chiedo seria.
«E tu invece, Alba? Sei stata tu a venire fino a qui per trovarmi, o sbaglio?»
Ha ragione.
Ha dannatamente ragione.
«Beh...» - faccio per rispondere.
«Non cercare di darmi una ragione, perché so che non la troverai. Sei venuta perché qualcosa ti ha attratto a me ed è la stessa cosa che ha spinto me a credere che saresti ritornata. Siamo due calamite e magari siamo destinati ad essere grandi amici o chissà. Il destino ci ha voluti qui, adesso, insieme. Un motivo ci sarà.»
Sorrido e non apro bocca.
Rovinerei l'atmosfera creata dalle sue meravigliose parole: è così bravo a parlare.
«Siamo arrivati.»
Mi tira leggermente per la mano verso il lato passeggero della sua macchina.
Apre lo sportello, aspetta che io mi sieda e me lo chiude.
Dopo qualche secondo sento la macchina partire e mi appoggio comoda sul sedile.
«Ti dispiace se metto un po' di musica?» - mi chiede.
«No, fai pure.» - rispondo sorridendo.
«E se mettessi un cd di mie canzoni?»
Mi giro di scatto verso di lui e annuisco contenta, cercando di non farlo notare.
Il cd inizia con una dolce musica di pianoforte, come immaginavo.
Tuttavia dopo qualche secondo una voce canta.
«Sì, sono io.» - mi dice leggendomi nel pensiero.
Chiudo gli occhi e mi immergo nella sua meravigliosa voce e nelle note di quella dolce musica.
Si sussegue qualche canzone e il ritorno a casa è molto silenzioso. L'unico rumore che si sente sono i nostri respiri intensi.
«Se ho capito bene, abiti qui.» - dice Riccardo, svegliandomi dalla trans in cui ero caduta.
«Oh sì, è questa. Vedo Carmen sulla soglia della porta ad aspettarti.»
Chissà che ramanzina mi aspetta!
«Bene, allora... grazie.»
«Di cosa?» - mi chiede confuso.
«Per avermi dedicato il tuo tempo.»
«Allora devo essere io a dire grazie a te, Alba.»
Mi prende il viso tra le mani e mi stampa un bacio sulla guancia destra.
«Ti ho registrato il mio numero sul cellulare e ho registrato il tuo sul mio mentre lo avevo in mano... Pensavo non ti dispiacesse che ecco...»
«Hai fatto benissimo.» - lo interrompo.
«Ora vado ...»
«Ciao Alba.»
«Ciao Riccardo.»

SPAZIO AUTRICE.
Ulteriore aggiornamento di oggi!
Ho visto crescere le visualizzazioni e le stelline e non potevo che impegnarmi ad aggiornare

Aspetto vostre stelline e commenti per continuare ❤❤❤

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