Capitolo 13- Mare

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Bussano alla porta.
Mi sveglio di soprassalto.
Le 08:00.
Sbadiglio e mi stiracchio.
È prestissimo!
Mi rigiro nel letto facendo versi di lamento perché non mi va proprio di alzarmi.
«Carmen, sono nel letto, ora mi alzo!» - urlo da sotto le lenzuola.
La porta si apre comunque e resto confusa.
«Carmen?»
«Sei proprio carina appena sveglia.» - dice una voce maschile ridendo.
Riccardo!
Ma cosa ci fa lui qui?
«Riccardo!?»
«Alba.»
Metto la testa sotto al cuscino e gli urlo di andare via.
«Dai ci sono io! Alzati!»
«No.»
«Alba!»
«Ho detto di no!»
«E va bene... e io che volevo portarti a mangiar...»
«A mangiare?!» - urlo sbucando con la testa dalle lenzuola.
«Sì, a mangiare. Ovunque tu voglia.»
«Anche al Mc?!»
«Anche al Mc.»
Balzo dal letto e inizio a salterellare sorridendo.
«Grazie grazie grazie!! Che bello!»
Penso che mi stia guardando male o che mi stia prendendo per una psicopatica, perché non apre bocca.
Ma capitemi! Non vado al Mc Donald da circa quattro anni ormai e mi mancano quelle schifezze!
«Riccardo? Ci sei?!»
«Ehm sì, certo...»
Sembra imbarazzato e non capisco il motivo.
«Puoi aspettarmi sotto, mi lavo, mi vesto e arrivo.»
«Sì... certo...»
«Puoi anche aspettare qui, Carmen ti riempirebbe di domande! A proposito con che scusa sei venuto qui?»
«Mi faccio adorare molto facilmente. È stato un gioco da ragazzi!» - dice con un tono vanitoso, ma ancora con un filo di imbarazzo.
«Vado in bagno a lavarmi!»
Vado nella cabina armadio e prendo l'intimo, un vestitino a caso e le converse. Porto tutto in bagno e li appoggio su una sedia.
Quando si tratta di mangiare non so proprio dire di no.
Mi spoglio dei miei indumenti, ovvero del solo intimo, e ...
Aspetta!
Solo intimo!
Quello stronzo!
Altro che imbarazzo, gli cavo gli occhi!
«RICCARDO! PREPARATI PERCHÉ TI CASTRO!»
Entro nella doccia nervosissima e mi lavo velocemente.
Mi asciugo e mi vesto alla velocità della luce.
«Tu!» - gli urlo.
«Sei bellissima!»
«Non cambiare discorso! Pensavi che non me ne accorgessi!?»
«Di cosa?»
«Non fare il finto tonto, stronzo. Ero solo in mutande e reggiseno!»
«Non è mica colpa mia!»
«Avresti potuto dirmelo!»
«Ti avrei già vista comunque, almeno ho potuto guardarti, senza essere scoperto, per un po'...»
«E lo dici pure!»
«Scusami.» - mi dice ridendo.
I maschi.
«Vaffanculo.»
«Ti offro una doppia o tripla porzione di quello che prendi al Mc?»
Tenta davvero di scusarsi in un modo così meschino?
Beh, ci è riuscito.
«Anche quadrupla, tanto paghi tu.» - dico fiera.
Lui ride e mi afferra la mano.
Sale pian piano sulla pelle nuda del mio braccio e arriva alla mia guancia destra.
La accarezza dolcemente e mi stampa un bacio su quella sinistra.
Sento di andare a fuoco, quindi lo supero e mi dirigo verso le scale urlandogli che ho fame.
«Carmen?» - chiamo al piano sotto.
«Alba!»
«Carmen, io sto uscendo.»
«Sì, lo so! Divertitevi!»
Cosa?
«Non so a che ora tornerò.» - tento di provocarla.
«Nessun problema, a dopo!»
Eh? Ma chi è questa?
Esco di casa confusa e Riccardo lo nota.
«Te l'ho detto che mi adora!»
«Ma come hai fatto?» - gli chiedo sconvolta.
Carmen è sempre stata una psicopatica compulsiva su queste cose.
«Non lo so.» - risponde ridendo.
Mi prende senza dire nulla la mano e mi accompagna verso il lato passeggero della sua macchina.
Mi apre lo sportello e mi siedo.
Mette in moto e accende la radio.
«Metteresti il cd di ieri?» - gli chiedo timida.
«Ti piaceva?» - mi chiede con tono soddisfatto.
Annuisco e arrossisco.
Qualche secondo dopo la sua voce si diffonde tra le mie orecchie.
È una cover di Listen.
Chiudo gli occhi e mi godo ogni nota, assaporando il suo profumo che pervade l'aria in macchina.
Non ci rivolgiamo parola per tutto il tragitto, ma è un silenzio tra noi piacevole colmato da quel cd che prima o poi ruberò.
Non ho nemmeno idea di dove stiamo andando, ma non voglio rompere questa atmosfera chiedendoglielo.
«Siamo arrivati.» - mi dice, spegnendo la macchina.
Apro gli occhi e mi giro verso di lui, aspettando che mi dica dove.
«Dove siamo?»
Ma lui non risponde.
Apre il suo sportello e raggiunge il mio.
Lo apre e mi porge la mano per scendere. La afferro e sorrido per il suo comportamento misterioso.
«Quindi non mi dici dove siamo?»
«No.» - ride.
«Ma lo capirai presto.»
Come?
Aggrotto le sopracciglia e lo seguo.
Ci fermiamo e cerco di concentrarmi con il resto dei miei sensi per capire dove ci troviamo.
Mi bastano pochi secondi.
Siamo al mare.
Lascio la sua mano e mi volto per andarmene.
«Alba!»
Mi raggiunge e mi fa voltare.
«Cos'è successo?»
«Mi hai portata al mare? Sul serio?»
«Perché, cosa c'è che non va? Non ti piace il mare?»
«Io adoro il mare. Lo amo. Okay? Ma non posso vederlo! E mi fa sentire terribilmente male!» - crollo, scoppiando a piangere e mi lascio cadere per terra.
Lui mi afferra e mi sorregge abbracciandomi.
Restiamo così per un tempo che mi sembra lunghissimo.
Lui non si muove e io trovo conforto tra le sue forti braccia.
Mi stacco e cerco di tornare a un respiro più regolare.
«Scusami.» - gli dico.
«Cosa?! Scusa tu me! Pensavo di fare un gesto carino portandoti qui...»
«Lo è, apprezzo molto! Ma..»
«Alba. Ascoltami. So che è difficile e terribilmente orribile non poter vedere. Ma il mare è come la musica. Prima lo hai riconosciuto nonostante non lo puoi vedere! Dal rumore, dal profumo... Fidati di me, il mare ne vale la pensa sempre: d'estate, d'inverno, in una bella giornata o in una pessima, da vedente o da non. Ne vale la pena sempre.»
Gli prendo la mano e senza dire nulla mi lascio portare verso la spiaggia.
«Togliti le scarpe e le calze.»
Faccio come mi dice e le tengo in una mano, mentre l'altra è intrecciata alla sua.
Camminiamo lentamente e sento la sabbia calda e soffice che mi solletica i piedi.
Il rumore delle onde che si infrange sulla battigia è sempre più vicino.
All'improvviso sento i miei piedi bagnarsi e scatto ridendo.
Eccolo.
Il mio amato mare.
Le onde mi accarezzano dolcemente i piedi nudi e io mi avvicino ulteriormente.
L'acqua adesso mi arriva a circa mezza gamba.
Riccardo è ancora accanto a me, a tenermi stretta la mano ed è l'unica cosa che mi fa capire che tutto questo non è un sogno.
Usciamo dall'acqua e in silenzio ci sediamo sulla riva.
Mi concentro al massimo sull'udito e sull'olfatto.
Sento intensamente il profumo e il rumore del mare, ma ancora più intensi sono il profumo e il respiro di Riccardo.

SPAZIO AUTRICE
Eccomi tornata!
Scusatemi per l'orario, spero che siate sveglie per leggere il nuovissimo capitolo!
A presto💗💗💗💗

Aspetto le stelline e i commenti per continuare!!

Alba Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora